Molti consulenti indipendenti sono abusivi, ma nessuno fa nulla
Molti consulenti indipendenti sono abusivi, ma nessuno fa nulla
Bè diciamolo subito: fare oggi consulenza finanziaria indipendente in Italia non è affatto semplice. Anche per la confusione che regna sovrana: in attesa dell`avvio dell`Albo e dell`Organismo per la sua gestione, si esercita ancora (dopo 4 anni di attesa) in forza di una deroga legislativa che scadrà il 31.12.2011. Più precisamente, all`infuori delle Sim di consulenza autorizzate Consob, i soli consulenti persone fisiche che erano attivi entro il 30.10.2007, e i consulenti persone giuridiche attivi entro il 30.09.2009, possono ancora esercitare in deroga. Gli altri, di fatto, sono abusivi. Ma, non si sa chi e come possa controllare di fatto la situazione.
Il tutto è affidato all`iniziativa del cliente-investitore, che può procedere solo con denuncia alla GdF, nel caso in cui ritenga di aver subito una truffa o essere incappato in un caso di abusivismo finanziario (che in molti casi non esclude la prima fattispecie, anzi) Tralasciando per ora questo aspetto, anche se tremendamente importante, mi soffermo sul significato dell`attività `core` della consulenza personalizzata. Perchè è bene ribadirlo, solo quest`ultima è considerata attività professionale `riservata` e quindi esercitabile solo da soggetti in possesso di determinati requisiti.
Il T.U.F. stabilisce che per consulenza in materia di investimenti `si intende la prestazione di raccomandazioni personalizzate a un cliente, dietro sua richiesta o per iniziativa del prestatore del servizio, riguardo a una o più operazioni relative ad un determinato strumento finanziario. La raccomandazione è personalizzata quando è presentata come adatta per il cliente o è basata sulla considerazione delle caratteristiche del cliente. Una raccomandazione non è personalizzata se viene diffusa al pubblico mediante canali di distribuzione`. I consigli generici, quindi, li possono dare tutti, ma quelli specifici su determinati strumenti finanziari, solo i soggeti autorizzati. Io ritengo che l`attività professionale di erogazione della consulenza finanziaria trovi maggiori `chances` di successo se viene interpretata come `operativa`. Ovvero, non tanto elargire consigli al cliente del tipo `compra questo piuttosto che quest`altro, al massimo a questo prezzo ed entro questo giorno` (che poi si rischia di sconfinare in una `attività di gestione con preventivo assenso` peraltro vietata al consulente).
Ma mettergli a disposizione un insieme di strumenti ed analisi affinchè il cliente stesso possa effettuare una scelta ragionata e corretta per le sue reali esigenze ed obiettivi di risparmio/investimento. In questo modo è possibile superare anche lo scoglio della scarsa educazione finanziaria del cliente (risparmiatore/investitore) medio italiano. Perchè se rimane `ignorante` finanziariamente è difficile che lo stesso percepisca il valore ed il contenuto del servizio di consulenza che gli abbiamo prestato. E se non lo percepisce, sarà ancora più dura farci pagare la parcella. L`analisi dei flussi di raccolta/disinvestimento dell`industria del risparmio gestito in Italia degli ultimi 20 anni, mostra chiaramente che non è la comprensione e l`accettazione di una chiara `asset allocation` a dominare le scelte di investimento del risparmiatore, bensì la `potenza di fuoco commerciale` del distributore.
Di Antonio Mazzone
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