Promotori e consulenti, la nuova `alleanza` nel nome delle tutele
Scritto per Ifanews da Arrigo Nano, presidente Assonova. Cerco di mettere a fuoco quello che, per le associazioni dei promotori finanziari, potrebbe da subito costituire l’oggetto di discussione da allargare poi ad altri soggetti operanti nel settore. La figura del promotore finanziario in quanto lavoratore autonomo, potrebbe oggi essere interessata da almeno due riforme del lavoro. Eppure ciò sembra coinvolgere poco tutti quanti: aziende, sindacati, lavoratori, mentre il dibattito sul lavoro è visto da tutti in un prevalente contesto di mercato.
Da qualche tempo, il mercato del lavoro dei lavoratori dipendenti ha fatto cadere nel dimenticatoio altri progetti che riguardano anche il lavoro autonomo e le professioni e che non c’entrano con le liberalizzazioni.
Anche solo limitandoci alla figura del promotore finanziario, dal disegno di legge Treu al progetto di legge sulle professioni, emergono utili spunti di interesse.
Intanto, l’individuazione di una area grigia nei rapporti di lavoro, esistente tra lavoro autonomo e dipendente che potrebbe costituire, se opportunamente normata, la base per nuove forme di occupazione, soprattutto riguardo alle prestazioni professionali evolute, come appunto sono quelle offerte dai collaboratori – a vario titolo - delle banche.
Le attività svolte da promotori e consulenti finanziari, collaboratori dei mediatori del credito, e attività finanziarie, costituiscono un insieme di decine e decine di migliaia di partite IVA.
Si potrebbero valutare diverse soluzioni utili di inquadramento e di sviluppo professionale, se solo lo si volesse. Oramai dovrebbe essere giunto il momento in cui nel lavoro autonomo e nelle professioni si cominci a parlare di tutele. Dopo viene anche l’efficienza, quella stessa che la spinta delle liberalizzazioni intende portare. Sulle idee, (contenute nel progetto di riforma delle professioni) come quelle di raggruppare alcune figure professionali che operano in settori attigui in un unico Ordine (od Organismo), quelle di definire aspetti importanti come l’accesso agli Albi in quanto esame di Stato ( oggi non è così per i promotori finanziari) e le prerogative delle associazioni rappresentative, sono solo un esempio di come potremmo essere. L’alternativa è qualificare (perché no?) gran parte dei promotori finanziari lavoratori economicamente dipendenti, ugualmente bisognosi di tutele quanto coloro che come dipendenti costituiscono il cosiddetto “mercato del lavoro”.