Obama propone un taglio drastico alla `corporate tax` ed è subito polemica

Barack Obama entra `a gamba tesa` nel dibattito elettorale americano, che finora aveva avuto come protagonisti solo i repubblicani e le loro proposte sulla tassazione a singoli e aziende. Il presidente americano chiederà al Congresso di colmare una serie di falle nel sistema fiscale con l`obiettivo di ridurre dal 35 al 28% l`aliquota massima pagata dalle aziende.

La riduzione sarebbe possibile eliminando una serie di deduzioni e introducendo un aumento della tassa sui profitti (in particolare quelli realizzati all`estero per scoraggiare «giochi contabili che spostano i profitti fuori dal Paese»). La proposta di Obama abbasserebbe a «non più del 25%» l`aliquota effettiva pagata dalle aziende del settore manifatturiero (dall`attuale 32%) e aumenterebbe le tasse per i colossi petroliferi e del settore energetico.
In particolare, l`amministrazione punta a raccogliere ulteriori 250 miliardi di dollari in tasse nell`arco dei prossimi dieci anni, eliminando o riducendo molte deduzioni temporanee, crediti e altre misure giudicate poco efficaci. Come spiegherà oggi il segretario al Tesoro Timothy Geithner, la Casa Bianca chiederà anche una semplificazione della dichiarazione dei redditi per le piccole imprese, abbassando le tasse che queste pagano.
La reazione repubblicana non si è fatta attendere: l`ex governatore del Massachusetts Mitt Romney, candidato alla nomination del suo partito e impegnato a riguadagnare terreno nei confronti dell`ex senatore della Pennsylvania Rick Santorum, ha bollato la proposta di Obama come «una versione ampliata» del piano che lui stesso aveva presentato durante la campagna elettorale e che chiede «un sistema fiscale più equo» e un`aliquota massima per le aziende del 25% (tra gli altri candidati, Santorum fissa il tetto al 17,5%, Ron Paul al 15% e Newt Gingrich al 12,5%).
Il piano del presidente è comunque soggetto all`approvazione del Congresso e un`approvazione è tutt`altro che scontata, soprattutto alla luce del fatto che la Camera è a maggioranza repubblicana e che già in passato i rivali del presidente hanno alzato barricate su una serie di proposte. La Casa Bianca spera tuttavia che una parte dei repubblicani voti con i democratici, riconoscendo la necessità di una riforma del sistema fiscale.
La via è appunto in salita, visto che già in passato i repubblicani si sono opposti a misure che prevedevano una riduzione dei sussidi ai colossi energetici.
 
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