OPZIONI PER PROTEGGERSI DALLA VOLATILITÀ
redazione 
Milano, 19 marzo 2025. Di Fabrizio Brasili, esperto di Scenari e Mercati Finanziari.
È una alternativa ma sconosciuta ai più.
Mai come questi ultimi anni ed i prossimi, è stato e sarà opportuno cauterizzare, almeno in parte, gli effetti della volatilità e delle conseguenze anche violente, di variazioni di prezzo delle materie prime soprattutto, ma anche tutti gli altri asset.
In che modo farlo?
Spesso si compra un contratto contrarian al sottostante, qualunque esso sia, che aggiungendo le commissioni applicate, lo spread elevato, costa poco più del sottostante, soggetto ad oscillazioni.
Esistono anche i Futures, ma allora è preferibile usarli in luogo del prodotto o asset fisico per la finanza prefissata per il ricevimento o la scadenza, a termine.
Si ha un modesto beneficio in termine di prezzo ma quasi sempre psicologico e di tranquillità assicurativa....
Ma solo quando la merce, il prodotto o l' asset (d' ora in poi sottostante) non ha nel tempo una significativa variazione.
La terza via, quella spesso ignorata per ignoranza, poiché ignorata è sconosciuta ai più, è rappresentata dalle Opzioni.
Breve spiegazione.
Si dividono in Opzioni Call le più usate e le Put, spesso poco liquide sui sottostanti e poco scambiate.
Sono ovviamente scambiate ed usate sia in acquisto che in vendita.
Spesso insieme e sullo stesso livello o strike, il cosiddetto strangle in inglese o stellage in francese, ma questo ultimo termine oramai in disuso in detta lingua.
Ma ci sono infinite soluzioni ed accoppiamenti ad altrettante strategie operative. Limitiamoci a quella più usata e semplice che è poi quella delle opzioni Call a protezione (avendo già un sottostante da, appunto, proteggere).
Si vende un opzione Call con strike leggermente sopra il prezzo di acquisto del sottostante, prezzo di carico o anche l' attuale, con due strategie.
Una a breve, 3 mesi e l' altra a lungo termine, 12 mesi.
Ma esistono opzioni tutti i mesi, fino a 2 anni, anche se le più usate sono quelle a scadenze trimestrali, decisamente con spread più contenuto e più liquide.
Facciamo un esempio:
La merce ci costerà o vale al momento 100 dollari Vendiamo una Call a 100 o 105 di strike con scadenza 3 mesi ed incassiamo subito 4/ 5 dollari, che deve considerarsi un premio per il possesso di quel Bene per un certo periodo di tempo.
Nel lungo termine, 12 mesi invece incassiamo subito 7/8 Dollari con strike 105/110.
Se il prezzo del sottostante scende sotto detti livelli di Strike, manteniamo in portafoglio la merce o l' assett (sottostante) e guadagnamo interamente l'opzione call o se si preferisce ammortizzato fino ad un massimo del 8% (max 8 dollari su 100) il costo del sottostante.
Se dovesse lo stesso essere stabile, si avrebbe il massimo del guadagno.
Certo se si prevedesse, a maggior ragione un rialzo anche modesto del sottostante, sarebbe preferibile usare la scadenza più lunga fra le due ipotesi e spostare sopra o molto sopra (otm cioè out the money) lo strike.
Se dovesse, terza ipotesi, il sottostante andare otre o molto oltre lo strike prefissato, per esempio 110, si dovrà a scadenza, consegnare il sottostante, con egualmente una buona plusvalenza (110 più 7/8 Dollari) avendo acquistato il sottostante a 100. Situazione per noi egualmente buona.
Nota informativa: per l opzione Put in acquisto si presume che il sottostante debba scendere, per la Call esattamente il contrario.
Avviso per i naviganti:
La vendita delle opzioni Call e Put, sono consigliabili solamente a investitori di lungo corso ma espongono a forti rischi se non affiancati da esperti professionisti sui derivati. Facendo si guadagnare molto, ma con possibili scostamenti di prezzo esponendo anche a forti perdite.
Per l'acquisto di Call e di Put il rischio è limitato solamente al premio pagato che normalmente per dette scadenze può oscillare fra il il 3% ed il 5% del valore del sottostante a secondo anche del tempo e della volatilità.
Per maggiori info: f.bsuperguru@yahoo it o meglio e per urgenze Whatsapp 348 5173119
