Mussari, tra il dire e il fare c`è di mezzo il danaro

C`era una frase un po` volgarotta del buon Stefano Ricucci (un altro bell`esempio di uomo di successo italiano), ripresa da Marco Travaglio in qualche occasione, che più o meno recitava che `Siamo tutti buoni a fare i froci con il culo degli altri`. Indubbiamente efficace. E molto vera tra l`altro. Basta leggere la notizia di oggi, che ha del grottesco. I derivati non sono lo ``sterco del diavolo`` ma anzi possono essere ``molto utili`` se usati con ``normale razionalita```. Lo scrivevano nel 2011 Giuseppe Mussari, allora presidente dell`Abi e di Banca Mps, il magistrato David Monti e la psicologa Alessia Micoli, nell`introduzione, firmata da tutti e tre, al loro libro `Gli strumenti della crisi: i derivati finanziari` (edizioni Nuova Giuridica).

``Gli strumenti derivati, quale prodotto dell`innovazione e della flessibilita` della finanza - scrivevano i tre autori - non sono, in se` e per se`, lo `sterco del diavolo`. Sono strumenti che presentano, indubbiamente, una loro rischiosita`, che e` molto alta, ma sono altresi`, se ben governati e usati secondo regole di normale `razionalita``, degli strumenti molto utili, quali forme d`investimento e anche di reperimento di canali di liquidita` e finanziamento per istituzioni finanziarie, le imprese e singoli operatori``. Pero`, ammonivano i tre autori, nel manipolarli bisogna osservare ``criteri prudenziali molto alti``.

Ricordando la crisi finanziaria, Mussari, Monti e la Micoli, nell`introduzione, sottolineavano che pur in presenza di effetti ``molto evidenti`` l`Italia era ``una felice anomalia`` per ``la maggiore saggezza delle sue banche e della sua finanza, a lungo scambiata in modo miope per arretratezza del sistema``.

``