Noi non ci sbagliavamo, il Fmi sì
Il 5 giugno il Sole 24 Ore ha pubblicato un articolo dal titolo “Fmi ammette: errori gravi e colpevoli ritardi nel salvataggio della Grecia” (che troverete al seguente link). In esso si racconta della scoperta da parte del Wall Street Journal di un rapporto strettamente confidenziale.
Si tratta del secondo capitolo di quell`errore di valutazione sul peso delle misure di austerità che già aveva adombrato il capo economista Olivier Blanchard quando aveva ammesso che il Fondo aveva usato un moltiplicatore sugli effetti delle politiche recessive sulla crescita dello 0,5, mentre quello vero era dell`1,5 (come da noi evidenziato il 21 gennaio).
Un documento che contrasta pesantemente con le dichiarazioni dal direttore generale del Fondo monetario, Christine Lagarde, che, nel corso di un`intervista rilasciata ieri sera, ha detto che Atene potrebbe tornare sul mercato dei capitali l`anno prossimo.
Vi invito quindi a leggere la notizia ed a cercare di rimanere aggiornati sull’argomento.
L’unico effetto di queste politiche, nel tempo, sarà stato quello di determinare enormi bolle sul mercati finanziari, alterando il loro naturale andamento, con il rischio, come capitato alla Grecia, che le popolazioni dei paesi in difficoltà si ritrovino messe peggio di come si ritroverebbero se semplicemente il loro paese fosse uscito dall’Euro, se nessuno fosse intervenuto a “salvarli”.
A questo proposito vi segnalo il post di commento di Andrea Mazzalai come al solito molto ben fatto.
Andrea scrive: Il premio nobel Stiglitz ha più volte sottolineato i legami di molti dirigenti del FMI con i grandi gruppi finanziari e il loro atteggiamento arrogante nei confronti degli uomini politici e delle élites del cosiddetto terzo mondo, paragonandoli ai colonialisti di fine XIX secolo convinti che la loro dominazione fosse l’unica opportunità di progresso per i popoli “selvaggi”.
Ma tutto il post è interessante specie quando ricorda l’esempio dell’Equador.
Articolo a firma Gian Luca Bocchi