POWELL RASSICURA SULL'INFLAZIONE, IL FOCUS RITORNA SULLE CRESCITE.

POWELL RASSICURA SULL'INFLAZIONE, IL FOCUS RITORNA SULLE CRESCITE.

Milano, 23 maggio 2024. A cura del Team di Gestione Pharus.

Si è chiusa una settimana positiva sui mercati finanziari con gli indici azionari globali che sono tornati a testare i massimi storici. Anche il mondo obbligazionario contribuisce positivamente alle performance dei portafogli con spread nel credito ormai sui minimi degli ultimi 15 anni e governativi supportati da tassi in calo, soprattutto in America. 

La settimana si è caratterizzata per alcuni dati macro importanti, soprattutto sul fronte dell’inflazione. In particolare abbiamo visto un’inflazione dal lato della produzione un po' più alta delle attese ed evidenziare una crescita dello 0.5% su base mensile rispetto allo 0.3% atteso. 

Ma le parole di Powell che sono seguite hanno tranquillizzato i mercati sul fatto che l’inflazione è in fase di rientro nonostante una componente degli affitti più vischiosa che richiederà ancora un po' di tempo. 

Le vendite al dettaglio e i dati sul CPI sono stati invece abbastanza deboli e tali da riportare gli investitori sul carro del taglio dei tassi. Il CPI per il mese di aprile è uscito al 3.4% in linea alle attese ed in calo rispetto al 3.5% del mese precedente. Anche il dato Core è uscito in calo rispetto alla rilevazione precedente ed in linea alle attese del 3.6%. A sorprendere invece i mercati è stata la variazione su base mensile, che evidenzia un’inflazione allo 0.3% più bassa delle attese di 0.4%.

Ancora più interessante è che sia il dato primario che quello core, esclusi gli alloggi, sono aumentati del 2,2% e del 2,1%, suggerendo che l’inflazione è sulla buona strada per scendere fino al target del 2,0% della Fed entro la fine di quest'anno ed aiuta a spiegare la buona reazione del mercato che ha portato il treasury decennale al 4.35%. Notizie positive per il mondo obbligazionario governativo arrivano anche sul lato delle nuove emissioni, con il tesoro americano che in settimana in un’asta per t-bill ad 1 anno ha ricevuto richieste per 3 volte l’ammontare in emissione, anche questo il segno di un mercato che vede i tassi a breve termine come una opportunità da cogliere subito perché ragionevolmente non durerà ancora per molto. Sembra di percepire che i bond fanno ora meno paura al mercato, che guarderebbe più alla crescita. La volatilità del mondo obbligazionario misurata dal move index sta infatti rientrando essendo di buon auspicio per la discesa dei tassi a 10 anni.

IL Citi Economic Surprise Index, indice che misura le sorprese economiche sta inoltre deludendo, dal 2 di maggio è infatti tornato in territorio negativo e questo accade per la prima volta dall'inizio del 2023. 

Il grafico ora merita la nostra attenzione perché segnala un’economia statunitense più debole anche se l’opinione di consenso ha spinto i mercati al rialzo abbracciando la convinzione che la Federal Reserve taglierà i tassi nel 2024 e una recessione sarà evitata. Non ci sono più sorprese economiche positive e gli indicatori economici, seppur ancora buoni, stanno rallentando contribuendo a fare scendere il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni dal suo recente picco del 4,71% del 25 aprile al 4,35% attuale. 

Siamo tornati in una fase dove le buone notizie vengono lette come buone notizie e le cattive notizie diventano anch’esse buone per i mercati perché rendono più probabile un taglio dei tassi. Nel complesso la notizia è che l’inflazione si sta moderando e l’economia è comunque in crescita, con Il modello della FED di Atlanta che mostra una crescita del pil per il secondo trimestre del 3.6%, uno scenario che sarebbe ideale per i mercati, ma su cui nutriamo alcuni dubbi.

Monitoriamo infatti con grande attenzione ogni segnale possa darci delle indicazioni sull’andamento della crescita e dei consumi, e da questo punto di vista risulta interessante la reporting season di due big Americani, Walmart ed Home Depot (a tutti gli effetti due benchmark di mercato). Walmart ha riportato ottimi numeri battendo le stime degli analisti, ma questo è avvenuto grazie alle vendite dei prodotti private label e al cosiddetto “trading down” da parte del consumatore, che in un contesto di elevata inflazione e difficoltà economiche decide di spostare i suoi acquisti verso prodotti non di marca dal costo inferiore. Guardando ad Home Depot le vendite hanno registrato un calo del 2.8%, con il numero delle transazioni in contrazione del 1.5%, ma il dato più significativo è che il numero di ordini superiori ai 1.000 dollari sono calati del 6.5% indicando anche in questo caso un deterioramento nelle dinamiche dei consumi che potrebbero presto tradursi in cali nelle crescite economiche attese.

La stagione degli utili si conferma buona con il 93% delle società che hanno riportato nel 78% dei casi una sorpresa sugli utili ed hanno portato gli analisti a rivedere leggermente a rialzo le stime sugli utili del 2Q2024 e di mantenere la crescita attesa per il 2024 al +11%. 

Se guardiamo al solo primo trimestre, ad inizio anno la stima di consenso degli analisti per l'EPS dell'S&P 500 implicava un aumento di appena l'1,2%, il risultato effettivo è stato un aumento del 6,3%. 

Molto favorevoli e positive anche le previsioni sui buyback societari, attesi in America per il 2024 a più di 0.9 trilioni di dollari, che diventeranno 1.08 trilioni per il 2025. Anche in Europa siamo a tre quarti delle società che hanno riportato evidenziando delle dinamiche molto simili a quelle degli stati uniti e nel complesso una buona reporting.

Con i mercati sui massimi non ci sorprendiamo di iniziare a percepire alcuni segnali di eccesivo ottimismo, come ad esempio la ritrovata euforia sulle meme stocks, ma a dire il vero siamo ancora lontani da situazioni preoccupanti. Questa situazione di ottimismo ma non ancora eccessiva euforia viene confermata dalla fund management survey, un sondaggio mensile che Bank of America sottopone a tutti i gestori e dalla quale emerge ad esempio un livello di cassa detenuto dal mondo istituzionale del 4%, basso, ma non ancora sui minimi che si raggiungono nei periodi di euforia

Lo stesso discorso lo possiamo fare analizzando i livelli di sentiment che sono sulla parte più alta dal 2021, ma ben lontani dagli estremi. 

Una delle lezioni fondamentali apprese nei nostri molti anni di gestione è che la psicologia degli investitori guida i mercati. Pertanto, possiamo aspettarci che i mercati continuino a crescere finché il sentimento rialzista rimane intatto. Ma la psicologia umana è fragile e potrebbero presto crearsi i catalizzatori per un eventuale cambiamento nel sentiment degli investitori.

Nei mercati permangono fortunatamente molte aree di sottovalutazione che a livello geografico continuiamo a vedere in Europa, UK, nelle small caps Americane, ma soprattutto in Cina.

Nonostante la recente sovraperformance dei settori difensivi e delle utilities in particolare, continuiamo a vedere nella difensivista possibilità di ulteriori recuperi rispetto alla grande sottoperformance accumulata negli ultimi due anni.

Infine la sottovalutazione continua ad evidenziare dei governativi con duration che a questi livelli risultano essere un asset molto interessante da tenere in portafoglio, sia come fonte di flusso cedolare che di potenziale apprezzamento in caso di discesa dei tassi.

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