Pininfarina ha un piano per tornare in carreggiata

Una moratoria sugli interessi fino al 2018 o l`emissione di un prestito convertendo. È questa l`alternativa proposta da Pininfarina alle banche creditrici per una nuova ristrutturazione del debito finanziario che, allo scorso 31 ottobre, ammontava a 241 milioni di euro.

Pininfarina sta rinegoziando la propria esposizione e - secondo quanto riporta la relazione degli amministratori in vista dell`assemblea del prossimo 24 gennaio chiamata a valutare i provvedimenti sul capitale ex articolo 2446 del codice civile - «ha presentato due proposte agli istituti finanziatori che, se accettate, modificherebbero l`attuale accordo di riscadenziamento patrimonializzando nel contempo la società» e dandole così sufficiente ossigeno a sostegno del nuovo piano industriale al 2018, in corso di elaborazione da parte dell`advisor Roland Berger e le cui linee guida sono state approvate dal cda di Pininfarina a metà novembre. «La fattiva collaborazione da sempre ottenuta» dalle banche e «i contatti in corso fanno ad oggi ritenere possibile» al Cda «il raggiungimento di un nuovo accordo» sul debito «entro i primi mesi del 2012, con effetti immediatamente positivi in tema di patrimonializzazione della società e capacità di rimborso del debito residuo garantendo al contempo la continuità aziendale».

Entrambe le proposte alle banche prevedono di utilizzare la liquidità «eccedente i fabbisogni operativi immediatamente al servizio del debito» (formula che lascia intendere una rinuncia ai dividendi), l`allungamento del piano di rimborso, che attualmente dovrebbe concludersi nel 2015, al 2018, con una tempistica «coerente con i flussi finanziari attesi nell`arco del nuovo Piano» e infine «il riscadenziamento dei fidi attuali sino al 2018 ancorchè per un importo ridotto». Queste misure andranno accompagnate, alternativamente, da una moratoria sugli interessi o da un prestito convertendo. Dopo l`accordo con le banche di fine 2008, Pininfarina ha vissuto ancora tre anni complessi con un rosso consolidato cumulato di circa 66 milioni. Nel triennio - sottolineano gli amministratori - la società ha risentito delle perdite, «soprattutto di natura straordinaria» derivanti dalla conclusione delle attività di produzione e dalla svalutazione di alcune partecipazioni in Francia, Svezia e Marocco, con la progressiva riduzione del patrimonio netto, sceso a 18,3 milioni di euro a livello civilistico. La nuova ristrutturazione del debito seguirà, se conclusa, l`intesa del 2008 con sette banche creditrici (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Italease, Ubi, Mps, Fortis e Selmabipiemme), con la rinuncia da parte degli istituti a 241 milioni di crediti su un totale di 555 milioni. Per rientrare in parte delle perdite sui crediti gli accordi prevedono che la famiglia Pininfarina venda la sua quota del 77% (l`attuale valore di borsa si aggira sui 76 milioni di euro) e con il ricavato rimborsi le banche. Per cedere la quota è stato dato un mandato a Banca Leonardo già nel 2009.

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