Microcredito, ora per il prestito si va all`oratorio...
La crisi continua a `mordere` soprattutto le famiglie italiane. Una ulteriore conferma viene dalla Cei (Conferenza Episcopale Italiana) che ha attivato una forma di microcredito, per le situazioni di difficolta` econimica.
Un progetto, riporta Asca, che prevede un prestito al massimo di 6mila euro per le famiglie e di 15mila per le aziende da restituire in 60 mesi a un tasso agevolato. Per l`erogazione e` previsto l`intervento delle principali banche italiane grazie a un accordo tra l`Abi e la Cei. Vi possono far ricorso anche disoccupati e cassaintegrati con un unico reddito in famiglia o persone che non hanno mai lavorato, piccole imprese ``a serio di fallimento``.
A dare spazio all`iniziativa, la Radio Vaticana che, in un servizio del suo radiogiornale, ha fatto il punto sui risultati dell`iniziativa.
Nel biennio 2009-2010, si ricorda, il 46% delle richieste riguardava il Nord, il 20% circa il Centro, il 33% il Sud. Il 57% dei richiedenti, si sottolinea, sono risultati italiani.
Da un paio di anni a questa parte, invece, la percentuale degli italiani che sono ricorsi ai prestiti e` balzata a oltre l`80%, investendo per oltre il 62% il Mezzogiorno (Campania e Sicilia soprattutto). A richiedere l`intervento del ``Prestito della Speranza`` sono per il 67% famiglie in cui la persona che ha perso il lavoro ha tra i 35 e i 54 anni, dunque soggetti nel pieno della capacita` produttiva ma che hanno difficolta` a trovare una nuova occupazione.
``Rimane che, nonostante la sensibilita` di parte anche degli operatori bancari, le banche ancora non investono sullo strumento del microcredito. - ha commentato all`emittente vaticana don Adriano La Regina, responsabile del Prestito della Speranza - E` un ritardo, io reputo di natura culturale, che impedisce alle banche di pensare al microcredito come a uno dei segmenti della nuova economica, che puo` essere a vantaggio anche del profit, che la banca deve fare perche` e` anche un`azienda``.