Mps, è tempo di saldi

Fondazione Mps verso la stretta con le banche creditrici. Per tamponare il debito da oltre un miliardo di euro, l`ente presieduto da Gabriello Mancini è pronto a scendere al 35% di Banca Mps, vendendo quindi il 13% di Banca Mps. Dopo un`intera giornata di trattative, infatti, i banchieri di JpMorgan hanno avviato in queste ore la raccolta del consenso all`interno del pool di creditori (11 banche), composto da istituti come Mediobanca, UniCredit e Intesa SanPaolo.

La merchant bank Usa, insieme ad altri otto istituti, vanta circa 524 milioni di debito coperto da un pegno sulle azioni Mps. L`operazione dovrebbe avvenire attraverso la dismissione di un pacchetto pari al 13% di Mps, il cui ricavato verrebbe depositato in un conto a garanzia dei creditori. Con l`approvazione delle banche la Fondazione Mps, a cui fa capo il 48,7% del capitale di Banca Mps, potrà cedere parte della sua quota a controparti strategiche per ridurre il debito da oltre un miliardo di euro. Domani, quindi, la deputazione amministratrice dell`Ente presieduto da Gabriello Mancini dovrebbe dare il via libera all`operazione e procedere con la richiesta di autorizzazione al Ministero dell`Economia e delle Finanze, autorità competente in materia. Con questa mossa, la Fondazione dovrebbe ottenere una proroga all`accordo di standstill che scade il 15 marzo e una diluizione delle rate in cambio di un parziale rimborso del debito. Tra gli interessati all`acquisto della quota ci sono la società d`investimento Equinox (Salvatore Mancuso) e il fondo Clessidra (Claudio Sposito), che hanno manifestato la volontà di comprare il pacchetto. Allo stato attuale comunque non sarebbe ancora stato definito un termine per la dismissione.

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