Quando il bond è un falso d`autore

Bond statunitensi falsi, per un valore di 6.000 miliardi di dollari, sono stati sequestrati a Zurigo, in Svizzera, dai carabinieri del Ros su disposizione della Procura di Potenza.

I titoli falsi, apparentemente emessi dalla Federal Reserve nel 1934, erano contenuti in tre casse. La falsità dei Bond è stata accertata da funzionari della medesima Federal Reserve e da personale dell`ambasciata Usa di Roma. I falsi bond venivano utilizzati dai membri del sodalizio criminale finiti in manette come garanzia per ottenere fidi dalle banche. «Con ogni probabilità - spiega un investigatore - parte dei finanziamenti erano destinati anche al clan lucano Quarantino-Martorano. Su questo sono ancora in corso accertamenti». E proprio indagando sugli affari del clan che gli inquirenti si sono imbattuti nelle conversazioni telefoniche in cui uno degli arrestati, legato ai Quarantino-Martorano, parlava dei titoli falsi con altri membri del sodalizio (non legati al clan) dedito al traffico dei bond Usa. L`organizzazione aveva basi non solo in Basilicata, Lazio, Piemonte e Lombardia, ma anche in Grecia, dove risiedeva abitualmente uno degli arrestati.

Le medesime fonti riferiscono che due dei destinatari dell`ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Potenza, su richiesta dei Pm, Francesco Basentini e Laura Triassi, nell`ambito dell`indagine sui falsi bond Usa sono ancora latitanti. Per ora sono finiti in carcere Rocco Menzella, 69 anni, ex sindaco di Montescaglioso (Matera), Sebastiano Nota (73 anni) di Carmagnola (Torino) e Francesco Travaini (61 anni) di Codogno (Lodi). Sono invece ai domiciliari Adriano Perin (52 anni) di Torino, Simeone Ghiglia (71 anni) di Mondovì (Cuneo) e Claudio Mangogna (62 anni) di Roma. Gli inquirenti sottolineano che nell`indagine c`è stata massima collaborazione da parte delle autorità elvetiche.

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