Persino i Maya avrebbero paura del fiscal compact (video)

Dici fiscal compact e ti viene in mente una disciplina d’arti marziali. Eppure è un termine che è entrato a far parte prepotentemente nella vita (finanziaria e non) di tutti noi europei.

Persino i Maya avrebbero paura del fiscal compact (video)

Stando alla “didattica” l’enciclopedia recita che “Il fiscal compact, noto anche come patto di bilancio, è il trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance dell`Unione economica e monetaria che è stato firmato il 2 marzo 2012 da 25 Stati dell`Unione europea.
Esso contiene una serie di regole, chiamate «regole d`oro», che sono vincolanti nell`Unione Europea per il principio dell`equilibrio di bilancio. Tutti gli Stati membri della Unione europea hanno firmato il trattato il 2 marzo 2012 ad eccezione del Regno Unito e della Repubblica ceca. Il trattato entrerà in vigore il 1º gennaio 2013, se in quel momento almeno dodici membri della zona euro l`avranno ratificato”. Quali sono queste regole? Ecco un estratto essenziale:
•    L`impegno ad avere un deficit strutturale che non deve superare lo 0,5% del Pil e, per i Paesi il cui debito è inferiore al 60% del Pil, l`1%;
•    ogni Stato deve garantire le correzioni automatiche quando non raggiunga gli obiettivi di bilancio concordati ed è obbligato ad agire con scadenze determinate;
•    le nuove regole devono essere inserite preferibilmente in norme di tipo costituzionale o comunque nella legislazione nazionale;
•    la Corte europea di giustizia verificherà che i Paesi, che hanno adottato il trattato, l`abbiano trasposto nella legislazione nazionale;
•    il deficit pubblico, come previsto dal Patto di stabilità e crescita, dovrà essere mantenuto sempre al di sotto del 3% del Pil; in caso contrario scatteranno sanzioni semi-automatiche;
•    ci saranno almeno due vertici all`anno dei 17 leader dei Paesi che adottino l`euro;
•    il trattato intergovernativo entrerà in vigore quando sarà stato ratificato da almeno 12 dei Paesi interessati.

Va però detto che a questa “formalità” si sono opposti diversi nomi illustri, tanto che i premi Nobel Kenneth Arrow, Peter Diamond, William Sharpe, Eric Maskin e Robert Solow in un appello rivolto al presidente Obama, hanno affermato che `Inserire nella Costituzione il vincolo di pareggio del bilancio rappresenterebbe una scelta politica estremamente improvvida. Aggiungere ulteriori restrizioni, quale un tetto rigido della spesa pubblica, non farebbe che peggiorare le cose`; soprattutto `avrebbe effetti perversi in caso di recessione. Nei momenti di difficoltà diminuisce il gettito fiscale e aumentano alcune spese tra cui i sussidi di disoccupazione. Questi ammortizzatori sociali fanno aumentare il deficit, ma limitano la contrazione del reddito disponibile e del potere di acquisto`. Nell`attuale fase dell`economia `è pericoloso tentare di riportare il bilancio in pareggio troppo rapidamente. I grossi tagli di spesa e/o gli incrementi della pressione fiscale necessari per raggiungere questo scopo, danneggerebbero una ripresa già di per sé debole`. Nell`appello si afferma che, `anche nei periodi di espansione dell`economia, un tetto rigido di spesa potrebbe danneggiare la crescita economica, perché gli incrementi degli investimenti a elevata remunerazione - anche quelli interamente finanziati dall`aumento del gettito - sarebbero ritenuti incostituzionali se non controbilanciati da riduzioni della spesa di pari importo. Un tetto vincolante di spesa`, poi, `comporterebbe la necessità, in caso di spese di emergenza (per esempio in caso di disastri naturali), di tagliare altri capitoli del bilancio mettendo in pericolo il finanziamento dei programmi non di emergenza`.

Per capirci di più in merito a questa tematica vi invitiamo alla visione di alcuni interessanti contributi video ritrovati in rete. Mentre per chi fosse interessato alla lettura completa del provvedimento, ecco il un trattato sul tema . Non vogliamo dire nulla. I video parlano da soli.

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