NIGER: FUORI I MILITARI FRANCESI ENTRO FINE ANNO.
Redazione, 24 ottobre 2023.
Poco dopo il golpe militare del Niger, secondo alcuni osservatori, sembrava che la Francia potesse organizzare una sua reazione militare sul posto per rimettere in sella il deposto Presidente Bazoum e sembrava anche che i Paesi dell'ECOWAS potessero sostenere tale intervento.
Nel frattempo, invece, pur essendo membri o ex membri (sospesi) dell'ECOWAS, il Mali e il Burkina Faso avevano anticipato il loro schieramento, anche militare, a favore del nuovo governo del Niger.
Ma, nè la Francia, nè l'ECOWAS sono intervenuti militarmente in Niger nel quale il nuovo governo agisce con il sostegno della gran parte della popolazione.
Kabiru Adamu, analista della sicurezza, riferiva a TRT Afrika che "L'influenza della Francia nell'Africa occidentale sta diminuendo" nelle terre in cui i regimi militari sono emersi come una nuova forma di governo e che paesi come il Niger, il Burkina Faso, la Guinea e il Mali sono l'esempio dell'aperta manifestazione di sentimenti antifrancesi.
Il nuovo governo del Niger ha ordinato ai militari francesi di preparare i bagagli e di lasciare il Paese entro il 31 dicembre 2023 e la risposta francese è arrivata da Eric Ozanne, comandante delle forze d’oltralpe nel Sahel, che ha confermato che tale data sarà rigorosamente rispettata.
Bazoum è stato accusato di un tentativo di fuga, ma i suoi avvocati lo hanno negato fermamente.
Emmanuel Macron, non si sa a che titolo, ha chiesto venerdì l’immediata liberazione dell’ex presidente, di suo figlio e della moglie.
Ieri, con un Comunicato Stampa il Consiglio dell’UE ha riferito di avere adottato un quadro per misure restrittive in considerazione della situazione in Niger.
La motivazione: Questa decisione dimostra la determinazione dell’Unione europea a sanzionare coloro che minano la stabilità, la democrazia e lo stato di diritto in Niger e costituiscono una minaccia alla pace e alla sicurezza nella regione. Questo nuovo quadro autonomo per le misure restrittive è destinato a fornire un contributo tangibile nel sostenere gli sforzi della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) verso un rapido ritorno all’ordine costituzionale in Niger.
L' UE agisce per "ripristinare" un ordine percepito dalle popolazioni locali come drammatico caos che, fin qui, le ha costrette alla vita in povertà assoluta, nonostante l'abbondanza di ricchezze nazionali.
Il governo del Niger ha dichiarato l’ambasciatore francese come persona non gradita, mettendo alla porta anche la canadese Louise Aubin, coordinatrice delle Nazioni Unite nel Paese.
E, in una lettera inviata al segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, la giunta militare ha denunciato “manovre subdole, sabotaggi” e quant’altro, volti a danneggiare il Niger, dietro istigazione della Francia.
Il presidente Bazoum, che ha rifiutato di dimettersi, è ancora detenuto, insieme alla moglie e al figlio, nel palazzo presidenziale.
L’ambasciatore russo in Niger, Igor Gromyko, ha incontrato il presidente della giunta militare, Abdourahamane Tchiani e il ministro della Difesa.
Il diplomatico russo ha semplicemente dichiarato di aver discusso con i suoi interlocutori di interessi comuni tra i due Paesi.
Gli investitori europei sono molto interessati alle risorse minerarie del Niger e, dopo il golpe militare, sono costretti a rivedere le loro strategie.
Nonostante alcuni governi europei abbiano interrotto le loro relazioni con il Niger non è esclusa l'ipotesi che le aziende possano continuare le loro attività, certo su presupposti economici nettamente diversi e molto meno convenienti rispetto a prima.
Il Niger vuole trattenere gli introiti derivanti dall'estrazione mineraria nei suoi ricchissimi territori, esportando a prezzi di mercato e non più regalando.