USA. RUSSIA. NUOVO FRONTE DI GUERRA AL LARGO DELLE COSTE CUBANE.
Giannina Puddu, 12 febbraio 2022.
Il 16 gennaio di quest'anno, il New York Times riferì che la Russia si stava organizzando per spostare le sue armi nucleari nei pressi delle coste americane, al largo di Cuba.
Nel novembre 2021, Putin aveva già anticipato che la Russia avrebbe potuto dispiegare missili sottomarini ipersonici a una distanza tale da poter colpire Washington.
Come la NATO, che dal territorio ucraino potrebbe colpire Mosca, se l'Ucraina entrasse formalmente in orbita NATO.
Pare che l'ipotesi fosse stata ventilata anche da funzionari russi proprio a margine delle trattative fra Mosca e i Paesi occidentali, irrigiditi sulla questione ucraina.
Sul fronte russo, opposto alla Nato e agli USA, pare coaugularsi un nuovo patto di Varsavia, in via di rifondazione nell'Europa Orientale e che potrebbe coinvolgere, in terra sudamericana, il Messico, il Venezuela, il Brasile, il Salvador, il Guatemala, l'Honduras, il Cile, la stessa Cuba e la Cina che, da almeno 15 anni sta pascolando in quei territori con grande profitto economico e politico.
Già nel 2006, si era vista la vicinanza tra Russia e Venezuela, quando, in occasione dell’anniversario dell’indipendenza venezuelana, due aerei Sukhoj avevano solcato il cielo di Caracas.
Il presidente di allora Chávez (morto nel 2013) aveva voluto enfatizzare in una dichiarazione alla stampa, la forte vicinanza del suo paese con la Russia.
Da tempo, molti gli analisti vedono nel Venezuela una sorta di nuova Cuba nella dinamica delle relazioni tra Washington e Mosca.
C'è anche che l'America Latina e i Caraibi (ALC) sono, da tempo, una regione di crescente competizione economica tra gli Stati Uniti d’America e la Cina.
Gli USA di Biden non hanno ancora definito la politica verso l’ALC ma, ovviamente, hanno l’obiettivo di contenere l’espansione cinese nella regione.
La pandemia di Covid-19, invece, ha accelerato il processo di rafforzamento dei legami economici tra la Cina e l’ALC, con la diplomazia dei vaccini, e gli investimenti che la Cina sta finanziando in infrastrutture, nel minerario, nell'industria energetica e nella tecnologia innovativa.
Per gli USA, il territorio sudamericano è questione di politica e di sicurezza, particolarmente rilevanti data la vicinanza geografica e fonte di grande preoccupazione per la forte crescita della presenza cinese nella regione, sia nell’economia che in alcuni settori strategici.
Pechino si è già schierata apertamente con il Cremlino, fortemente contraria all'espansione della Nato in terra Ucraina e, dall'altra parte del mondo, stavolta ai margini del territorio USA, un secondo fronte di guerra la vedrebbe schierata dalla stessa parte, forte anche dei frutti già maturi, coltivati in sudamerica, con le nazioni che sarebbero trascinate contro la NATO e contro gli USA.
L' adesione ucraina alla NATO rischia di costare troppo cara, non solo agli USA che la pretendono consapevoli della sfida diretta lanciata alla Russia, ma a tutto il mondo.
Per riportare tutto alla quiete, Biden dovrebbe rinunciare con gratitudine planetaria.