Preparatevi al nuovo mondo. Il 52% del Pil sarà emergente

Un altro mondo è possibile e nel 2020 potrebbe già diventare realtà. Tra poco meno di dieci anni, infatti, i paesi emergenti, trascinati dalla Cina e dall`India, rappresenteranno il 52% del pil mondiale contro il 38,9% del 2011.

Ma nonostante il `boom` dei paesi emergenti, i redditi pro capite in quei paesi resteranno sensibilmente inferiori a quelli dei paesi sviluppati: il pil pro capite si aggirerà nel 2020 intorno ai 6.400 dollari contro 54.300 dollari negli Usa e 45.300 nella zona euro. A sostenerlo, in un report dedicato ai paesi emergenti, è il Credit Agricole che stima il pil mondiale nel 2020 intorno ai 121.500 miliardi di dollari, in crescita del 76% rispetto ai 69 mila miliardi di dollari del 2011. Nei prossimi nove anni, quindi, ad apportare il 69,2% del pil mondiale aggiuntivo saranno proprio i paesi emergenti. Con il 24% della crescita del pil mondiale, la Cina (il cui pil nel 2018 supererà quello della zona euro) sarà ovviamente il principale paese contribuente di questo aumento della ricchezza mondiale ma a registrare la progressione più rapida sarà l`India, il cui pil sarà moltiplicato per 3,4 volte in nove anni e il cui peso nell`economia mondiale sarà quasi raddoppiato (5,5% nel 2020). Notevole, infatti, nel prossimo futuro la progressione dei quattro principali paesi emergenti: Brasile, Russia, India e Cina. Il loro peso nel pil mondiale, secondo le stime del Credit Agricole, passerà infatti dal 19,2% del 2011 al 28,1% nel 2020 e la loro quota nel totale dei paesi emergenti salirà dal 49,4% al 54,2%.

I paesi Brics, salvo la Russia che deve far fronte ad un calo demografico, dovrebbero registrare una crescita economica superiore a quella degli altri paesi emergenti. Nel periodo 2011-2020 pil +7% l`anno per l`India, +6,7% per la Cina (nonostante un rallentamento a partire dal 2015), +4,8% per il Brasile contro +4,6% per gli altri paesi emergenti. Evoluzione demografica, dinamica interna (investimenti, produttività, miglioramento globale della governance) e disponibilità in risorse naturali. Sono questi i tre principali fattori che, secondo il Credit Agricole, permetteranno ai paesi emergenti di `riagganciarè quelli più sviluppati. L`afflusso dei giovani sul mercato del lavoro (in Africa e nel Medio Oriente), in particolare, sostiene l`istituto bancario francese, «può essere un potente stimolo per la crescita» a condizione «che l`economia sia in grado di proporre posti di lavoro. In caso contrario l`afflusso dei giovani diventerebbe un fattore aggravante dal punto di vista politico e sociale. La `primavera arabà, ma anche le guerre civili africane (Costa d`Avorio, Congo), danno la misura di questo rischio, che potrebbe materializzarsi in altri paesi del Medio Oriente nei prossimi dieci anni».

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