Relazione annuale Confcommercio: tasse, economia e lavoro, ecco cosa è emerso
Ecco i principali dati e le conseguenti riflessioni emerse dallo studio Confcommercio/Cer nel corso dell`assemblea annuale della confederazione del commercio.
Ecco quanto riportato da Asca
Le conseguenze dell`Iva
La sterilizzazione dell`aumento dell`Iva costituisce una priorita`. Le ragioni a favore di uno spostamento della tassazione dalle persone alle cose hanno, infatti, chiari elementi di debolezza. L`aumento dell`Iva determinerebbe pronunciati effetti regressivi. Sostituire una minore Irpef con una maggiore Iva penalizzerebbe le famiglie comprese nel primo 50% della distribuzione del reddito, con perdite comprese fra 200 e 50 euro per nucleo familiare. Se la sterilizzazione dell`Iva fosse stata decisa gia` in sede di legge di stabilita`, ne avrebbero tratto vantaggio le famiglie del primo 30% della distribuzione del reddito. Per le famiglie meno abbienti e gli incapienti, il vantaggio sarebbe arrivato quasi al 2% del reddito disponibile.
Urgente - secondo la ricerca - sembra la verifica sulle modalita` di attuazione del federalismo fiscale. Non vi sono evidenze delle auspicate compensazioni fra livello centrale e locale. Dal 1992 a oggi, la spesa corrente primaria delle Amministrazioni centrali e` aumentata del 112%, quella delle Amministrazioni locali e` cresciuta del 126%.
La dinamica delle entrate ha inseguito quella delle spese.
Le imposte riconducibili alle Amministrazioni centrali hanno registrato, nello stesso periodo, un incremento del 106%; il gettito dei tributi prelevati a livello locale e` aumentato del 290%. L`auspicata riduzione della pressione fiscale non sembra possa prescindere da un maggiore coordinamento fra le politiche tributarie attuate ai diversi livelli di governo.
Una seconda leva da attivare si rivelera` quella del mercato del lavoro. La riforma contemplata dalla legge 92/2012 non sembra infatti in grado di accompagnare le profonde ristrutturazioni che la crisi sta imponendo al sistema produttivo italiano. Gia` oggi, d`altronde, la riforma si sta mostrando poco efficace, dal momento che il tentativo di aumentare la quota di lavoro indeterminato si scontra con la realta` della recessione e con i bisogni fisiologici delle imprese.
Economia sempre in retromarcia
L`economia italiana continua ad arretrare. Il 2013 sara` il secondo anno consecutivo di flessione del Pil; il quarto dal 2007. Le prospettive di ripresa restano piu` deboli di quelle indicate nei documenti programmatici. Ci allontaniamo sempre piu` dal novero delle maggiori economie. Nella crisi il reddito pro-capite italiano si e` ridotto di 11 punti rispetto alla Germania, di 5 punti rispetto alla Francia, di 4 punti rispetto a Giappone e Stati Uniti.
Dopo il 1992 si era ridimensionata la dinamica dei redditi reali; dal 2007 stanno regredendo anche i redditi nominali.
Il combinato di disposto di bassa produttivita`, alta pressione fiscale e inflazione superiore alla media europea ha provocato una compressione cumulata del potere d`acquisto pari a 3.400 euro per ogni famiglia.
Segnali virtuosi vengono tuttavia dalla finanza pubblica.
La chiusura della procedura per disavanzo eccessivo riconosce i progressi realizzati nel controllo dei saldi di bilancio.
Sono soprattutto gli andamenti della spesa a fornire indicazioni positive. Tra il 2010 e il 2013, le uscite primarie sono diminuite in media dello 0,6% e dell`1,8% in termini reali. E` un elemento di netta discontinuita` rispetto agli andamenti del passato. La stabilizzazione della spesa pubblica deve essere consolidata negli anni a venire, in quanto requisito indispensabile per allentare la morsa della pressione fiscale.
E` peraltro importante che la discussione su come orientare la manovra di bilancio in senso favorevole alla crescita non si esaurisca nell`identificazione di interventi caratterizzati da specificita` settoriali o nell`utilizzo di misure di breve periodo. Occorre piuttosto approntare una strategia capace di sciogliere l`intreccio vizioso che avvita la cattiva congiuntura alla tendenza declinante della nostra economia. Cio` che va tracciato e` un percorso di medio-lungo periodo, che rimetta le imprese nelle condizioni di pianificare la propria attivita` di investimento e restituisca fiducia alle famiglie.
La prima leva di un simile programma dovrebbe essere la promessa di una progressiva ma continua riduzione della pressione fiscale. E` infatti essenziale avviare una politica capace di restituire potere d`acquisto alle famiglie, o quantomeno di non aggravarne la perdita.
Disoccupazione in aumento anche l`anno prossimo
Dal 2008 il numero totale degli occupati si e` ridotto di 950mila unita` (dipendenti e indipendenti). L`aumento della disoccupazione, gia` collocata su valori di massimo storico, e` comunque destinata ad aumentare per tutto il 2014. La disomogeneita` del sistema produttivo e la rigidita` gia` determinatasi a causa dell`aumento del tasso di attivita` dei lavoratori piu` anziani (effetto della riforma pensionistica) necessitano di un approccio piu` flessibile di quello contemplato dalla legge 92/2012. Una volta esaurita la recessione, e` probabile che le linee di riforma del mercato del lavoro dovranno essere profondamente ripensate, adattandole alle caratteristiche che andra` assumendo la ristrutturazione dei processi produttivi e invertendo cosi` una logica che tenta invece erroneamente di imporre la direzione del cambiamento attraverso una maggiore rigidita` di utilizzo delle singole tipologie contrattuali.
Potere d`acquisto, ci rivediamo tra vent`anni
Nell`estate 2013, ormai alle porte, costera` meno affittare una casa vacanza, in media il 9% in alta stagione e il 5% in bassa, facendo diventare piu` ``abbordabili` anche le localita` piu` esclusive e fino a qualche anno fa ``inavvicinabili`. E` quanto sostiene soloaffittivacanze.it, il primo progetto italiano di e-commerce per l`affitto di case vacanza in Italia e Europa gestito da Solo Affitti, il franchising immobiliare leader in Italia nella locazione con 350 agenzie (40 in Spagna).
In Sardegna a Olbia e San Teodoro (OT) si possono spuntare, sia in alta sia in bassa stagione, prezzi inferiori del 10% rispetto all`anno precedente. Nella prima citta` la forchetta dei canoni oscillera` tra i 263 e i 400 euro, nella seconda fra i 388 e gli 838 euro. Piu` contenuta la riduzione dei prezzi delle case vacanze ad Alghero (SS): -5% in bassa stagione (dai 463 euro del 2012 ai 438 di quest`anno) e -4% in alta (dai 625 euro ai 600 euro).
Nella riviera romagnola a Cesenatico (FC) in bassa stagione si pagheranno mediamente 513 euro a settimana (-5% sul 2012) e 625 in alta (-6%). Piu` costosa la vacanza a Cervia (RA) con prezzi sostanzialmente sugli stessi livelli del 2012: 725 euro in alta stagione (-3%) e 488 in bassa. Nella vicina Pinarella (RA) gli affitti medi delle case vacanze in bassa e alta stagione oscilleranno tra i 438 e i 650 euro, rispettivamente in calo del 5% e del 10%.
I prezzi, secondo le rilevazioni di Solaffittivacanze.it, risultano invariati a Milano Marittima (RA) (544 euro/settimana in bassa stagione e 825 in alta), Numana (AN) ( euro 300 / 1.050 in alta), Porto Recanati (MC) (euro 300/850) e Ostuni (BR) (euro 575/788).
Chi scegliera` di andare in vacanza a Lignano Sabbiadoro (UD) paghera` mediamente 288 euro settimanali in bassa stagione (-14% sul 2012) e 525 in alta (-8%).
Situazione particolare quella che Soloaffittivacanze.it segnala a Sanremo (IM), dove in bassa stagione si registra un aumento dei canoni settimanali del 38%, dai 200 euro del 2012 ai 275 di quest`anno, mentre in alta stagione si segnala un calo del 17%, dai 420 euro medi del 2012 ai 350 del 2013. A Loano (SV) e Pietra Ligure (SV) in bassa stagione non si registrano variazioni di rilievo degli affitti fermi sui livelli del 2012: 125 euro per entrambe le localita`. Mentre in alta stagione la riduzione dei prezzi e` rispettivamente dell`8% (da 463 euro a 425) e del 5% (da 463 euro a 438).
Si possono spuntare buoni prezzi a Taormina (Me) con riduzioni medie del 24% in bassa stagione e del 29% in alta.
I prezzi medi settimanali oscilleranno nel 2013 fra i 313 euro e i 613 euro settimanali.
Il periodo piu` gettonato per andare in vacanza in estate e` la seconda settimana di agosto, seguita a pari merito dalla IV di giugno, dalla III e IV di luglio e dalla III di agosto.
Le localita` piu` ricercate da chi prenota il proprio soggiorno estivo su soloffattivacanze.it sono quelle situate in Sicilia, Emilia-Romagna (soprattutto Cervia, Cesenatico e Riccione), Sardegna, Puglia (con Gallipoli e tutto il Salento in testa), Marche e Toscana.
Chi affitta un appartamento in una determinata localita` turistica proviene principalmente da un`altra regione italiana (68%) o da uno Stato estero (10%), prevalentemente da Austria, Germania e Russia. Solo il 22% dei flussi ha per protagonisti i residenti nella stessa regione. Gli autori delle ricerche sul sito soloaffittivacanze.it arrivano prevalentemente da Milano (19%) Roma (14,35%) e Torino (6,75%). Seguono nell`ordine Firenze, Bologna, Genova, Catania e Bari. Le richieste piu` particolari (22% dei casi) fatte dai turisti riguardano la possibilita` di ospitare anche il proprio animale domestico.
Le case vacanza sono generalmente locate per periodi di due settimane, ma non e` raro che si affittino anche per un mese o, addirittura, per l`intera stagione estiva. Il gruppo di persone che sceglie la soluzione dell`affitto e` composto da 4 o piu` persone ed e` rappresentato da famiglie con figli o gruppi di amici.