NUOVI DAZI USA: L'EUROPA DI FRONTE A UNA POTENZIALE TEMPESTA

NUOVI DAZI USA: L'EUROPA DI FRONTE A UNA POTENZIALE TEMPESTA

Milano, 24 febbraio 2025. A cura di Jan Viebig, Global Co-CIO ODDO BHF AM.

La recente mossa dell’Amministrazione Trump di aumentare i dazi su beni provenienti da Canada, Messico e Cina segna un cambio strategico significativo nella politica commerciale statunitense, con potenziali ripercussioni globali che gli investitori non possono ignorare.

La decisione, che prevede tariffe del 25% su molte importazioni canadesi e messicane (con un’eccezione del 10% per le materie prime energetiche canadesi) e un ulteriore 10% sui beni cinesi, è stata giustificata dalla Casa Bianca come uno strumento per affrontare l’immigrazione illegale e il traffico di droga.

Tuttavia, gli osservatori ritengono che l’obiettivo reale sia anche quello di ridurre il deficit commerciale e rafforzare le entrate statali attraverso la creazione dell'External Revenue Service.

Reazione dei mercati e volatilità a breve termine

I mercati hanno reagito con nervosismo: l’annuncio dei dazi ha innescato una perdita temporanea del 2% sugli indici azionari statunitensi, evidenziando la sensibilità degli investitori alle tensioni commerciali.

Tuttavia, le rassicurazioni provenienti dal Messico e dal Canada, che hanno ottenuto moratorie temporanee dopo colloqui diretti con Trump, hanno contribuito a stabilizzare i mercati.

Anche la risposta cinese, sebbene ferma (con dazi su prodotti energetici e agricoli statunitensi e restrizioni su alcuni minerali), lascia spazio al dialogo.

Tuttavia, la crescente incertezza richiede agli investitori un approccio prudente, con un occhio attento alla volatilità nei settori più esposti, come quello automobilistico e tecnologico.

Impatto macroeconomico e rischi regionali

Le conseguenze economiche dei nuovi dazi sono eterogenee: mentre gli Stati Uniti registrerebbero solo una leggera contrazione del PIL (-0,2%) e un moderato aumento dell’inflazione (+1,3%), Messico e Canada subirebbero un impatto più grave, con una riduzione del PIL superiore all'1%, aggravata nel caso di contromisure (-3%).

Per l’Europa, la situazione è più complessa.

Anche se l’impatto diretto dei dazi potrebbe essere inferiore rispetto a quello sui vicini nordamericani degli USA, il rischio rimane significativo, soprattutto per settori strategici come l’industria automobilistica.

Le stime di Goldman Sachs indicano che un aumento dei dazi sulle automobili europee potrebbe portare a una contrazione dell'1% del PIL reale dell'UE, colpendo duramente Germania e Italia, che registrerebbero un calo del 7% nelle esportazioni di automobili e una riduzione del 5% del valore aggiunto del settore.

Strategie per gli investitori

Gli investitori devono considerare diverse strategie per mitigare i rischi legati alle tensioni commerciali:

  1. Diversificazione geografica: Data l’esposizione diretta delle aziende europee e nordamericane ai nuovi dazi, gli investitori potrebbero considerare l’espansione dei propri portafogli verso mercati meno vulnerabili alle attuali tensioni, come alcune economie emergenti o regioni con minori legami commerciali diretti con gli Stati Uniti.
  1. Attenzione ai settori ciclici: L’industria automobilistica europea, soprattutto quella tedesca e italiana, rischia di subire pesanti contraccolpi. Gli investitori dovrebbero monitorare attentamente l’andamento delle aziende più esposte e valutare eventuali strategie di copertura o riduzione della loro esposizione.
  1. Inflazione e politiche monetarie: Con l’aumento atteso dei prezzi negli Stati Uniti, la Federal Reserve potrebbe trovarsi a dover rivedere le sue politiche monetarie. Gli investitori dovrebbero quindi monitorare i rendimenti obbligazionari e considerare strumenti che possano beneficiare di un ambiente inflazionistico.
  2. Valute e materie prime: Le tensioni commerciali potrebbero influenzare anche i mercati valutari e delle materie prime. Il dollaro USA potrebbe rafforzarsi a breve termine come bene rifugio, mentre le materie prime legate ai settori colpiti dai dazi (come l’energia e i metalli industriali) potrebbero registrare volatilità.

Prospettive a medio termine

Sebbene l’Europa sembri meno vulnerabile rispetto a Canada e Messico, le conseguenze di lungo periodo delle tensioni commerciali potrebbero essere significative.

La pressione competitiva aumenterà se le esportazioni cinesi e di altri Paesi esclusi dai nuovi dazi cercheranno sbocchi alternativi sul mercato europeo, intensificando la concorrenza locale.

Inoltre, la centralità dell'industria automobilistica tedesca nella disputa commerciale potrebbe rendere il mercato europeo particolarmente fragile nei prossimi mesi.

Gli investitori dovrebbero quindi prepararsi a scenari di mercato caratterizzati da maggiore volatilità e considerare strategie flessibili, capaci di adattarsi ai rapidi cambiamenti geopolitici e commerciali.

Mantenere una visione globale e una gestione attiva del rischio sarà fondamentale per proteggere i portafogli in un contesto economico sempre più imprevedibile.

La "tempesta" di cui si intravede l’arrivo potrebbe non colpire con uguale forza tutti i settori o le regioni, ma la turbolenza che si profila all’orizzonte richiede preparazione, resilienza e prontezza d’azione.

Per gli investitori europei, la vera sfida sarà trasformare questa potenziale crisi in un’opportunità, navigando con attenzione tra i venti contrari della politica commerciale globale.