Riflessioni sulla crisi, supervisione e vigilanza sui mercati e sugli emittenti

  Nel 2009, durante la Presidenza Aiaf - Associazione Italiana degli Analisti Finanziari - di Gregorio de Felice, un gruppo di lavoro coordinato da Alfonso Scarano ha organizzato un vasto dibatto associativo e realizzato il `Position paper Aiaf sulla crisi finanziaria`, pubblicato il 17 marzo 2009. Pubblicheremo il documento in otto puntate corrispondenti agli otto punti di intervento definiti nello stesso. Oggi nel 2011, una riflessione sul tema è ancora quanto mai attuale.   Supervisione e vigilanza sui mercati e sugli emittenti   La crisi ha mostrato l’insufficienza degli attuali sistemi di vigilanza, tanto di quelli caratterizzati dalla presenza di un regolatore unico che di quelli articolati in più authority specializzate per segmenti di mercato o funzioni. E’ opinione di AIAF che occorra ulteriormente rafforzare le funzioni di coordinamento tra gli Organi nazionali di vigilanza, pervenendo alla creazione di una singola Autorità di controllo.   L’Associazione è consapevole che la centralizzazione delle competenze presso un’unica authority sovranazionale non è obiettivo di breve periodo. Nella Dichiarazione finale del vertice dei G-20 del 15 novembre 2008, i capi di Stato e di Governo hanno ribadito il convincimento che la regolamentazione è innanzitutto responsabilità dei regulator nazionali, che formano la prima linea di difesa contro l’instabilità dei mercati. Riconosciuta peraltro la dimensione globale dei mercati finanziari, il documento rimarca l’importanza della cooperazione internazionale tra le Autorità di controllo come indispensabile forma di protezione contro turbative che possano mettere in pericolo la stabilità finanziaria internazionale. Ma anche se la costituzione di una authority sovranazionale non dovesse rappresentare nel breve termine la soluzione finale, è assolutamente necessario che non sia lasciata cadere l’occasione offerta dalla crisi per rendere più snella ed efficiente la struttura dei controlli.   Una soluzione potrebbe consistere nell’adozione di un modello di controllo per funzioni, applicando in modo originale il principio dell’armonizzazione minima. In termini più espliciti, si potrebbe pensare ad una organizzazione dell’attività regolamentare e di vigilanza ordinata a livello nazionale per finalità: macrostabilità, microstabilità, trasparenza e concorrenza, ciascuna delle quali affidata ad autorità separate. A livello europeo - tenendo conto che la macrostabilità rientrerebbe nelle responsabilità delle banche centrali - la struttura organizzativa potrebbe assumere nei rimanenti tre ambiti il modello federale già sperimentato nel caso del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC), che prevede la coesistenza di regulator nazionali con un organo sovranazionale di coordinamento. Potrebbe in tal modo mettersi in moto un meccanismo virtuoso di competizione regolamentare tra i paesi membri: i paesi con meno authority (al limite una sola) avrebbero una rappresentanza sopranazionale più unitaria.

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