Monti punta alla `ricostruzione` in Italia e in Europa

A cura di Guido Colomba. La `fase due` non riguarda solo l`Italia ma anche l`Europa. Ed ha un nome: `ricostruire`. Le vicende politiche di domenica scorsa scuotono le coscienze di tutti.

Esse riflettono tensioni sociali che conducono ad una serie di interrogativi. Può continuare ad esistere l`attuale `welfare state` che alimenta sprechi e corruzione mentre accentua le diseguaglianze a danno dei giovani? Questo welfare state è compatibile con la svolta rivoluzionaria della globalizzazione? Come riportare equilibrio (etico) e sviluppo? Monti punta molto sull`esigenza di una `ricostruzione` in Italia e in Europa valutando come un male minore le agitazioni politiche interne tanto da spingersi alla critica: `Occorre riflettere sugli errori commessi`. Anche la nomina di Giavazzi e di Amato, entrambi suoi critici, rientra in questa provocazione intellettuale e costituisce una sfida indiretta alle lobby. Le riforme di `ricostruzione`dei partiti, dei sindacati, del Parlamento, del sistema elettorale, della Rai, vanno di pari passo con la `ricostruzione` della macchina dello Stato e dei suoi bracci decentrati (Regioni, Province e Comuni). Un tema che impegnerà a fondo l`esperto Giuliano Amato tenuto conto che il costo della politica è stimato sui 40 miliardi di euro all`anno. A sua volta Francesco Giavazzi deve occuparsi della giungla dei trasferimenti alle imprese, una pioggia di 36,4 miliardi che finora non ha dato un euro di crescita. L`ultima valutazione è stata predisposta dalla Commissione europea nel novembre 2010: dove si riportano, regione per regione, i risultati conseguiti per i vari obiettivi stabiliti dalla politica di coesione europea. Ebbene, la valutazione di gran lunga più frequente è `no achievements` nessun risultato. Sul piano interno manca qualsiasi valutazione sul rapporto costi/benefici per il Paese. Monti è intervenuto ieri (era presente il commissario per gli affari monetari Olli Rehn) anche sul problema del finanziamento delle PMI, che `sono produttive ma alle quali viene fatto mancare il credito`. L`interfaccia dell`azione governativa nella `fase due` è costituita dalla `spending review`. Perchè il governo Monti ha atteso quasi sei mesi per affrontare questo tema? E` probabile che solo ora, a risultati politici acquisiti che riflettono l`indignazione dell`opinione pubblica, i tempi siano maturi per intervenire. Monti ha messo sotto tiro 91,5 miliardi di euro di cui 31 spesi dalle Regioni e dai Comuni e 28,4 miliardi spesi dalle Asl. Infatti a fronte di questi 59,4 miliardi di uscite per sanità ed enti locali, quelli subito comprimibili sono 38,9 tali da generare risparmi per 2 miliardi. La scadenza è il 15-20 maggio. Bondi dovrà presentare il suo primo piano di tagli in tema di forniture delle amministrazioni centrali e territoriali. Ben due terzi dei 91,5 miliardi sotto esame fanno capo ad enti territoriali ed Asl. `Un aspetto di particolare rilievo -ha detto Giarda- è rappresentato dagli acquisti propri del sistema sanitario`. Nel 2011 hanno speso per forniture e approvigionamenti quasi 70 miliardi, oltre la metà in prestazioni sociali in natura (quindi non aggredibili dalla scure di Bondi). Ma in questo strano Welfare State risulta che molti ospedali pagano le medicine più del prezzo in farmacia. Non sorprende che in una sola settimana dall`appello del governo, oltre 90mila cittadini abbiano risposto on line segnalando sprechi e proponendo soluzioni. Lo sdegno di Monti è così profondo da fargli dire che il Paese deve affrontare `problemi seri evitati per decenni da politiche non serie`. La festa è finita.

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