PAURA DA VERTIGINI

Milano, 7 giugno 2021 - A cura di Fabrizio Brasili, esperto di scenari e mercati finanziari. Da aggiungere a quanto scritto nelle precedenti,

PAURA DA VERTIGINI

rimane solo un` importante variabile, quella dei minimi sempre più alti, con il restringimento progressivo della forchetta, sempre limitata nella parte superiore del range, ed in continuo movimento, dalla barriera, in parte psicologica ed in parte resistenziale, a secondo dei mercati.

Per esempio sul Dow Jones osserviamo che, siamo ormai molto vicini sia alle resistenze dei 34800/900 punti, che a quelle psicologiche dei 35000, oltretutto massimi assoluti.
 
Idem sullo SP500, con un doppio livello coincidente però, sia delle resistenze che dei massimi assoluti di 4250 punti.
 
Qui potremo anche assistere ad un ultimo allungo fin poco sotto la barriera psicologica dei 4500 punti...ma nulla di più!
 
Ed attenzione alle vertigini ed all` ipercomprato accumulato nel tempo, che imporrebbe, per lo meno, una storno e sosta salutare, fin anche i 4050 punti, se non i 3820/30, vecchie e forti resistenze, divenute nuovi supporti.
 
Temiamo quindi, che il miscuglio esplosivo, fra le imposte sulle transazioni milionarie (in dollari) e plusvalenze, che l` amministrazione Biden sta per emanare, oltre all` enorme debito pubblico in continua crescita e l` inevitabile aumento dei tassi previsto comunque per il prossimo anno, possa alla fine provocare un salutare brusco ridimensionamento delle quotazioni.
 
Prima sugli USA e di conseguenza sui listini Europei, che gia` in questo Weekend hanno approvato una legge per la tassazione minima del 15% sugli utili prodotti dalle multinazionali nel paese di riferimento.
 
Con effetto anche, e non poteva essere altrimenti, sul Re Dollaro, e non solo.
 
Per quest` ultimo, notiamo, che prima dei dati occupazione usciti alle 14,30 di venerdì, il cross euro dollaro, stava tentando di rompere la resistenza di breve termine 1,2250, con obiettivi di medio termine, 1,23, livelli già segnalati da tempo ai nostri attenti lettori abbonati.
 
Per poi arrivare nel medio lungo termine, anche poco sotto 1,25.
 
Ciò, in attesa però, della prossima riunione della FED.
 
Ma questi dati hanno repentinamente rafforzato il dollaro, fin anche a 1,2120, per poi recuperare, con le normali ricoperture, fino agli attuali, mattina di sabato, 1,2150/60.
 
La tendenza di fondo per il dollaro rimane comunque sempre negativa, portato com` è a deprezzarsi verso nuovamente 1,2250, per poi attendere sempre notizie dalla FED, su inflazione attesa, tassi e diminuzione stimoli.
 
Oltre al sempre piu` pesante debito pubblico e su cui scritto precedentemente.
 
La strada è tracciata e sembra meno nebulosa del resto che ci ci circonda.