RISHI SUNAK. L' "ARTE" DEL VOLTAGABBANA...
Giannina Puddu, 6 novembre 2022.
L'azione politica contemporanea vede, come regola principe, la capacità (si-fa-per-dire...) di confutare sè stessi nelle parole e nelle azioni come se le une e le altre fossero variabili innocue.
L'obiettivo è quello di massimizzare il consenso, negli spazi in cui questo sia essenziale per mantenersi in sella.
Morale, completamente assente.
Un nuovo "genio", specialista in quest'arte (ancora, si-fa-per-dire...) è il debuttante Rishi Sunak, miliardario indiano, succeduto a Liz Truss nella premiership britannica.
Con tono trionfante, domani, è pronto a dichiarare che “Combattere il cambiamento climatico non è solo un bene morale, è fondamentale per la nostra prosperità e sicurezza future. L'invasione russa dell'Ucraina e la spregevole manipolazione dei prezzi dell'energia hanno solo rafforzato l'importanza di porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili..... Dobbiamo muoverci ulteriormente e più velocemente per passare all'energia rinnovabile e farò in modo che il Regno Unito sia in prima linea in questo movimento globale come superpotenza dell'energia pulita".
Al vertice sul clima della Cop27 a Sharm El-Sheikh.
Ma, i presenti, non hanno intenzione di prenderlo sul serio.
Pare essersi appropriato del linguaggio, usato da mesi, invece, dal leader laburista Keir Starmer.
E, oggi, dall'Observer, lo stesso Starmer, irritato per l'evidente voltafaccia del nuovo premier, non si è lasciato sfuggire l'occasione per ridicolizzare Sunak, definendolo "un primo ministro dei combustibili fossili in un'era rinnovabile", che vuole ancora vietare più parchi eolici a terra e che si è opposto ai progetti solari.
Il professor Saleemul Huq, direttore del Centro internazionale per i cambiamenti climatici e lo sviluppo, pure presente a Sharm, ha puntato il dito contro Sunak: "Ha già mostrato la sua riluttanza a fare del Regno Unito un leader nella lotta globale contro il cambiamento climatico indotto dall'uomo, rifiutandosi inizialmente di partecipare alla Cop27. Le sue azioni per consentire la perforazione di più combustibili fossili nel Mare del Nord sono esattamente l'opposto della leadership".
In effetti, mentre avversava Liz Truss per occupare il suo posto, Sunak aveva promesso di mantenere regole di pianificazione che prevengano efficacemente altri parchi eolici a terra ed aveva anche criticato l'energia solare.
Adesso, afferma esattamente il contrario!
Imbarazzo a Downing Street, dove si nega che Sunak si stesse preparando a cambiare la politica sull'eolico onshore.
A questo appuntamento, il Regno Unito cede la presidenza della Cop all'Egitto, dove Sunak esorterà anche gli altri leaders a non indietreggiare sulla promessa della Cop26 e dove i paesi si sono uniti per firmare lo storico patto sul clima di Glasgow.
Sunak ha deciso di partecipare all'incontro dopo che era stato sommerso dalle critiche degli altri Paesi e dopo che l'Observer, oscurandolo, aveva ricordato che, invece, Johnson avrebbe partecipato.
Rebecca Newsom (a capo di Greenpeace UK) blinda Sunak e lo sfida apertamente: "Se Sunak vuole che il Regno Unito diventi un leader climatico globale, deve escludere nuove trivellazioni di petrolio e gas, investire nell'isolamento domestico e sostenere le richieste dei paesi in via di sviluppo per una perdita e finanziamento dei danni. Dovrebbe aumentare le tasse sui profitti dei giganti dei combustibili fossili per aiutarli a pagarli, oltre a fornire un sostegno extra alle famiglie che lottano con le bollette. Questo è l'unico modo in cui possiamo fornire giustizia climatica e costruire la fiducia che è gravemente carente nei colloqui internazionali sul clima. La gente dimenticherà presto ciò che il primo ministro ha detto in questo vertice, ma vivrà a lungo con le conseguenze delle sue azioni”.
I progetti del G27 sono, comunque, destinati a naufragare se, allo stesso appuntamento, i governi dei Paesi ricchi, colpevoli dei disastri climatici, non si impegneranno concretamente al sostegno economico dei paesi poveri chiamati ad affrontare ulteriori ingiustizie, nuove perdite e nuovi danni.
Lo ha detto lo stesso Segretario Generale dell'ONU, Guterres.
I paesi ricchi, fin qui, curando i loro interessi, hanno rovinato il clima con effetti drammatici subiti, particolarmente, dai paesi poveri e non hanno ancora ridotto le loro emissioni di gas serra.
Oggi, si propongono come nuovi Poliziotti del clima globale, mentre sono i colpevoli da perseguire.
E, da Poliziotti del clima globale, vogliono imporre anche ai paesi poveri nuove prassi che non sono in grado di finanziare così come non hanno avuto le risorse per finanziare i danni già subiti in precedenza, senza esserne causa.
Tutto questo baccano, ammesso che l'uomo, con le sue azioni scellerate, sia veramente capace di influire sul clima.
Quella che è certa è la sua capacità di danneggiare gli altri, abusando della sua forza.