OVERVIEW 2025

OVERVIEW    2025

Milano, 16 dicembre 2024.  A cura di Clément Inbona, Fund Manager di La Financière de l’Échiquier.

L'Avvento si distingue per il tradizionale esercizio di proiezioni nel settore finanziario, un rituale cui si sottopongono banche, gestori patrimoniali e società di ricerca economica.

Le prospettive per il 2025 sembrano raccogliere il consenso dei più.

Crescita dinamica negli Stati Uniti, attività economica sottotono in Europa, inflazione globalmente sotto controllo e quindi politiche monetarie accomodanti sembrano essere i comuni denominatori degli scenari finora elaborati. 

Osserviamo, di conseguenza, una preferenza per i titoli azionari statunitensi, in particolare per quelli legati al Trump bump, o un interesse per le obbligazioni societarie sensibili sia a un calo dei tassi sia a una crescita globale dinamica.

Eppure, a essere spesso ribaltato è proprio il consenso unanime, con notevoli conseguenze sui mercati finanziari.

Consideriamo alcune ipotesi alternative che potrebbero far deragliare questo scenario ben oliato.

Sul fronte geopolitico, immaginiamo che il presidente Trump, appena insediatosi, porti la Russia e l'Ucraina al tavolo dei negoziati e che subentri una pace duratura a un primo confronto teso.

Questo sviluppo consentirebbe alle azioni europee di recuperare velocemente lo sconto registrato rispetto ai titoli statunitensi.

Il 2025 diventerebbe quindi l'anno (tanto atteso) dell'Europa.

Quanto all'inflazione, e quindi alle banche centrali, l'escalation nella produzione tra OPEC, Stati Uniti e altri Paesi produttori di petrolio potrebbe comportare una discesa del prezzo del barile.

Dopo qualche mese, il calo dei prezzi dell'energia si farebbe sentire in modo più diffuso.

A seguito del crollo dell'inflazione, i banchieri centrali cercherebbero di riaccendere la fiamma tagliando pesantemente i tassi e aumentando i loro bilanci.

In questo scenario, gli asset obbligazionari produrrebbero rendimenti a due cifre alla fine dell'anno, superando i mercati azionari.

Sul piano sanitario, la diffusione su ampia scala di cure anti-obesità consentirebbe di invertire il calo brutale dell'aspettativa di vita negli Stati Uniti e contribuirebbe anche a un rimbalzo demografico in altri Paesi sviluppati, con un aumento significativo della produttività e quindi della crescita potenziale.

Si aprirebbe così una nuova era di crescita dinamica, di piena occupazione e di rally per gli asset rischiosi, quelli - in particolare - le cui valutazioni sono attualmente depresse da una crescita asfittica.

Per il commercio internazionale infine, l'ipotesi di dazi doganali imposti dall’amministrazione Trump comporterebbe un veloce apprezzamento del dollaro sul mercato dei cambi, rendendo obsoleto il protezionismo statunitense.

Un dollaro forte penalizza le esportazioni americane, riduce la crescita del Paese e pone fine all'eccezionalismo americano. 

Il Trump bump diventerebbe Trump slump.

Per definizione, queste ipotesi appaiono oggi poco probabili poiché si discostano da un consenso particolarmente forte.

Tuttavia, poiché sui mercati finanziari nulla accade come previsto e tutto cambia velocemente, vale la pena di concedersi un esercizio di economic fiction per costruire dei portafogli solidi.