Milano, 14 agosto 2023. Di Fabrizio Brasili, esperto di Scenari e Mercati Finanziari.
Indici USA appesi a livelli psicologici, ancora piu' chiari, dopo questa ultima settimana di scambi sottili, ma anche per questo, piu' facilmente modificabili e controllabili.
Il Dow appeso ai 35000, con un range limitatissimo fra 35000/35050 e 35200/300.
Lo SP500 fra 4400 e 4500, ma con range strettissimo fra 4400 e 4450.
Un pò più mosso il future Nasdaq da poco sotto 15000 a15500/600.
Ben poco da fare per i pochi "presenti" nelle sale operative....
Del resto dopo i dati USA, come al solito, contrastanti e contraddittori, il solo euro/dollaro andava su e giù la barriera degli 1,10, per poi tendere a spingersi fino a poco sotto gli 1,1050, in attesa dei dati contrastanti poi usciti sulla fiducia dei consumatori, calata in Agosto e successivamente i dati, riferiti a Luglio, della produzione in ascesa.
Si dovranno attendere i dati in uscita ad inizio della settimana di Ferragosto, per avere una maggior visione della debolezza o meno del dollaro sull' euro.
Piu' probabile, un ulteriore indebolimento della valuta USA, con forte rottura delle resistenze intermedi, poste appunto a poco sotto 1,1050 con arrivo nel breve, a poco oltre 1,1150.
Tutto ciò avrà un' influenza sui mercati USA, che dovrebbero andare poco sotto i livelli raggiunti Venerdi. E cioè Dow 34800/900, SP500 4320/30 e Future Nasdaq 14500/600.
FTSE MIB
Qui le variazioni potrebbero essere più profonde, soprattutto se i dati inflattivi, costo lavoro e PI, che potrebbero influenzare ancora un ulteriore scellerato aumento dei Tassi in Settembre, dovessero essere negativi.
Limitandoci al massimo alle prossime due settimane possiamo prevedere più verosimilmente, appesantito soprattutto dai finanziari, con parziale attenuazione da parte dei petroliferi, una continua discesa del FTSE MIB verso i livelli posti dapprima sui 27500/600 e poi sui 26800/900.
Approfittando degli scarsi volumi di questo periodo, potrebbero anche esserci degli improvvisi e forti impulsi intraday, più probabilmente ribassisti su alcuni titoli, non necessariamente small cap, anzi.
Non lasciamoci ingannare dai prezzi apparentemente "a buon mercato" ma senza alcun fondamento tecnico e non solo.
Ci sarà tempo per iniziare ad acquistare con volumi più consistenti e spread più abbordabili, soprattutto accompagnato dalle solite ed utili opzioni.
Intesa&Unicredit
Ambedue nell' occhio del ciclone nell' ultima settimana soprattutto, per le forti perdite ed aumento dei volumi, come spesso accade nelle fasi negative. Con un forte impatto sul nostro indice.
Fra i due titoli, il primo e secondo titolo bancario del nostro listino, preferiamo ancora Intesa, sempre per l'apparente, facilità nell' escursione del suo lineare corso, lo spread irrisorio, l'alto acconto dividendo entro l' autunno e saldo entro la primavera successiva.
Oltre alla liquidità delle opzioni, che suggeriamo sempre di utilizzare.
Unicredit invece è esattamente il contrario, ha un' anima molto speculativa, e sostenuto, come del resto il nostro listino, proprio dagli stessi venditori "naked", nudi... cioè senza il possesso dei titoli, che si ricoprono al meglio, cioè spesso al peggio, spaventati dagli inspiegabili rialzi dei mercati e dalle stesse banche per chiusure automatiche per "margini saltati".
Sopratutto per Intesa il provvedimento del Governo circa le plusvalenze e relative tassazioni, hanno poi provocato il violento sell off del giorno seguente, in parte rientrato nelle sedute successive. Minimi intraday di Intesa, fin poco sotto i 2,35, attuali supporti, vecchie resistenze intermedie.
Per poi risalire faticosamente fino al range 2,39/2,44.
Solo speculazione con prezzi e movimenti poco visibili per Unicredit.
Movimenti comunque puramente tecnici, dovuti solo alla difficoltà di reperire le risorse stimate (3 miliardi circa) da questa manovra, che potrebbe essere anche elusa o modificata.
In un altro mercato così impostato, questo risultato avrebbe dovuto far ritornare i due titoli ai prezzi della vigilia.
Rimanendo quindi solo su Intesa preferiamo suggerire attendere un minimo crescente o decrescente dai recenti 2,35, per prendere delle decisioni operative o meno.
Coperte sempre da vendita di opzioni Call at the money, sul prezzo del sottostante, scadenza Dicembre.
Titoli
Risulta un po' complicato formulare una serie di titoli in acquisto in questo particolare contesto.
Ci proviamo.
Un Petrolifero come ENI, nelle rare sedute in cui il petrolio wti si avvicina alle vecchie resistenze, attuali supporti di 78/79.
Con il titolo che va a ritestare i recentissimi 13,50/60. Ma sempre con copertura e vendita di opzioni Call scadenza Dicembre strike 14.
Un ciclico per eccellenza come Stellantis, che in attesa di novità prodotti e di aiuti ed incentivi governativi sull'elettrico, potrebbe essere messo in portafoglio a piccole dosi ed a "piramide rovesciata".
A partire gia' dai prezzi raggiunti Venerdi, sotto i 17 euro, raggiunti dopo i dati USA alla produzione, la lettera ai dipendenti e la critica al sindacato Uaw.
Attenzione ai livelli supportali di 16,50/60. Coprire sempre con vendita di opzioni Call out the Money, sopra il prezzo del sottostante e scadenza Dicembre .
Del settore finanziario ed in particolare del Bancario per eccellenza Intesa, abbiamo gia scritto.
Per il resto solo mid e small cap come già comunicato, come Telecomrnc, Nexi, Centrale del Latte, Piquadro, Valsoia ed altri ma meglio sempre attendere scambi più sostanziosi ed un ritorno dei nostri indici su livelli più ragionevoli, dopo aver scaricato ancora l' enorme ipercomprato esistente.