Reclutamento e manager, inizia il fenomeno del `lateral recruitment`

Dal Banking al Fashion, dal Tecnology al Largo consumo, dalla Finanza all’Automotive: per rilanciare la propria carriera, i top manager cambiano settore. E’ il cosiddetto fenomeno del “Lateral Recruitment”, ovvero l’inserimento di un candidato all’interno di un’azienda di un settore diverso da quello di provenienza, e che sta vivendo, per il mercato degli executive in Italia, un momento di vero boom. Dal 1 gennaio 2011, secondo i dati sull’occupazione Michael Page Executive Search, divisione dedicata ai profili executive di Michael Page International, società leader nel recruitment specializzato, i piazzamenti di figure dirigenziali in comparti differenti dal proprio è aumentato del 40%, con aumenti retributivi che arrivano a toccare il 35% (con una media del 25%). “Si tratta di un processo che ha origini lontane, sia temporalmente che geograficamente, ma che è esploso, affermandosi qui in Italia, solo nel 2011 - spiega Ioana Andreea Zeres, Associate Principal della divisione Executive Search di Michael Page International -. Prima della fine del 2009, anno del inizio della crisi, le aziende ricercavano e chiedevano alle società di recruitment in ambito top management, un candidato cosiddetto Plug&Play, preconfezionato, che provenisse dalla concorrenza stretta e diretta; allo stesso tempo, sull’altro fronte del mercato, era molto raro avere candidati che chiedessero di passare ad un altro ambito professionale. Dal 2010, le cose son cambiate. Prima in paesi come UK, US e Francia, e ora anche nel nostro paese, dove la tendenza si sta consolidando: a volerlo sono sia i candidati, che arrivano da settori in difficoltà e cercano l’opportunità di reinvestire le proprie competenze; sia le aziende, che esprimono sempre più l’esigenza di inserire ai loro vertici risorse strategiche che posseggano punti di vista laterali e che possano applicare casi di successo aziendali”. In questo 2011, infatti, più del doppio delle aziende in Italia, seguendo i dati Michael Page Executive Search, chiede esplicitamente nella rosa ristretta di candidati (shortlist) - da cui verrà scelto il top manager da inserire -  una figura professionale che provenga da un  comparto differente.

 Nel nostro paese, sono diversi i casi di successo in cui profili “rainmakers”, ovvero manager virtuosi in grado di portare business e profitto attraverso le proprie abilità, hanno cambiato azienda e settore. Tra questi, Fabio Frataternale ex AD nel Gruppo Ferretti oggi Managing Director di Teuco Guzzini SPA; Alberto Alfieri, giunto in Cadey come Presidente e AD, dopo aver ricoperto per anni il ruolo di AD per varie aziende del gruppo Parmalat e Danone, ed essere stato AD di Monticchio Gaudianello spa; Alessandro Giudice, ex dirigente Morgan Stanley e Monte dei Paschi e oggi AD di Nannini SpA, realtà consolidata nel fashion.
“Si tratta di un processo non casuale - commenta Ioana Andreea Zeres - : il giusto mix tra le skills personali dei candidati, unito al track record di successo, fa sì che, oltre alle stesse aziende, anche i fondi di investimento ricerchino sempre più per top management delle società partecipate - e mi riferisco alla primissima linea (Amministratori Delegati, Direttori Generali, Direttori Commerciali e Marketing..) -, nuove figure strategiche provenienti da altri settori”.

“Dal momento in cui si è diffuso questo nuovo approccio al recruitment - continua Zeres -, abbiamo individuato nell’ambito dei nostri mandati di ricerca portati a conclusione con successo, dove, e in quali settori, avviene con maggior frequenza questo processo. In particolare, le direttrici sono 5, nell’ordine: dal Bancario al Fashion, dal High Tecnology al settore dei fast moving consumer goods, dal Bancario all’Automotive o alle energie rinnovabili, e dal Fashion al settore dei beni durevoli, ma anche vice versa. Il fenomeno della Selezione Laterale - conclude Ioana Andreea Zeres - rivaluta lo stesso ruolo dell’head hunter, valorizzandone il ruolo strategico e creativo.”

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