Riforme sul lavoro in vista per il Portogallo

Il governo portoghese del premier conservatore Pedro Passos Coelho ha firmato oggi con la Confindustria e con uno dei due grandi sindacati del paese, l`Ugt, un accordo di riforma del mercato del lavoro, che l`altro sindacato nazionale, la Cgtp, ha denunciato come un «ritorno al feodalismo».

L`accordo prevede fra l`altro il taglio di tre giorni di ferie annuali, delle indennità di licenziamento - da 20 a 12 giorni per anno di lavoro - e di disoccupazione, che saranno versate per 18 mesi al massimo. Le imprese inoltre potranno chiedere a ogni dipendente di lavorare fino a 150 ore supplementari al`anno non retribuite nei periodi di forte attività. In cambio il governo di Lisbona si è impegnato a non aumentare di mezz`ora al giorno, come aveva annunciato a fine 2011, il tempo di lavoro nel settore privato. La riforma del mercato del lavoro è una delle grandi misure per il rilancio dell`economia del paese previste dall`accordo siglato nel maggio scorso da Lisbona con Ue e Fmi, in cambio di un piano di salvataggio finanziario da 78 miliardi di euro. Il premier Passos Coelho ha parlato di una «giornata storica», affermando che l`accordo siglato oggi rilancia la competitività del paese e gli consente di avvicinarsi alla «soluzione delle sfide senza precedenti» che sta affrontando. I due grandi sindacati si sono spaccati al termine della maratona negoziale con la Confindustria. Il segretario della Ugt, il sindacato vicino al Partito Socialista, Joao Proenca, ha ammesso che l`accordo «non è positivo per i lavoratori», ma evita l`introduzione annunciata dal governo di una mezz`ora supplementare di lavoro al giorno. La Cgtp, che ha rifiutato l`accordo, l`ha definito «un passo indietro senza precedenti per i diritti dei lavoratori» in Portogallo.
Intanto oggi sono stati collocati titoli di Stato a 3 e 6 mesi e a 11 mesi per il massimo importo prefissato di 2,5 miliardi, con tassi in calo e una buona tenuta della domanda. In particolare per la scadenza dicembre 2012 (1,25 miliardi) il rendimento medio è sceso al 4,986% dal 5,902% dell`ultima asta a 12 mesi dello scorso aprile, mentre la domanda ha registrato un lieve calo superando l`offerta di 2,1 volte contro 2,6 precedente.
 
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