Repressione finanziaria, a noi!
Giovedi la BCE ha dato prova di voler affrontare uno dei maggiori difetti dell’Unione Monetaria Europea.
Siamo stati testimoni di una crescente divergenza delle condizioni monetarie all`interno dei Paesi membri: in uno percorso grottesco, i tassi di interesse per il settore privato sono diminuiti nei Paesi economicamente robusti, mentre sono aumentati nei Paesi deboli che sono già colpiti da programmi di austerità fiscale e di elevata disoccupazione, una tendenza sicuramente aggravata dallo spread crescente fra i titoli di Stato. Forzando una nuova convergenza dei rendimenti dei titoli governativi, la BCE cerca quindi allo stesso tempo di progettare una nuova convergenza dei tassi di interesse per il settore privato.
Mettere mano a questo grave difetto non può che essere visto positivamente. Man mano che la BCE sterilizzerà la liquidità creata dagli acquisti di obbligazioni, i timori di un’improvvisa ripresa dell`inflazione dovrebbero essere dissipati. Tuttavia, riteniamo che sarebbe stato compito dei politici della zona euro risolvere il problema. Nonostante molte proposte siano state portate avanti, come la creazione di un patto europeo di rimborso del debito, la politica non è stata purtroppo in grado di trovare una soluzione, mettendo la Banca Centrale in condizione di dover agire di nuovo. Parlando senza mezzi termini, i contribuenti sono stati risparmiati, ma ora i risparmiatori devono pagare il conto, accettando tassi di interesse artificialmente bassi. Repressione finanziaria, stiamo arrivando!
Scritto da Johannes Mueller, Capo economista di DWS Investments