NOMOFOBIA. LA NUOVA MALATTIA CHE "BRUCIA" IL CERVELLO DEI GIOVANI
Redazione, 10 dicembre 2024.
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Le Big Tech, ci fanno miliardi a palate, pur sapendo che la Nomofobia è causata dalla loro "merce".
La nomofobia è la nuova malattia mentale che mette le persone in una condizione di panico al solo pensiero di rimanere scollegate dalla rete, particolarmente, dai social.
Una dodicenne americana che si chiama Taylor Little, dipendente dai social media, depressa, ha tentato il suicidio che, per fortuna, non le è riuscito.
Ha detto: "Sanno che stiamo morendo. Non gliene frega niente. Fanno soldi sapendo che moriamo".
Nadia Cabral, su Avaaz, dice che risulta da alcuni documenti che Mark Zuckerberg sa da anni che i prodotti delle sue aziende sono progettati per creare dipendenza, e che gli adolescenti sono i più colpiti.
In California, alcuni distretti scolastici e alcune famiglie, hanno querelato Zuckerberg accusando Meta di avere minimizzato i rischi per la salute mentale associati alle sue piattaforme, in particolare per i giovani.
Ma, un giudice federale, ha recentemente sentenziato che il CEO di Meta Mark Zuckerberg non sia personalmente responsabile.
Questa posizione riguarda oltre 20 cause pendenti contro Meta, Instagram e Facebook.
La sentenza favorevole a Zuckerberg è dei primi di novembre di quest'anno, per volontà del giudice distrettuale statunitense Yvonne Gonzalez Rogers.
Con una motivazione di circa 10 pagine, ha concluso che i querelanti non avessero dimostrato la relazione diretta tra l'assenza di informazioni sui potenziali danni collegati ai suoi prodotti e lo stato di salute dei ragazzi.
Per l'accusa, Zuckerberg "aveva diretto, partecipato, era a conoscenza e, di fatto, era lo spirito guida dietro l'occultamento e le omissioni illecite di Meta".
In parallelo, i procuratori generali di 14 stati degli Stati Uniti hanno intentato una causa contro TikTok.
Secondo i procuratori, TikTok realizza profitti creando una condizione di dipendenza nei giovani, al pari dell'industria del tabacco e degli oppioidi.
In Australia, il Primo Ministro Anthony Albanese ha annunciato una legge che impedirà ai bambini di età inferiore ai 16 anni di creare account sui social media.
Anche nel Massachusetts, il ricorso al tribunale contro Instagram con l'accusa di avere, deliberatamente, implementato funzionalità per creare dipendenza tra i giovani utenti, ingannando il pubblico sui pericoli che ciò rappresenta per la salute mentale degli adolescenti.
Nel caso, il giudice Peter Krupp della Corte superiore della contea di Suffolk a Boston ha condannato Meta, ritenendo che, effettivamente, abbia violato la legge statale a tutela dei consumatori e creato un disturbo della quiete pubblica.
A gennaio 2024, durante una turbolenta audizione alla Commissione Giustizia del Senato USA, erano stati proiettati dei video nei quali alcune persone raccontavano di essere state sfruttate sessualmente su Facebook, Instagram e X.
Il senatore Lindsey Graham, repubblicano della Carolina del Sud, aveva detto a Zuckerberg di avere "le mani sporche di sangue".
Nella stessa sede, accuse gravissime anche dal democratico dell'Illinois, Dick Durbin che ha sostenuto che le piattaforme dei social media non proteggono i bambini dallo sfruttamento sessuale online.
Discord, piattaforma social di messaggistica istantanea, secondo le accuse di Durbin è stato utilizzato per adescare, rapire e abusare di bambini.
Instagram di Meta ha aiutato a connettere e promuovere una rete di pedofili; i messaggi che scompaiono di Snapchat sono stati cooptati da criminali che estorcono denaro alle giovani vittime.
I CEO di tutti i social presenti hanno steso la lista delle loro procedure di sicurezza per i bambini, hanno promesso di collaborare con legislatori, genitori, organizzazioni non profit e forze dell'ordine per proteggere i minori.
Meta ha dichiarato di aver speso 5 miliardi di dollari per sicurezza e protezione nel 2023.
TikTok ha affermato che avrebbe speso 2 miliardi di dollari nel 2024 per risolvere il problema.
Secondo un sondaggio recente, metà della Generazione Z (nati nella seconda metà degli anni '90 e prima metà 2010) vorrebbe che TikTok non fosse mai stato inventato.
Le istituzioni avrebbero già dovuto commissionare studi su campioni di tutte le fasce di età per far emergere le patologie causate dall'abuso della connessione Internet e dei social.
E, subito dopo, avrebbero dovuto imporre rimedi adeguati come quello introdotto in Australia.
In questo momento, l'unica soluzione possibile è in mano alle famiglie che devono smettere di parcheggiare i figli davanti ai cellulari.