Politica della crescita: Eurispes, cultura e nanotecnologie

Come uscire dalla recessione e tornare alla crescita dopo dieci anni di stagnazione?  Tre avvenimenti, apparentemente slegati, definiscono i nuovi benchmark.

Politica della crescita: Eurispes, cultura e nanotecnologie

1) La Camera ha votato il pareggio del bilancio. Un evento che riporta l’Italia nel novero delle nazioni affidabili in grado di rispettare gli impegni. Il plauso del Fmi e della Unione europea si riflette nel successo delle ultime aste di titoli di Stato, nonostante le turbolenze politiche, che hanno visto i rendimenti dei BTP scendere dal 4,71 al 4,63%. 2)  L’approvazione del Decreto sviluppo bis ha dato via libera al nuovo assetto della Cassa Depositi e Prestiti, con le Fondazioni bancarie al 20%, divenuta così il motore finanziario dello sviluppo slegato dalla Pubblica amministrazione e quindi sciolto dalle vicende del debito pubblico. 3) Questo passaggio fondamentale consente il finanziamento dei singoli progetti legati alla innovazione e alla crescita ( attraverso veicoli creati ad hoc dotati di progetti di fattibilità con ritorni a due cifre). Non più finanziamenti pubblici a pioggia. Basti pensare che lo Stato attualmente, attraverso gli enti locali, possiede 7300 società che producono, anziché utili, perdite per oltre 2,3 miliardi di euro. Sono carrozzoni pubblici trasformati in idrovore finanziarie. Quanto agli immobili pubblici, il loro valore è stimato in 340 miliardi ma, con una crisi che ha dimezzato l’attività edilizia, pensare a vendere è quasi velleitario. In questa cornice si colloca, con tempismo lodevole, il convegno italo-russo (senza contributi ministeriali) sulle nanotecnologie e sullo sviluppo organizzato da Eurispes insieme all’Università la Sapienza e alle istituzioni russe.  Il forum ha messo in evidenza le molte eccellenze italiane e, insieme, il gigantesco salto qualitativo che le nanotecnologie proiettano sulla vita prossima e futura in qualsiasi angolo della Terra. Il filo conduttore è la conoscenza che non conosce confini né barriere. Ecco perché a Washington, in occasione dell’anno della cultura italiana, è giunto da pochi giorni l’Apollo-David di Michelangelo a ricordare che il Rinascimento italiano, simbolo dell’eccellenza creativa italiana, trova nelle nanotecnologie una nuova sponda creativa. Un finanziere americano, William C. Morris, vero protagonista del Forum italo-russo, ha creato un Fondo di investimento – Emerging Technologies Ventures -specializzato proprio sulle nanotecnologie. “Il nostro obiettivo – ha detto – è quello di individuare le ricerche più promettenti e valorizzarle fin dalle fasi iniziali segnalandole alle industrie in grado di valorizzarle. L’impegno di queste industrie riguarda sia il finanziamento, coordinato dal Fondo, che la contrattualizzazione, delle licenze dei diritti di marketing. Tutto ciò , ha precisato Morris, viene portato avanti insieme alle Università ed ai Centri di ricerca in questo campo. In pratica, alimentiamo una triangolazione culturale-scientifica tra Università, ricercatori e industrie”.  Quale ruolo possono giocare le istituzioni pubbliche sia europee che dei singoli paesi interessati?  “C’è bisogno – risponde Morris – di regole comuni specie nel campo della tutela dei brevetti e dei diritti d’autore. Ma anche un ruolo attivo nel quale possano divenire partners le Agenzie pubbliche per lo sviluppo”. E’ una risposta quasi ritagliata per il ruolo nuovo e stimolante che si profila per la Cassa Depositi e Prestiti e per le Agenzie specializzate che il Governo ha messo in campo. Ecco perché la famosa ”Agenda Monti” deve continuare con l’impegno di favorire la ricerca e l’innovazione come motore dello sviluppo. 

Scritto da Guido Colomba, membro del Direttivo AssoFinance – Direttore responsabile “The Financial Review”.

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