Nunc facta sunt “agenda”
Non intendo dibattere di progetti politici in vista delle prossime elezioni. Posso commentare la componente economica che li caratterizza, quando è descritta con adeguatezza.
L’agenda Monti consente tale esercizio, esponendo molti propositi dalla difficile attuazione proprio perché essendo politica deve contenere “promesse” attraenti destinate a ritardi, compromessi e rinunce.
I prossimi trimestri impongono fatti su cui agire, mentre le prossime 8 settimane privilegiano spunti utili a conseguire consensi.
L’idea di rimuovere vincoli comunitari per liberare operatività in Italia è valida in teoria, ma forse andrebbe rovesciata; migliorare l’Italia per incidere in Eurozona è percorso lungo e, forse, il vero problema è a monte in Eurozona, per eccesso di ambizione, essendo impossibile far crescere i Paesi più problematici al livello dei più virtuosi.
Altrettanto idoneo ed indispensabile è il ritorno all’economia industriale, all’export ed ai settori trainanti; ottima idea, ma richiede capitali oggi assenti oppure onerosi da finanziare. In tale ottica si è perso l’anno in corso dopo i precedenti. USA, Germania e Francia hanno operato dal 2009.
Le ipotesi sulla green economy e sull’agricoltura sono affascinanti e necessarie, ma deboli per impatto sul PIL.
Ben più grave è il problema della spesa pubblica sulla quale non si è inciso adeguatamente con il governo tecnico; sarà difficile imporlo con quello politico. Vendere patrimonio non sarà agevole in assenza di compratori con utilità palese. I cittadini non possono sopportare oneri fiscali ulteriori e le patrimoniali da taluni ipotizzate non forniscono flussi di introiti quanto – forse - deflussi di stock. Qualsiasi scenario si muove in positivo dal 2014/15, scadenza alla quale può essere difficile arrivare in condizioni utili.
Il governo lascia circa metà dei temi dei suoi 7 decreti incompiuti; l’agenda li da invece per attuati. E’ anche vero che riforme previdenziale e del lavoro sono in corso, ma non producono ancora risultati tangibili; altrettanto sarà con riguardo a giovani e donne. Si tenta quindi di proseguire il percorso di Governo, invero impossibile da concludere in un anno, attraverso il consenso politico.
In definitiva, l’agenda ha spunti validi, ma arriva tardi e su un economia stanca che potrebbe non reagire a stimoli attivati probabilmente verso giugno. In questo senso, può apparire un esercizio didattico, ma poco pratico anche se più concreta di altre.
Non è un manifesto liberista; prevede invece un forte intervento dello Stato nella educazione dei cittadini, intesi come soggetti da formare dopo 50 anni di eccessi comportamentali di alcuni dei quali dobbiamo forzosamente pentirci. E’ idoneo dopo 2000 giorni di crisi?
Una valutazione sintetica
ASPETTI CRITICI
1. L’AGENDA ARRIVA IN RITARDO; era necessaria in primavera 2012
2. L’ORDINE DEI TEMI NON APPARE CONGRUO (gli sforzi vengono dopo le idee e non viceversa)
3. SI PARLA POCO DI RIDUZIONE DRASTICA DELLA SPESA NON UTILE E DI RIFORMA ISTITUZIONALE DEL SISTEMA POLITICO E DEI SUOI FLUSSI FINANZIARI
4. NON SI PARLA DI CASA E RELATIVA TASSAZIONE; POCO DI METODO DI TASSAZIONE DELLE IMPRESE
5. AGENDA MOLTO POLITICA, SENZA FORMULE DI POLITICA ECONOMICA
6. MANCA LA RIFORMA ELETTORALE
7. OGNI 1% DI RIDUZIONE DEL DEBITO VALE 20mld€; PER TORNARE ALL’EQUILIBRIO ANNI ’80 CI VOGLIONO 250mld€! FINORA SOLO 24 CON DUE MANOVRE (A FINE ’12)
8. FINORA SI E’ NAZIONALIZZATO (SnamReteGas da Enel a CdP); NECESSITEREBBE PRIVATIZZARE QUINDI CdP. MANCA LA STRATEGIA
9. MANCA PROGETTO PER IL SUD
10. IN GENERALE LETTERA DI INTENTI SENZA CONTENUTI DI IMPEGNI FINANZIARI
11. CHIEDE UN VOTO DI CONFIDENZA NON DI CONSENSO ALLO SOSTANZA; QUINDI E’ POLITICO
12. DOVE SONO LE RISORSE PER OTTENERE QUANTO INDICATO SENZA ASSORBIRE NUOVE IMPOSTE A DETRIMENTO DELLO SVILUPPO?
13. NON E’ UN MANIFESTO LIBERISTA, MA DI UNO STATO “DOCENTE” CHE RIEDUCA UN CITTADINO A LUNGO INDIVIDUALISTA SENZA RIEDUCARE ANCHE SE STESSO
14. UN TEMA E’ RIPETUTO LETTERALMENTE 2 VOLTE (contrasto ai reati) IN ULTIMA PAGINA
15. (DOPO IL 31.12) CONTENUTI MOLTO VICINI AL DISCORSO DI GIORGIO NAPOLITANO
ASPETTI POSITIVI:
1. SERIETA’ GENERALE DEL PROGETTO
2. AZIONE PROATTIVA IN EUROPA PER INCIDERE SUL CAMBIAMENTO
3. UTILIZZO CONCRETO DEI FONDI EUROPEI DA CONTRIBUTORI NETTI
4. PAREGGIO STRUTTURALE DI BILANCIO (ART. 81)
5. RIDUZIONE PROSPETTICA IMPOSTE SU LAVORO E IMPRESA
6. RITORNO ALLA VOCAZIONE INDUSTRIALE
7. CREDITO STRUTTURALE DI IMPOSTA E REGIME PER LE START UP
8. INVESTIMENTO FORTE SU CULTURA, TURISMO E SCUOLA
9. RIPROPOSIZIONE DELLA SPENDING REVIEW QUALI-QUANTITATIVA DELLA SPESA PUBBLICA
10. PIANO OCCUPAZIONE GIOVANILE E INVECCHIAMENTO ATTIVO
11. LOTTA ALL’ECONOMIA IRREGOLARE (CORRUZIONE, IRREGOLARITA’, RICICLAGGIO)
12. FERMEZZA SUL MANTENIMENTO DELLE RIFORME WELFARE E LAVORO
ASPETTI COLLEGABILI POLITICAMENTE
1. LAVORO E PENSIONI = CENTRO DESTRA
2. FAMIGLIA = CENTRO CATTOLICO
3. POLITICHE SOCIALI = SINISTRA
4. PATRIMONIALE = SINISTRA E CENTROSINISTRA
5. IN GENERALE, AFFINE PER ITALIA FUTURA NON PER FERMARE IL DECLINO
GIUSEPPE G. SANTORSOLA
Professore Ordinario di )
Economia degli Intermediari Finanziari.
Università Parthenope di Napoli
santorsola@uniparthenope.it