REGNO UNITO. CONTINUA LA CHIUSURA DELLE FILIALI BANCARIE. ANCHE IN ITALIA...
Giannina Puddu, 17 maggio 2024.
Con le chiusure programmate per oggi, in UK, il numero delle filiali chiuse definitivamente negli ultimi nove anni, sarà superiore alle 6000 unità.
Ne scrive The Gardian, stamattina.
Ad incrementare il numero contribuisce Barclays che chiuderà, oggi, altre 8 filiali.
E' di Barclays il primato delle chiusure.
La banca è accusata dalle associazioni dei consumatori per aver già chiuso 1.216 filiali, circa il 20% della sua presenza fisica sul territorio.
L'annuncio di nuove chiusure è diventato una costante che le banche motivano con il fatto che i clienti si stiano spostando verso l'operatività on line, abbandonando i servizi allo sportello, così da non giustificarne più l'esistenza.
The Guardian: Sono già state 200 le chiusure previste per il resto del 2024, di cui 50 da NatWest, 43 da Lloyds, 28 da TSB, 26 da Halifax, 20 da Royal Bank of Scotland e 14 da Barclays. Il numero degli sportelli persi è pari al 60% della rete nazionale esistente nove anni fa.
Vero è che, nel Regno, milioni di consumatori siano passati al sistema bancario digitale, ma si contano milioni di altri che, invece, hanno nelle filiali fisiche l'unica opportunità di accesso ai servizi bancari. Per soddisfare questa esigenza sentita dalle comunità, il nuovo governo britannico che emergerà dalle prossime elezioni, dovrebbe impegnarsi a realizzare almeno 200 hub bancari nei primi due anni successivi al voto.
Questi "hub bancari" offrono un servizio simile a quello che si è perso, hanno sportelli in cui operano dipendenti postali che consentono ai clienti di tutte le banche l'operatività in contanti (prelievi/versamenti) e qualunque operazione bancaria.
In Italia si regsitra lo stesso fenomeno.
Il fenomeno era stato denunciato a marzo 2024 dall'OSSERVATORIO SULLA DESERTIFICAZIONE BANCARIA della FIRST CISL.
L'analisi svolta aveva evidenziato che, pur con il deciso accesso alla modalità on line, questa interessi solo il 51,5 per cento di chi ha un conto corrente, mentre tutti gli altri hanno bisogno della filiale sul territorio.
Dal suo sito, FIRST CISL, aveva ripreso un articolo pubblicato su GENTE, settimanale che aveva diffuso il suo report aprendo con il titolo: “Non ci sono più le banche e chi ne ha bisogno deve emigrare”.
La giornalista di GENTE, Mariella Palemo, aveva osservato che “Ogni santo giorno del 2023, in Italia, due filiali bancarie hanno chiuso i battenti a fine giornata per non riaprirli più.
Ad essere precisi si tratta di 826 sportelli, in notevole crescita rispetto aí 677 dell’anno prima.
Il fenomeno si registra con una certa frequenza da una decina d’anni, soprattutto nei piccoli centri e nelle periferie delle grandi città, dove chi deve chiedere un mutuo o un prestito, fare un pagamento o un prelievo di contante, è ormai costretto a fare chilometri”.
Palermo aveva pubblicato il commento del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani: “l’aumento del numero dei comuni desertificati ha raggiunto ormai dimensioni da allarme sociale.
Nonostante tutti i proclami sulla sostenibilità sociale, le banche italiane stanno privando dell’accesso a un servizio essenziale milioni di persone.
A pagare il prezzo più pesante sono i fragili, anziani in primo luogo, così come le persone con un basso livello di istruzione, che hanno scarse competenze digitali.
Il basso livello di utilizzo dell’internet banking rispetto alla media Ue ci dice una cosa semplice: le chiusure dipendono dalla volontà di tagliare i costi, non dalla diffusione del digitale.
Negli Usa due colossi come Jp Morgan e Bank of America stanno aprendo centinaia di filiali e continueranno a farlo nei prossimi anni.
È un segnale chiaro: la presenza sul territorio fa bene alla società e anche ai bilanci delle banche. È tempo che in Italia il problema venga affrontato dalla politica e dalle istituzioni: First Cisl è pronta al confronto”.
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