ODESSA: NAZISTI, ARGENTINI, VESCOVI VATICANI. TUTTI CONTRO I COMUNISTI.

  Milano, 13 agosto 2021. Di Luca Cerchiari Musicologo, Critico Musicale, Accademico. Chi è stato incuriosito dal programma televisivo Hunting Hitler (ancora due puntate, il mercoledì sera, su La7) dedicato

ODESSA: NAZISTI, ARGENTINI, VESCOVI VATICANI. TUTTI CONTRO I COMUNISTI.

alla supposta non-morte del dittatore nazista nel bunker berlinese, e alla sua fuga in Sudamerica via Spagna, non potrà non essersi posto delle domande inerenti tale complessa e controversa questione (vedi il nostro precedente articolo su Ifanews dell’ 11 agosto).

Il programma tv, prodotto da History Channell grazie alla desecretazione da parte del governo federale di migliaia di documenti della CIA inerenti Hitler, mette in luce con dovizia di particolari l’eccezionale capacità tecnico-organizzativa dei vertici nazisti tanto nel progettare la fuga da Berlino verso l’Argentina quanto l’esistenza, quando Hitler arrivò in quel Paese, di strutture civili e militari tedesche idonee ad accoglierlo e, potenzialmente, a favorirne l’ambizione a una ricostituzione del Reich anche in senso bellico-militare.

Tra le domande possibili, una spicca in particolare:ma perché proprio l’Argentina?A leggere la storia di Odessa, la rete internazionale alla quale un neodottore dell’Università La Sapienza di Roma, Luca Mershed, ha dedicato un’ampia testi discussa due anni fa, le risposte si trovano, sono numerose, e sono facili da capire.

Odessa, intesa come rete internazionale, fu varata dai vertici tedeschi, militari e industriali, riuniti nell’agosto 1944 a Strasburgo.

Constatata l’impossibilità di vincere la guerra, e la certezza che l’invasione alleata della Germania ne avrebbe prosciugato la florida economia, militari e industriali si consorziarono per far espatriare ingentissimi capitali all’estero, creando attorno ad essi una via di fuga di molte persone e adeguate strutture politico-militari.

La scelta non esclusiva ma prevalente dell’Argentina si dovette al fatto che lo stesso Paese fu inizialmente fondato, in parte, da tedeschi, dalla presenza in Argentina di molte strutture e attività economiche tedesche, dalla coincidenza di visione politica fra Germania e Argentina (ove nel 1931 nacque un locale partito nazista) e dal fatto che il governo politico-militare di Juan Peron aveva da subito professato la sua vicinanza al nazionalsocialismo.

Con esso Peron aveva condiviso l’avversione anti-statunitense, e come esso egli aveva sposato, ispirandosi al cattolicesimo, analogamente alla Spagna franchista, una visione anti-comunista.

Odessa fu ideata dai nazisti durante un Convegno a Strasburgo dell’agosto 1944 e poi da essi attuata assieme al Vaticano (filo-nazista e anti-comunista, e capace di creare una rete di fuga, fornendo falsi documenti di identità a centinaia di tedeschi in fuga dall’Europa, con l’accoglienza dei nazisti in monasteri francescani e con transiti navali attraverso il porto di Genova).

Odessa fu infine strutturata anche da Juan Peron, in Argentina, per ottimizzare l’importazione argentina di esponenti tedeschi, criminali inclusi, molti dei quali giustamente ritenuti “interessanti”, al di là delle questioni ideologiche ed economiche, per l’alto livello della loro preparazione tecnica o scientifica, espressa nella messa punto di armi, bombe, aerei, navi, sommergibili.

L’esportazione di ingenti capitali verso l’Argentina (dalla Germania al Paese sudamericano attraverso banche svizzere o vaticane) finì di fatto a rafforzare considerevolmente l’economia di quel Paese.

E naturalmente favorì, di riflesso, il suo vertice politico-dittatoriale nazionale, che aiutò la diaspora tedesca e fornì a molti alti esponenti del nazismo, in tempi brevi, la cittadinanza argentina.

Il fatto quindi che Hitler, nelle sue varie supposte residenze argentine del periodo 1945-1965, da Bariloche a Misiones, potesse disporre di mezzi e strutture anche volte alla vendetta di un ricostituito Reich contro gli Usa, risulta altamente verosimile.

E se anche Hitler non fosse arrivato in Argentina e fosse morto, la stessa cosa avrebbe potuto esser messa in atto da alcuni dei suoi principali, ambigui collaboratori-oppositori (il convegno di Strasburgo del 1944 ebbe tra l’altro la conseguenza di progettare un fallito attentato a Hitler).

Come Martin Bormann, che visse molti anni in Sudamerica e morì, in Argentina, nel 1976.

Resta una seconda fondamentale domanda.

Come risulta dai moltissimi documenti della CIA poi desecretati, gli Stati Uniti, e non solo, erano perfettamente al corrente della assai probabile presenza di Hitler in Sudamerica.

Perchè allora il dittatore nazista non fu catturato e giustiziano, come accadde a Adolfo Eichmann, o catturato e processato, come avvenne con Eric Priebke?

Perchè il vertice nazista risultava interessante agli americani, e anche agli inglesi, per la presenza al suo interno di tecnici e scienziati di alto livello.

Come già con Werner von Braun in rapporto alla bomba atomica, ora le loro competenze potevano essere “comprate” e messe al servizio dell’imminente nuovo conflitto americano.

Non più contro il nazismo, ma contro il comunismo e l’Unione sovietica; con la santa benedizione del Vaticano.