PAOLO ROSA. PALADINO DEI DIRITTI PREVIDENZIALI DEGLI AVVOCATI ITALIANI

PAOLO ROSA. PALADINO DEI DIRITTI PREVIDENZIALI DEGLI AVVOCATI  ITALIANI
PAOLO ROSA. Avvocato del Foro di Trento

Giannina Puddu, 4 maggio 2024.

Da qualche tempo, non ricordo esattamente da quando, ho avuto il piacere di entrare in contatto con Paolo Rosa, avvocato a Trento.

Il periodo, era stato, comunque, quello del rinvigorirsi delle battaglie condotte nell'interesse degli iscritti a ENASARCO che, pur obbligati alla doppia contribuzione ENASARCO/INPS e non avendo raggiunto il minimo dei 20 anni di contributi versati avevano perso tutto, rendita e capitale versato, con vantaggio esclusivo per la Cassa. 

Il caso è classificato, in burocratese, come il caso dei SILENTI ENASARCO nell'interesse dei quali si era mossa, come una leonessa, Lucia Ciampi da Roma.

In una sorta di incrocio tra "diritti previdenziali negati" nel ricco mondo delle Casse di Previdenza,  avevo notato e apprezzato Paolo Rosa per la sua attività costante in difesa dei suoi colleghi che rischiano i loro diritti previdenziali.

Paolo Rosa, appartiene alla categoria superiore degli uomini e delle donne che si caricano sulle spalle l'onere di combattere, esponendosi per una causa pubblica, spinti da un profondo ed incontenibile senso di Giustizia e senza un tornaconto personale. 

Che Paolo Rosa appartenga a questa categoria è certificato anche dalla costanza dei suoi interventi, come l'ultimo appena pubblicato stamattina e realtivo alla convocazione degli STATI GENERALI ADEEP (https://www.ifanews.it/gli-stati-generali-adeep), evento finanziato, in pieno conflitto di interessi, dai big della gestione finanziaria che non intendono rinunciare alla "gestione" del montante dei contributi previdenziali degli avvocati in Cassa Forense così come in ogni Cassa.

ADEEP è l’Associazione degli Enti Previdenziali Privati, nata nel 1996, rappresenta la realtà delle "Casse" e, particolarmente, il controllo di una montagna di soldi versati, con obbligo, dai liberi professionisti per finanziare, sperano senza curarsene, i loro diritti previdenziali futuri.

La privatizzazione degli Enti di Previdenza ed Assistenza dei Liberi Professionisti era stata introdotta dalla legge finanziaria del 1994.

L'allora Governo Ciampi si proponeva di attuare un riordino degli istituti e dei regimi previdenziali e assistenziali allora esistenti, come ricordato sul sito della stessa ADEEP...

Quel Carlo Azeglio Ciampi che era stato governatore di Banca d'Italia dal 1979 al 1993, prima di essere presidente del Consiglio, dal 1993 al 1994, poi ministro del Tesoro e del Bilancio e della Programmazione Economica, fino ad essere eletto come decimo presidente della Repubblica con incarico dal maggio 1999 al maggio 2006.

La provenienza dai vertici della finanza italiana con il bagaglio delle sue priorità, rese "sensibile" io credo, il nuovo presidente del Consiglio verso l'immensa ricchezza che si era già accumulata nelle casse previdenziali e verso il potenziale futuro implicito.

Da quella "privatizzazione" emersero i conflitti mai risolti tra la nuova natura privata degli enti previdenziali ed il loro storico e strutturale fine pubblico che sta nel garantire le prestazioni ai contribuenti obbligati a contribuire

Il cambiamento introdotto dal governo Ciampi spalancò le porte a vari attori finanziari che, con i loro appettiti insaziabili, si sono ritagliati un ruolo rilevante nella "gestione" dei montanti previdenziali, fonte di ricavi irrinunciabili per loro con dubbie opportunità per i contribuenti.

E' in questo nuovo scenario che l'avvocato Paolo Rosa si è inserito, quale paladino solitario dei diritti previdenziali degli avvocati denunciando, senza sosta, le trappole previdenziali tese in Cassa Forense che, numeri alla mano, espongono a rischi concreti le pensioni future della categoria professionale.

Come ho visto accadere sempre in Italia e in diverse situazioni, come pure nel mio caso personale per la tutela del Risparmio italiano con ASSOFINANCE, in quello di Lucia Ciampi per i SILENTI ENASARCO, anche Paolo Rosa combatte per i diritti previdenziali dei suoi colleghi, mentre i suoi colleghi non si curano dei loro diritti, neanche esprimendo il loro ampio sostegno e la loro gratitudine che sarebbero dovuti a Paolo Rosa, se fossero saggi.

Quindi, chi in Italia decide di agire per la "Giustizia", declinata in qualunque forma possibile, deve attingere dalle sue proprie risorse anche motivazionali, proseguendo il suo percorso con l'intenso appagamento che nasce dalla consapevolezza di spendere la propria esistenza, o parte di essa, per il trionfo del "bene" contro il trionfo del "male".

In questa opposizione che caratterizza la storia dell'Umanità, la sudditanza verso il Dio Danaro, quale strumento di Potere  è la linea di demarcazione comune.

Evidentemente, Paolo Rosa non ne subisce il fascino, mentre è, irrimediabilmente, mosso dal suo istinto di Giustizia che credo essere innato, nel senso che faccia parte della natura di alcuni e rari esseri umani che, pur nella loro solitudine, hanno migliorato il mondo e continueranno a migliorarlo, un pezzo per volta...

Si, perchè stringendo all'osso, è solo una questione di soldi e, Paolo Rosa, con il suo brillante curriculum avrebbe potuto dedicare, egoisticamente, il suo tempo alla collezione di incarichi ben pagati, anzichè alla difesa dei diritti previdenziali degli avvocati.

Oggi l’Adepp, l'associazione degli STATI GENERALI appena programmati con la sponsorizzazione delle case di gestione finanziaria, presidia l'attività di 18 Casse di previdenza private e privatizzate, più 2 Casse di assistenza, rappresentando oltre 1 milione e 600 mila professionisti ordinistici.

Si tratta di un flusso di cassa straordinario costante e garantito per legge, mentre "la legge", nell'intreccio di interessi tra controllati e controllori, fatica e non poco ad instaurare quell' "ordine" che la riforma del governo Ciampi si era data come obiettivo, fallendolo...

Per renderci conto della dimensione dei numeri in gioco è sufficiente ricordare che l'esercizio di CASSA FORENSE per la gestione 2023, ha prodotto un avanzo di oltre 1,406 miliardi portando il patrimonio netto a più di 17,629 miliardi.

L'Avv. Valter Militi, eletto quale nuovo Presidente di Cassa Forense nell'aprile del 2021 è anche membro del CDA di F2i SGR il cui capitale è detenuto  da 19 soci che includono le principali fondazioni italiane di origine bancaria, primari istituti di credito, Istituzioni Pubbliche, Casse di previdenza e Fondi pensione, Fondi Sovrani e Asset Manager.

La doppia esposizione di Militi suscita perplessità giacchè il ruolo di F2i, rispetto a Cassa Forense, è quello di fornitore di servizi di gestione finanziaria con l'acquisto di quote di fondi F2i da parte della stessa Cassa finanziato con i soldi dei suoi contribuenti.

La copertura finanziaria necessaria per l’erogazione delle pensioni degli avvocati deve essere garantita dal rendimento del patrimonio investito e, tale garanzia, entra in discussione se si espone il montante previdenziale agli umori imprevedibii dei mercati finanziari, aggravando la situazione con le porte girevoli degli incarichi che espongono ad insanabili conflitti di interessi.

Tant'è che i capitali in pancia alle società di assicurazione (totalmente private) nel ramo delle polizze vita a contributo volontario, sono trattati senza scorribande finanziarie caratterizzate da "volatilità" in quanto devono, per contratto, garantire la restituzione del capitale versato o, in alternativa, la rendita equivalente calcolata secondo le tavole attuariali. 

Mi ha spinta a dedicare queste righe a Paolo Rosa  la chiosa finale del suo pezzo pubblicato oggi: 

Ribadisco il mio “mantra”: la pensione dei professionisti italiani non può essere volatile.

Il ribadire,  conferma, senza dubbio, il suo preziosissimo ruolo nella distratta società italiana e, pertanto, merita un riconoscimento pubblico che spero possa contribuire a coinvolgere e sensibilizzare gli avvocati italiani sul tema.

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L'avvocato Paolo Rosa è nato a Cles (Tn) il 20.04.1948

Nel 1974, ha iniziato a svolgere l'attività di  avvocato iscritto presso l’Ordine degli Avvocati di Trento e dal 24.11.1988 è iscritto presso l’Albo dei Cassazionisti.

Si è specializzato in diritto del lavoro e della previdenza sociale.

Dal 1980 al  2019 è stato legale e consulente del Patronato Acli di Trento.

Dal 1990 al 1994 è stato consigliere e segretario dell’Ordine degli Avvocati di Trento.

Dal 1994 al 2008 è stato delegato per la Regione Trentino Alto Adige alla Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Forense in Roma.

Nell'aprile 2005 è stato eletto nel Consiglio di Amministrazione di Cassa Forense e Vice Presidente Nazionale.

Componente di diritto dell’Unione Triveneta dei Consigli dell’Ordine.

Dal 2007 al 2009 è stato Presidente della Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense con introduzione, primo fra tutte le Casse, della tecnica ALMAsset Liability Management per guidare l’attivo in funzione del passivo.

Si è laureato il 15 marzo del 1973 a Bologna con tesi in diritto agrario (prof. Enrico Bassanelli) e valutazione 110/110.

E' autore del testo pubblicato nell’aprile 2005 da Giuffré “La riforma della previdenza forense” e del manuale “Previdenza Forense”, pubblicato dall'editore Giappichelli.

Scrive  articoli settimanali sulla Rivista online “Diritto e Giustizia” e pubblicati, da qualche temo, anche da ifanews.it.