OMS. VACCINI, MIGLIORARNE L'EFFICACIA. RIDURRE I RICHIAMI.
Redazione, 13 gennaio 2022.
L'ultima nota pubblicata sul sito dell' OMS, ha un tono asettico, nessuna enfasi, poche certezze e grande invito invece, rivolto ai produttori di vaccini, a migliorarne l'efficacia, intervenendo sui loro componenti.
Si può leggere:
Il TAG-CO-VAC sta sviluppando un quadro per analizzare le prove sui COV emergenti nel contesto di criteri che attiverebbero una raccomandazione per modificare la composizione del ceppo del vaccino COVID-19 e consiglierà l'OMS sulle composizioni del vaccino aggiornate, come richiesto. Questo quadro considera la diffusione globale e la trasmissibilità, la gravità clinica, le caratteristiche genetiche, antigeniche e fenotipiche del VOC, inclusa la capacità di fuga immunitaria e le valutazioni dell'efficacia del vaccino.
Questo, mentre in Italia, per gli over 50, è stato introdotto l'obbligo di vaccinanzione con un vaccino che, di fatto, pare ancora non essere in grado di mantenere le sue promesse.
In Israele, si sono già mossi per la quarta dose ed anche dall'interno piovono critiche e dubbi.
Lo stesso Ceo di Pfizer, Albert Bourla, ha affermato che Due dosi del vaccino offrono tutt’al più una protezione molto limitata.
Tre dosi una protezione ragionevole contro ospedalizzazione e morte. Meno contro l’infezione e dunque lavoriamo a una nuova versione che sarà pronta a marzo, sottolineando che ci sono due certezze: Una prima è che il virus non andrà via e presumiamo che resti per un decennio. Sarà endemico ovunque, ha e avrà la capacità di creare varianti quindi vivrà, in un modo o nell'altro, insieme al genere umano per gli anni a venire.
La seconda certezza che abbiamo è che la protezione immunitaria con le varianti che conosciamo e ora pare anche con Omicron, è di durata breve, sia con il vaccino che con l’infezione naturale: pochi mesi, sempre meno.
In casa nostra, l’immunologo Abrignani (membro del Cts governativo), circa la frequenza dei richiami, ha dichiarato: Non abbiamo mai vaccinato tutta la popolazione mentre imperversava una pandemia di queste dimensioni, in questo caso abbiamo già fatto una scelta anticipando la terza dose a 4-5 mesi, ma penso che non sia una buona idea abbreviare troppo e vaccinare ogni tre mesi. (…)
Se si vaccina ogni due-tre mesi per stimolare continuamente la risposta “effettrice”, dopo un po’ potrebbe ottenersi l’effetto contrario.
Il sistema immunitario si potrebbe “anergizzare”.
Si rischia l’effetto paradossale di paralizzare la risposta immunitaria.
Le certezze e le conseguenti decisioni forti appartengono solo a chi ci governa.