“Nessuna ragione tecnica, tecnologica o economica potrà pertanto giustificare un aumento del limite comportando rischi per la salute della popolazione”.

“Nessuna ragione tecnica, tecnologica o economica potrà pertanto giustificare un aumento del limite comportando rischi per la salute della popolazione”.
Paolo Donadoni, Sindaco di Santa Margherita Ligure. Fonte: PrimaILLEVANTE

Redazione, 29 maggio 2024.

Il sindaco di Santa Margherita Ligure, Paolo Donadoni, ha dichiarato: “Nessuna ragione tecnica, tecnologica o economica potrà pertanto giustificare un aumento del limite comportando rischi per la salute della popolazione”. 

E, nel dichiarare questa sacrosanta verità, Donadoni ha firmato un’ordinanza che vieta, su tutto il territorio comunale, l’aumento del campo elettromagnetico oltre i limiti fino ad ora vigenti pari  a 6 volt per metro.

Il 3 maggio u.s., il sindaco Donadoni ha scritto sulla sua pagina Facebook:

Il Sindaco di Santa Margherita Ligure, Paolo Donadoni, ha firmato un’ordinanza che vieta, sull’intero territorio comunale, qualsiasi aumento dei limiti dei campi elettromagnetici a oggi vigenti, che sono pari a 6 volt per metro.
Un documento redatto a tutela della salute pubblica, dato che ci troviamo in assenza di riscontri certi di natura medico scientifica che escludano ogni effetto negativo che potrebbe derivare dall’innalzamento delle emissioni elettromagnetiche da 6 volt per metro a 15 volt per metro, con possibile rischio per la salute delle persone fisiche nel medio e nel lungo periodo, dato che la ricerca sugli effetti biologici delle frequenze “5G”, in particolare sulle onde millimetriche, non è ancora stata ultimata e non vi sono pertanto studi epidemiologici completi.
Nessuna ragione tecnica, tecnologica o economica potrà pertanto giustificare un aumento del limite comportando rischi per la salute della popolazione. Visto che un innalzamento dei limiti di emissione elettromagnetica - in assenza di comprovate e documentate evidenze medico scientifiche, che ne dimostrino appieno la assoluta e palese innocuità - potrebbe comportare effetti biologici dannosi, ingiustificabili e inaccettabili in contrasto con l’esigenza e necessità di tutelare la salute pubblica e in attesa di più approfondite valutazioni e accertamenti medico scientifici, che facciano chiarezza sulle conseguenze di tale innalzamento dei limiti alle emissioni elettromagnetiche, il Sindaco Paolo Donadoni ha firmato la relativa ordinanza, il cui rispetto sarà oggetto di accertamento da parte degli agenti della Polizia Locale e delle Forze dell’Ordine.
Pur in assenza di prove scientifiche che escludano rischi per la salute della popolazione, i nuovi limiti di emissione elettromagnetica per le reti di telefonia cellulare, il governo Italiano li ha resi possibili dal 1° maggio 2024.
Questo conflitto evidente tra l'atteggiamento del governo nazionale e i governi locali, espone a rischi, anche gravi, la salute dei molti cittadini che non hanno avuto la "fortuna" di eleggere un sindaco che sia capace di dire NO.
Per contro, tra numerose e argomentate obiezioni, la norma nazionale inserita nel Decreto Concorrenza per la volontà del Ministero delle Imprese e del Made in Italy che ci ha raccontato che  l’obiettivo è quello di “favorire lo sviluppo della 5G economy italiana con reti altamente performanti in grado di rafforzare la competitività del sistema Paese”. 
Ma, il Ministro Adolfo Urso, avrebbe dovuto, prima, accertarsi degli effetti sulla salute pubblica.
Ammesso che questo provvedimento "rafforzi" la sgangherata competitività del "sistema Paese" e lo vedremo, che senso avrebbe un sistema Paese più competitivo per cittadini che si siano ammalati nel frattempo???
Tant'è che la lista dei sindaci che ragionano seguendo schemi logici contrari, rispetto a quelli del ministro Urso, in Liguria si sta allungando.
A decidere per il rifiuto del 5G, il primo è stato Gian Alberto Mangiante, sindaco di Lavagna, seguito da Carlo Bagnasco, sindaco di Rapallo, poi, il sindaco Solinas di Sestri Levante, il sindaco Gino Garibaldi a Cogorno, il sindaco Paola NegroPieve Ligure che aveva chiarito la sua ferma contrarietà all'innalzamento dell’attuale limite dei 6 V/m spiegando che in ottica di ragionevolezza, prudenzialità e sostenibilità dovrebbe essere necessariamente determinato sempre e soltanto in base a robuste scelte ed evidenze di tipo medico-scientifiche, e non già mai in base a scelte politico-economiche, tecnologiche o comunque altrimenti «opportunistiche”, in funzione cioè di interessi diversi da quello primario della tutela della salute dei cittadini”.
Contro questi sindaci è insorto Marco Bussone, Presidente nazionale dell’Unione Nazionale dei Comuni, delle Comunità, e degli Enti Montani (Uncem) che ha sottolineato, in linea con il ministro Urso,  l’importanza di accogliere questa tecnologia per combattere il crescente divario digitale che affligge molte zone rurali e montane del Paese.
Bussone ha dichiarato: Mi trovo perplesso quando leggo di Comuni che si oppongono al 5G, specialmente se si tratta di comunità montane... Oltre al fatto che, per legge, non possono farlo, è importante che comprendiamo tutti insieme, inclusi i Comuni, che in un contesto di digital divide così ampio e in aumento, dire no alle infrastrutture di rete è veramente controproducente. Dannoso per tutti, inclusi i Comuni stessi e l’intera Pubblica Amministrazione...
È particolarmente sconcertante considerando che abbiamo ben 4230 segnalazioni, raccolte tramite un’indagine Uncem, di zone in Italia dove non c’è copertura telefonica.
Il messaggio di Uncem-Bussone è il solito al quale ci hanno abituati ogni volta che tentano di calarci dall'alto soluzioni di dubbia qualità: è tempo di abbracciare il futuro digitale e di lavorare con determinazione per garantire che nessuna comunità venga lasciata indietro nell’era della connettività globale.
I sindaci e i cittadini saggi, preferiscono "restare indietro" ma sani, piuttosto che avanzare da malati.
In tutta Italia, da nord a sud, sale il numero dei sindaci che si oppongono al 5G e il sindaco di Messina, De Luca è determinato: “Non autorizzerò queste installazioni, chi lo fa è irresponsabile”.
Ha adottato la sua Ordinanza di stop 5G, in applicazione del principio di precauzione comunitario, con la quale ha vietato a chiunque di installare, sperimentare o diffondere le frequenze con impianti 5G in attesa che vengano divulgati gli studi sugli effetti delle radiofrequenze.
Nel dicembre 2018 l’Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e Ambientale (AMICA) aveva richiesto l’accesso agli atti per sapere se il Ministero dello Sviluppo Economico, guidato da Luigi Di Maio, avesse richiesto all’Istituto Superiore di Sanità e all’INAIL (che fa le funzioni dell’ISPESL, abrogato) il parere sanitario sulla sicurezza delle esposizioni elettromagnetiche del 5G.
Il Ministero della Salute non rispondeva così AMICA ha fatto ricorso all’ufficio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Finalmente, arrivati i documenti richiesti e AMICA ha potuto constatare che non è stato richiesto dal Governo alcun parere sanitario sul 5G ai sensi della Legge di Riforma Sanitario 833 del 1978. In particolare:
  • l’INAIL dichiara di non avere alcuna documentazione sulla sicurezza del 5G;
  • il Ministero della Salute dichiara di non essere stato interpellato sulla sicurezza del 5G dal Ministero dello Sviluppo Economico prima della vendita delle frequenze del 5G e che anche il Consiglio Superiore di Sanità non si è interessato del problema;
  • il Ministero dello Sviluppo Economico risponde che la documentazione richiesta (il parere sanitario) non è di sua competenza.
  • l’Istituto Superiore di Sanità dichiara di non aver prodotto alcun parere sanitario ma di aver risposto all’AGICOM che richiedeva la semplificazione delle procedure di installazione delle nuove antenne 5G.

Scrive l'Associazione AMICA: se volete potete inviare la lettera al Sindaco in copia per conoscenza ad A.M.I.C.A. così da darci la possibilità di tenere il conto dei sindaci che sono stati avvisati della mancanza del parere sanitario.

Potete inviare la vostra lettera ad A.M.I.C.A. per lettera o per email ovvero: e p.c. A.M.I.C.A. Casella Postale 3131 00121 Roma amica@infoamica.it

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