Redazione, 9 dicembre 2021.
La sofferenza recente di NIO sulla borsa americana è legata alla condizione generale dei titoli cinesi quotati in USA.
Giovedì scorso, Gary Gensler, Presidente della SEC (equivalente CONSOB italiana), ha rimarcato che se si vuole emettere titoli sul mercato americano si deve sottostare alle regole previste dal PCAOB (Public Company Accounting Oversight Board) e, quindi, assoggettare i libri contabili delle quotate all'ispezione necessaria da parte dell'autorità americane.
Per contro, il Governo Cinese, aveva vietato alle sue aziende l'applicazione delle regole di trasparenza in uso negli Stati Uniti.
E' l'ennesimo braccio di ferro tra i due giganti.
Da questo, la prospettiva del delisting che potrebbe essere imposta dalla SEC per NIO.
Ma, la piazza americana è irrinunciabile, anche per XI che punta alla leadership mondiale cinese nella produzione delle auto elettriche e sarà costretto a mediare per garantire il successo internazionale di NIO.
Goldman Sachs ha riferito che NIO potrebbe essere pronta anche per la quotazione ad Hong Kong (nel 2022), con doppia quotazione, dunque e non per abbandonare Wall Street.
Il 18 dicembre NIO lancerà la sua nuova berlina ET7 e pare avere in cantiere altri due nuovi modelli.
Secondo alcuni analisti, subita la correzione recente, alla quotazione attuale, NIO è molto attraente.
E' società super attrezzata per garantire una crescita aziendale convincente per il mercato.
Certo, la volatilità del titolo è alta.
All'aspro confronto sul piano normativo si sono sommati la carenza globale di semiconduttori registrata nel 2021 e le vendite mensili inferiori alle attese in alcuni mesi, ad esempio in agosto.
Ma si tratta di brevi periodi il cui peso sarà diluito e assorbito in futuro.
La probabilità di delisting è bassa.
Se anche fosse, non porterebbe alla perdita del capitale impiegato per comprare le azioni che sono un pezzo del valore aziendale che, comunque, non cessa.
I numeri, appena annunciati, relativi alle vendite del mese di novembre, confermano la potenza di NIO con 10.900 veicoli consegnati ed una crescita su ba pari al 106% e migliore prospettiva al 31 dicembre.
La Cina non può ferire NIO, anzi la tutelerà con ogni mezzo per dominare il mercato di riferimento.
Grazie al "sistema cinese" che si traduce come "concorrenza sleale" verso gli altri attori del settore, l'aspettativa degli analisti per NIO è che il fatturato 2021 sia in crescita del 140% rispetto al 2020.
Mentre, per TESLA, ci si limita al + 60%.
Da considerare anche la potenza del marchio NIO che le consente di vendere le sue auto ad una media di 68.000 dollari pari al 30% più di TESLA.
NIO è già sinonimo di qualità di produzione.
Sarà beneficiata dalla doppia espansione interna ed internazionale, grazie alla sua capacità produttiva, stimata in più di 500.000 veicoli entro il 2022, grazie al potenziamento della catena di produzione con la nuova sede di NeoPark.
Da questa estate, NIO è in Europa, avendo conquistato il mercato norvegese e pare molto bene attrezzata anche per il mercato americano (entro il 2024).
Particolarmente interessante, l'osservazione del P/S Ratio di NIO che risulta piuttosto basso, rendendo attraenti i valori attuali.
Le azioni di NIO hanno un valore pari a solo 9 volte le entrate dell'anno e solo 5 volte le entrate del prossimo con capitalizzazione pari a 50 miliardi di dollari.
L'attuale quotazione di TESLA esprime un valore superiore, rispettivamente del 110% e del 160%!
Rivian, concorrente minore capitalizza 70 miliardi e Lucid, ancora realtà più piccola, è a 100 miliardi.
Allargando il quadro a tutta l'industria di auto elettriche offerte sotto la spinta della tutela ambientale, temo che, fra qualche anno (se non prima...), si faranno sentire la carenza di energia elettrica, il peso del suo costo e della sua modalità di produzione.
A tendere, potrebbe rivelarsi una non-soluzione rispetto ai veicoli di vecchia generazione.