Nel 2012 la crisi del debito continuerà a dominare, parola di Dws

Secondo DWS, nel 2012 le crisi del debito continueranno a dominare la scena dei mercati internazionali. Inizialmente i livelli di indebitamento apparivano preoccupanti solo nei paesi periferici dell’eurozona, ma adesso il problema si è esteso anche ai maggiori stati europei. “Il meccanismo di trasmissione della politica monetaria risulta distorto”, commenta Asoka Wöhrmann, membro del Consiglio di Amministrazione e Chief Investment Officer di DWS. “Per uno stato economicamente debole, i bassi tassi della Bce non corrispondono più necessariamente a un basso livello di tassi di interesse domestici. In tali nazioni le condizioni di credito stanno diventando più restrittive, con un peggioramento del sentiment del paese e dei consumatori. La crisi si è diffusa all’economia reale, toccando anche la Germania”, prosegue Wöhrmann, secondo il quale la crisi in corso ha dimostrato che l’interazione tra una banca centrale e 17 diverse politiche monetarie ed economiche europee semplicemente non funziona. “La spirale negativa e gli interventi della Bce dimostrano che i mercati dei titoli di stato non sono più in grado di curarsi da soli”. Il destino dei mercati dei capitali nei prossimi anni sembra ora legato a un interrogativo fondamentale: come si può ristabilizzare l’eurozona? Secondo Wöhrmann non è il momento di strumentalizzare la Bce: “Il passaggio della Bce dal ruolo di acquirente passivo a quello di acquirente attivo potrebbe rivelarsi positivo nel breve periodo, ma stampando denaro non si fa altro che rinviare il problema”. L’esperto di strategie di investimento di DWS è assai più favorevole alle proposte avanzate dalla Bundesbank per una maggiore convergenza delle diverse politiche fiscali: “Per trovare una soluzione sostenibile, i 17 paesi coinvolti devono giungere a un accordo chiaro e trasparente sulla politica fiscale, che preveda anche il diritto ultimo di agire in caso di violazione delle norme. Solo allora la Bce potrà intervenire, laddove necessario, con una soluzione ad interim”.

Secondo DWS fund management, i mercati obbligazionari attualmente sono dominati dalle decisioni politiche e dai timori relativi a un’ulteriore escalation del debito. Mentre la Germania può emettere debito a un tasso inferiore all’inflazione, la Francia paga praticamente il doppio per i prestiti a dieci anni. Stefan Kreuzkamp, Head of Fixed Income di DWS, è convinto che la svolta avverrà nel corso del 2012: “I premi per il rischio sui titoli di stato europei hanno raggiunto livelli record rispetto ai Bund. L`anno prossimo assisteremo a una rivalutazione delle probabilità di default, poi sarà il momento di tornare a investire nei bond italiani, spagnoli e belgi`. Attualmente Kreuzkamp ravvisa opportunità di rendimento nei Covered Bond, nelle obbligazioni denominate in valuta estera di paesi con rating tripla A come Australia e Nuova Zelanda e in titoli sezionati di paesi emergenti quali Polonia e Messico. Secondo Kreuzkamp, per le obbligazioni corporate il rischio di prezzo è limitato: “Questi rischi sono già scontati dai mercati. I tassi di default impliciti a cinque anni hanno segnato record storici, sebbene i fondamentali delle aziende siano molto solidi`.

DWS ritiene che la solidità patrimoniale e le basse valutazioni dovrebbero avvantaggiare i mercati azionari nel 2012. Tim Albrecht, gestore DWS, predilige i titoli europei legati alle esportazioni, tuttora favoriti dalla crescita dei mercati emergenti. Questo vale in particolare per le società tedesche e scandinave: “Nel 2012 i titoli di qualità tedeschi rappresenteranno la prima scelta. I bilanci pubblici sono solidi, le aziende hanno raggiunto un elevato livello di competitività internazionale e la domanda estera di prodotti tedeschi rimane sostenuta. Questo non si riflette tuttavia nei prezzi: con il DAX a circa 5000 punti il rapporto prezzo/patrimonio netto è pari a uno, un importante livello di supporto” secondo Albrecht.

Thomas Schüßler, gestore del maggiore fondo azionario DWS, conferma inoltre l’importanza di una strategia basata sui dividendi per il 2012. “L’attuale ciclo economico è favorevole ai dividendi: i bilanci solidi consentono di distribuire dividendi elevati e offrono un buffer nelle fasi di ribasso dei mercati. Negli ultimi cinque anni il rendimento da dividendi ha inciso per l’80% sul rendimento complessivo degli investimenti azionari, e in una prospettiva a più lungo termine questa percentuale supera addirittura il 90%”, afferma il gestore di DWS Top Dividende.

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