PALESTINA E ISRAELE. OCCUPATI E OCCUPANTI NELL'ILLEGALITA'
Giannina Puddu, 6 luglio 2023.
Ilan Pappé è un intellettuale israeliano, non sionista, storico, socialista, docente universitario presso l'Università di Exter (UK).
E' uno dei massimi esponenti del gruppo di ricerca Nuova Storiografia Israeliana, attivo da decenni con l'obiettivo di riscrivere la storia della nascita dello stato di Israele.
Pappè è la voce più dura verso il governo israeliano e si schiera a favore dei palestinesi.
Nel maggio 2023, paginesteri lo aveva intervistato e Il Manifesto aveva pubblicato l'intervista tradotta in italiano.
Interessante la domanda sui misteri della Nabka, "la catastrofe" in lingua araba che si riferisce alla cacciata di circa 700.000 arabi palestinesi dai territori occupati da Israele nel corso della prima guerra arabo-israeliana del 1948 e della guerra civile precedente.
Finita la guerra, la risoluzione n° 194 dell'ONU aveva sancito il diritto di rientro che, invece, Israele impedì.
Nella Conferenza di Losanna (1949), Israele propose il rientro di 100.000 profughi, in cambio del riconoscimento arabo dei confini stabiliti dalla guerra.
La proposta fu respinta e tutt'ora i plaestinesi lottano per poter tornare nella loro terra.
- tutte le ricerche storiche fatte dagli anni '80 hanno prodotto risultati incontestabili sulla Nakba e le sue conseguenze.
- tutti gli studi e le ricerche hanno documentato la pulizia etnica fatta da Israele nel 1948.
- Questi risultati confutano la narrazione israeliana ad uso interno e internazionale e che questa equivale ad una pura fabbricazione.
- L’espulsione dei palestinesi, allora come oggi, è un crimine contro l’umanità.
- Le autorità israeliane non vogliono che si parli di queste verità in quanto aprirebbero al dibattito sulla questione morale alla base della Fondazione di Israele costruita sull'espulsione dei palestinesi dai loro territori.
Ha risposto all'ulteriore domanda sul perchè della complicità e del silenzio dell' Occidente osservando che l'occidente non vuole esporsi all'accusa di antisemitismo, non vuole compromettere i suoi grandi interessi economici legati, soprattutto, alla vendita di armi a Israele, vuole conservare il territorio israeliano come punto strategico di presidio del mondo arabo.
Insomma, Israele e l'Occidente si scambiano favori per mantenere i loro privilegi a spese dei palestinesi.
Nel gennaio 2023, con clamoroso ritardo, l' Assemblea generale dell’Onu ha dato mandato alla Corte internazionale di Giustizia di valutare le conseguenze legali dell’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele.
Questo, in concomitanza con il sesto governo di Benyamin Netanyahu, il più estremista di tutti che aveva definito l'iniziativa dell'ONU come “vergognosa”.
Difficile credere, ancora, che sia possibile una soluzione militare tra israeliani e palestinesi che cercano di difendersi come possono allo scopo di rientrare nei loro territori e per difenderne altri da nuove aggressioni.
E' di qualche giorno fa l'ennesima operazione di guerra condotta dall’esercito israeliano a Jenin, nel nord della Cisgiordania con raid aerei, blindati che hanno fatto irruzione nella città, centinaia di soldati israeliani che si sono scatenati contro il popolo palestinese, entrando casa per casa e costringendo i civili, con la minaccia delle armi, a lasciare le loro già povere case.
I nuovi morti sarebbero una decina e oltre un centinaio di feriti.
Eppoi, arresti di massa e tremila persone ancora costrette ad addandonare le loro case che erano già allestite in un campo profughi e da profughi che già erano, hanno dovuto scappare ancora....
In passato, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato: la lotta contro il terrorismo a Jenin andrà avanti fino a quando la minaccia sarà eliminata.
In questo "mondo a parte", le persone che cercano di reagire e di difendersi da una feroce e violenta occupazione che non finisce mai sono definite "terroriste".
Il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, collocato all’estrema destra, dopo aver protetto un insediamento illegale costruito dagli israeliani su terreni dei palestinesi, aveva espresso la sua volontà di "promuovere" ulteriori colonie simili su tutte le colline della Cisgiordania.
Per spianare la strada a questo suo "progetto" aveva chiesto che fossero attuate operazioni militari di antiterrorismo che avrebbero causato “centinaia e se necessario anche migliaia di morti”.
Incredibile ma vero!
Nel settembre 2022, la Commissione internazionale indipendente d'inchiesta delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme est (unilateralmente annessa da Israele nel 1967) e il relatore speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese chiamata ad indagare e riferire pubblicamente sulla stessa situazione, avevano pubblicato i loro rapporti.
Successivamente, questi rapporti erano stati presentati all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
La priorità delle indagini che avevano portato alla scrittura di questi rapporti era stata nella domanda: l'occupazione di Israele dei territori palestinesi è stata legale?
Per rispondere, i ricercatori si sono basati sul Diritto Internazionale Umanitario (DIU) e sul divieto di acquisizione territoriale con la forza.
La SR, il Relatore Speciale, ha basato la sua analisi sul diritto di autodeterminazione, soprattutto sullo sfondo del colonialismo e delle lotte anticoloniali.
Pur seguendo percorsi di indagine differenti, la Commissione Internazionale Indipendente delle Nazioni Unite e il Relatore Speciale sono arrivati alla stessa conclusione: la prolungata occupazione israeliana del territorio palestinese, vale a dire la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e la Striscia di Gaza, è illegale e deve finire immediatamente.