Pmi, salviamo il piccolo tesoro dei videogiochi italiani
Un mercato che, pur non essendone immune, accusa poco la crisi economica e che puo` rappresentare una possibilita` per i giovani italiani. E` quanto emerso ieri durante il ``Games Forum``, organizzato da Aesvi (Associazione editori sviluppatori videogiochi italiani) e Confindustria Cultura Italia, nella sala del Mappamondo della Camera dei Deputati, che ha fatto il punto sull`attivita` di Game Development.
Il tema dei videogiochi, ha spiegato Giuseppe Tripoli, Garante delle Pmi del ministero dello Sviluppo Economico, ``e` legato al tema dell`innovazione e quindi di come favorire chi ha voglia di rischiare, perche` l`innovazione e` sempre rischio. Si tratta di un mercato che e` nato globale, si rivolge a una clientela mondiale e usa linguaggi globali consentendo al nostro paese, dove ci sono tantissime difficolta` e asimettrie dal punto di vista dei servizi e delle infrastrutture, di potersela giocare alla pari, a condizione che ci sia un sistema di collegamento digitale per poter operare. Dunque, non chiede molte infrastrutture fisiche. Si puo` insomma lavorare in questo settore dappertutto e offre una possibilita` a tanti giovani, non a caso infatti sono imprese giovani e fatte da giovani``.
Si tratta di ``un mercato in espansione su cui bisogna puntare e per puntarci certamente l`Agenda digitale offrira` degli strumenti. Sicuramente - ha ricordato - il tema, elaborato in questi mesi, delle normative per le Start Up risponde a molte delle istanze che sono emerse: dalla ricerca dei fondi alle modalita` di un rapporto con il mercato del lavoro e con le regole fiscali diverse, al fatto che ci si possa impegnare in un`attivita` tenendo conto che l`attivita` puo` andar bene per un certo periodo, puo` andar male e poi tornare ad andar bene, dunque una grande flessibilita```.
E proprio su questo fronte, gli addetti al settore sono in attesa di capire se nel decreto Sviluppo nella parte dedicata all`Agenda digitale ci saranno anche degli aspetti dedicati ai videogiochi. Perche`, se le cose vanno bene, potrebbero andare meglio.
Un caso positivo di questa realta` e` rappresentato, per esempio, da Gianluca Marani, socio della ``Just Funny Games``: ``Abbiamo creato l`azienda tre anni fa e le cose vanno abbastanza bene, il settore e` in crescita. Noi siamo nati negli anni della crisi e ci siamo ancora``. Il mercato su cui puntiamo e` quello dei giochi per piattaforme come Apple o Android: ``Un videogioco di medio livello per mobile costa circa 50 mila euro di produzione e si vende da 1,50 euro a 2,39. Il mercato procede...certo se avessimo piu` sponsorizzazioni andremmo meglio``. Quello che si aspetta sono misure di sostegno fiscale a favore del comparto, come credito d`imposta e detrazione degli utili reinvestiti per la produzione di videogiochi da parte di imprese italiane, oltre che credito d`imposta per la distribuzione di videogiochi realizzati sul territorio italiano, per gli investimenti di venture capital dedicati alle imprese del settore e per progetti di ricerca realizzati in collaborazione con Universita` o enti pubblici di ricerca. Noi, ha concluso Andrea Persegati, presidente dell`associazione editori sviluppatori videogiochi italiani, Aesvi, ``ci auguriamo che nel decreto vengano recepite le indicazioni contenuto nel ddl Gentiloni-Palmieri, non credo si parli di investimenti o contributi milionari, ma e` un segnale per tutti coloro che hanno voglia di investire in questo mondo, per poter avere un minimo di stimolo e buttarsi in un avventura``.