Monti, il rigoroso, ora chiede flessibilità

Un ringraziamento ``per l`eccellente clima di lavoro riscontrato nel corso di questo anno in cui ho partecipato al Consiglio``, e un ultimo suggerimento ai capi di Stato e di governo dell`Unione europea: ``non limitarsi a discutere le priorita` politiche per il 2013 ma indicare anche come effettivamente si possano metter in atto misure concrete, coerenti con tali priorita```.

Mario Monti si congeda dall`Europa, e lo fa con una lettera diffusa ai leader delle istituzioni comunitarie e dei ventisette Stati membri in cui ripercorre l`attivita` del suo mandato e indica quelle che a suo giudizio dovrebbe essere la rotta da seguire da qui in avanti. Il presidente del Consiglio, a Bruxelles per l`ultima volta in qualita` di capo del governo, lascia la guida dell`Italia in Europa mettendo sul tavolo la questione italiana. Un tema non previsto all`ordine del giorno, ma entrato di diritto nel dibattito con la lettera in cui Monti mette in guardia quanti saranno chiamati a prendere decisioni d`ora in avanti (anche se Monti ``ci ha riferito sulla situazione italiana post-voto`` dira` poi il cancelliere tedesco, Angela Merkel, a fine vertice). ``In Italia - sottolinea - il sostegno dell`opinione pubblica per le riforme e, cosa ancor piu` preoccupante, nei confronti della stessa Unione europea, sta subendo un drammatico declino. Si tratta di una tendenza che e` visibile anche in molti altri paesi dell`Unione``.

La linea del rigore e delle ricette lacrime e sangue rischia di essere controproducente, servono quindi ``strumenti piu` efficaci per affrontare i costi sociali della crisi``. Per Monti si potrebbe quindi pensare di ``portare avanti la discussione relativa ai cosiddetti `accordi contrattuali`, e ai mezzi per incoraggiare e ricompensare gli Stati membri che si impegnano ad attuare riforme difficili``. Un principio valido per tutti, che il Professore gia` vorrebbe riconosciuto all`Italia. ``Crediamo che l`Italia, che ha rigorosamente rispettato tutti gli impegni presi, dovrebbe oggi poter utilizzare ogni possibile e ulteriore margine consentito dal Patto di stabilita` per attuare immediatamente un piano di sostegno alla creazione di posti di lavoro stabili e di migliore qualita```, scrive Monti nella sua lettera. Cio` ``alleggerendo il cuneo fiscale sui nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato, favorendo l`apprendistato dei giovani e rafforzando i servizi per l`infanzia``. E` l`ultima battaglia di Monti prima di lasciare il governo, quella per l`applicazione della cosiddetta `golden rule`, il non conteggio nel deficit degli investimenti pro-attivi. ``Forme di flessibilita` controllata - continua ancora la lettera di Monti - fornirebbero agli Stati membri che si trovano nella parte preventiva del Patto di Stabilita` lo spazio per accompagnare un programma credibile di risanamento dei conti pubblici con azioni mirate a sostegno dell`economia``. Il capo del governo assicura quindi sulla tenuta dell`Italia.

``Nel 2013, sulla base delle ultime previsioni della Commissione, l`Italia raggiungera` il pareggio di bilancio in termini strutturali``. Il nostro paese, scrive, ``di conseguenza ha riacquistato la fiducia dei mercati e degli investitori, e malgrado le condizioni sfavorevoli, dovute all`incertezza che circonda ancora la soluzione della crisi nella zona euro, non ha chiesto ne` una proroga per correggere il deficit di bilancio, ne` ha chiesto un`assistenza finanziaria``. Viceversa, l`Italia ``ha contribuito al sostegno finanziario di altri paesi dell`Unione europea in difficolta```. Un concetto ribadito anche in conferenza stampa, al termine della cena di lavoro del Consiglio europeo. ``I partner dell`Unione europea sono piu` sereni di come sarebbero se questa non fosse un`Italia con la finanza pubblica solidamente stabilizzata``. Quello che Monti non scrive nella lettera lo dice al termine dei lavori. Il capo del governo si dice ``istintivamente sicuro che le soluzioni che verranno, spero presto, trovate per l`assetto istituzionale e il governo in Italia diano segno, magari con modalita` e stili nuovi, di un`Italia che continua su questa strada``, quella dell`Europa e delle riforme. E` necessario ``per farsi ascoltare in Europa, e per essere creduti e rispettati``. E a chi gli chiede se accetterebbe la presidenza del Senato risponde che Scelta civica ``non e` interessata a partecipare a decisioni pur condivise sull`assetto delle presidenze delle Camere se queste non si inscrivono in una prospettiva che possa portare alla strada per il governo dell`Italia``. Nel nostro paese ``mi piace pensare che prevarra` il senso di responsabilita```. Come spiega ``il metodo della condivisione e` essenziale per la definizione dell`assetto istituzionale. Forzature e scorciatoie in questo caso sono dannose``.

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