Nelle prossime settimane assisteremo a un intervento sui mercati senza precedenti

Non c`è modo di prevedere che cosa succederà in Europa. La sola cosa su cui tutti concordano è che è necessario trovare una soluzione per l`attuale crisi di fiducia nell`Euro.

Nelle prossime settimane assisteremo a un intervento sui mercati senza precedenti

La tensione creata dall` accordo che ha costretto tutti paesi dell`area Euro ad adottare una politica economica conservativa dal punto di vista fiscale (culminato nel `Fiscal Compact` siglato lo scorso dicembre) ha rappresentato un punto di rottura. Anche con i debiti della Grecia cancellati per un terzo del loro valore nominale e con i numerosi programmi di sostegno, il PIL greco è crollato del 20% negli ultimi 5 anni, mentre l`economia tedesca ha continuato ad espandersi. Merkel e Cameron concordano sul fatto che la disciplina fiscale sia un imperativo, mentre il neoeletto Presidente Hollande (con il supporto di Obama al G8) sta spingendo per ottenere maggiori azioni di stimolo e di supporto alla crescita. Entrambe le parti hanno un argomento forte, non si può spendere più del proprio debito, che ricorda un commento di Miss Thatcher - “il problema del Socialismo è che alla fine si spendono anche i soldi degli altri` - se si astrae questa grande verità dalla politica e si sostituisce la parola `Socialismo` con `Indebitamento`. Ma d`altra parte, come può il mondo `tirar fuori dal cappello` qualche segnale di crescita, se i governi sono ancora fortemente indebitati? Non c`è via d`uscita alla recessione.

Che cosa significa tutto questo per i mercati?
1. La Grecia uscirà? La mia opinione è che ora è molto più probabile rispetto a quanto lo fosse prima delle elezioni. Molto semplicemente, se i greci votano per eleggere un leader che intende ignorare i patti siglati con il Fondo Monetario Internazionale e con l`Unione Europea lo scorso anno, allora la Grecia sarà obbligata a uscire.  
2. Come farà a uscire la Grecia se non c`è alcuna procedura d`uscita? E quale sarebbe l`impatto? Bene - si può fare, ma è difficile e sarebbe un colpo duro per le economie dell`area Euro. L`impatto è stimato da alcuni nell`ordine del 3% del PIL dei paesi membri dell`Unione (ma, più interessante, porterà a un sospiro di sollievo più avanti?)
3. Una mossa di questo tipo richiederebbe poi un importante passo avanti nell`integrazione europea: pensare a garanzie per i depositi bancari in tutta Europa (esclusa la Grecia), che la BCE tagli nuovamente i tassi, nuovi programmi di stimolo, e - fondamentale - la fine reale dell`Indipendenza Fiscale con l`adesione di tutti i paesi a un chiaro `Manuale di Gestione di un`Economia Moderna`. Ritengo che gli Eurobond emessi dai paesi membri potrebbero diventare la norma.
4. E` possibile che la Grecia rimanga? Credo che tutte le parti lo preferirebbero, anche se non sono pronte a sprecare ancora il loro denaro: forse i debiti greci potrebbero essere ancora estinti (riducendo drasticamente gli interessi) mentre si spera che la Troika (Comunità Europea, BCE e Fondo Monetario) rilasci un mandato all`Interpol per cercare chi ha venduto cosa a chi e perché, tanto da creare quella grande bugia che ha permesso ai greci di non rispettare le regole. Potrebbe benissimo esistere una coalizione in cui sono coinvolti i principali partiti nazionali, Pasok o Nuova Democrazia.
5. Se questo dovesse accadere, allora forse anche all`Irlanda dovrebbe essere concesso qualche sconto sul debito, e forse anche a Spagna e Portogallo? A qualcuno serve mostrare che le banche stanno condividendo il peso di quanto sta accadendo - e come mostra il dibattito nato a proposito dei salari dei direttori di molte banche, non ci sono fino adesso grandi segnali in questo senso.

Che cosa accadrà ai mercati?
Ritengo che nelle prossime settimane assisteremo a un intervento sui mercati senza precedenti, probabilmente dopo le elezioni parlamentari francesi e le elezioni in Grecia (17 giugno). La crisi attuale sta man mano diventando grave quanto quella di fine 2008, e il grande potere detonatore a disposizione dei governi (lo stimolo fiscale) e delle banche centrali (stimolo monetario) è fatto di un insieme di batterie che sembrano essere quasi esaurite. Anche se, forse, un accordo per seguire il `Manuale di Gestione di un`Economia Moderna` per un periodo di 10 anni anziché di 5, insieme a una Germania che accettasse di mettere la maggiore azione di supporto dietro lo stimolo alla crescita, tutto potrebbe combinarsi per ristabilire una parvenza di fiducia nei mercati azionari. Ricordiamo che nessuno si aspettava la LTRO - e avrebbero potuto essere adottate misure monetarie più creative. Lo stesso non può valere per i mercati obbligazionari, o per l`Euro. Occorre che la moneta unica si indebolisca ancora, e i rendimenti obbligazionari cresceranno con l`attenuarsi del flight to safety. Bisogna ricordare che il peso dell`azionario è sceso ai suoi minimi storici, mentre i bund tedeschi a 10 anni scambiano con un rendimento dell`1,4%. Per ottenere ritorni di capitali in un contesto di questo tipo occorre fare delle previsioni molto pessimistiche sull`economia globale.   

E` il momento di aggiungere altri 50 penny, o aspettiamo al buio per un pò?
Forse per i coraggiosi questo è il momento, perché se i greci eleggono un partito con il quale la Troika può dialogare e la leadership congiunta a livello globale produce un piano convincente, allora i mercati potranno risalire la china. Ma per le elezioni in Grecia bisognerà aspettare fino a metà giugno e, a loro volta, gli americani non lavoreranno a nulla di decisivo fino alle loro elezioni  previste per la fine di quest`anno. Alla fine, si troverà la soluzione giusta, l`Euro sopravviverà - con o senza la Grecia. Il risultato più importanti che scaturirà da questa confusione non sarà la fine dell`Euro: sarà invece un`Europa più unita, che unirà in sè i punti di forza di tutti i membri e che non permetterà più a un singolo membro di rimanere dentro il club senza rispettarne le regole. Per facilitare l`inevitabile processo di aggiustamento, viene sviluppata una policy regionale più proattiva. Dal punto di vista delle valutazioni, i mercati azionari europei sono a livelli di trent`anni fa, ignorano cioè tutti gli innegabili progressi fatti dalle aziende europee in quel periodo. Abbiamo posizioni in aziende dominanti a livello globale e che vivono una crescita guidata meno dall`andamento macroeconomico e più da fattori di crescita nel lungo termine, come un`operatività efficiente o drivers demografici come l`invecchiamento della popolazione. Concentrandoci su queste aziende di alta qualità siamo convinti di essere ben posizionati per affrontare i risultati dei cambiamenti a livello politico che vedremo nelle prossime settimane e mesi.

Commento di Tim Stevenson, diHenderson Global Investors

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