Referendum tagli stipendi parlamentari, missione fallita. Per ora
Sembrava troppo bello, riuscire a promuovere un iniziativa popolare di raccolta firme per promuovere il referendum sui tagli degli stipendi parlamentari. Infatti, alla fine della fiera, tutto è andato a rotoli. Il Comitato del Sole, composto da cittadini che si sono sovvenzionati per raccogliere il denaro necessario a promuovere l’iniziativa, ha deciso di fermare la raccolta delle firme visto il poco tempo rimasto per raggiungere il numero di firme richiesto (500 mila) e conteggiate le firme fino ad ora raccolte, circa 250 mila.
Il comunicato parla chiaro: “Si comunica la decisione del Comitato Del Sole di sospendere la raccolta firme per il referendum sull’abrogazione parziale della Legge 31 maggio 1965, n. 1261 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Parlamento) di cui è stata data pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 96 del 24 aprile 2012, a seguito del conteggio delle firme raccolte finora (circa 250.000) e visto l’esiguo tempo rimasto per il raggiungimento del minimo di 500.000 firme necessarie per attuare la richiesta di referendum.”
Per fortuna, però, non tutto sembra perduto, ragion per cui forse questa volta è il caso di darsi da fare con più efficacia: “Si comunica, inoltre, la decisione di ripartire con la raccolta firme ad ottobre al fine di organizzare una struttura operativa più capillare su tutto il territorio nazionale che dia maggiore forza ed incisività all’iniziativa referendaria, confidando su una partecipazione attiva di più cittadini, ricordando che il numero di aventi diritto al voto in Italia è di 47.118.352 (dati Istat 2011). Rinvitiamo pertanto le persone che hanno già firmato, a firmare nuovamente non appena ripartirà la raccolta firme. Le circa 250.000 firme raccolte, tenuto conto che il Comitato Del Sole è composto da semplici cittadini, che le risorse economiche erano limitatissime (ci siamo autofinanziati), che non abbiamo goduto di appoggi esterni di nessun tipo, né siamo stati disposti a scendere a compromessi, costituiscono un risultato estremamente soddisfacente ed è questo che ci sprona a riprovarci più convinti che mai, forti anche dell’esperienza maturata.”
La vera battaglia, quindi, è solo rinviata. Non resta che lucidare le spade…
NOTA: LA PROPOSTA
Si è creata molta confusione dovuta al fatto che le raccolte firme per indire referendum sull’abrogazione parziale della Legge 31 maggio 1965, n. 1261 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Parlamento) sono due. Come già scritto nei gruppi Facebook, si ribadisce la differenza tra le due iniziative: Una è promossa da Unione Popolare che chiede l’abrogazione della diaria (un taglio di circa 3.500 euro netti mensili a Parlamentare), l’altra, promossa dal Comitato Del Sole, sull’abrogazione di:
1. Spese di segreteria e rappresentanza
2. Diaria (Rimborso spese soggiorno a Roma)
3. Cumuli d’indennità per partecipazione a commissioni giudicatrici di concorso, missioni, commissioni di studio e commissioni d’inchiesta
4. In aspettativa: – Aumenti periodi di stipendio – Avanzamento di carriera – Trattamento di quiescenza – Trattamento di previdenza – Assistenza sanitaria – Assicurazione previdenziale
5. Indennità mensile esente da ogni tributo
6. Indennità mensile non sequestrabile o pignorabile (un taglio di circa 12.000 euro netti mensili a Parlamentare ed un eliminazione di diversi privilegi)”