MERCATO FIACCO PER I MOTORI ELETTRICI. ANCHE GENERAL MOTORS FRENA LA PRODUZIONE

MERCATO FIACCO PER I MOTORI  ELETTRICI. ANCHE GENERAL MOTORS FRENA LA PRODUZIONE

Giannina Puddu, 22 ottobre 2023.

L' Italia e la Germania avevano provato a  bloccare il nuovo regolamento UE sulle emissioni di auto e furgoni previsto da Bruxelles dal 2035.

Avevano messo in discussione (prima del voto in plenaria a Strasburgo) il testo prodotto dalla Commissione Europea per l'approvazione finale ed avevano chiesto che fosse inclusa la possibilità di allargare ad altri carburanti alternativi così che l'alimentazione elettrica non fosse la sola accettata.

Il Governo italiano, in particolare, aveva affermato che  “la scelta dell’elettrico non debba rappresentare, nella fase di transizione, l’unica via per arrivare a zero emissioni.....una razionale scelta di neutralità tecnologica, a fronte di obiettivi ambientali condivisi, deve consentire agli Stati membri di avvalersi di tutte le soluzioni per decarbonizzare il settore dei trasporti”.

L’Italia intendeva aprire ai carburanti alternativi come idrogeno e combustibili sintetici di origine rinnovabile (e-fuel) e con il sensato approccio della "neutralità tecnologica" intendeva tenere aperta la porta ad ogni nuova e coerente opportunità che potesse arrivare dalla progressione della ricerca.

Sarebbe stata la scelta giusta, ostacolata, purtroppo, dagli zucconi di Bruxelles.

Al tempo, il ministro tedesco dei Trasporti  Volker Wissing, sembrava condividere la posizione italiana confermando la necessità di riscrivere il testo prima della sua approvazione finale.

Ma, il 28 marzo 2023 i ministri dell’energia degli Stati UE, compreso il tedesco, avevano approvato il testo originario che ha assunto efficacia dal 19 aprile 2023.

Voto negativo della sola Polonia e astensione per l'Italia, la Romania e la Bulgaria.

Pare che Volker Wissing si sia "adeguato" mollando l'Italia, dopo un incontro diretto con la Presidenza della Commissione...

Senza il SI tedesco il Regolamento UE non sarebbe stato approvato e l'Italia ha perso la sua battaglia in ambito UE pur avendo ragione.

La ragione italiana va oltre la razionale proposta di comprendere, oltre i motori elettrici, l'alimentazione ad idrogeno e a combustibili sintetici rinnovabili.

Ci sono  anche ragioni di sicurezza, economicità, salubrità ambientale che ancora pesano sull'elettrico.

Circa la sicurezza, i dubbi sono diventati certezze leggendo i fatti di cronaca come il caso recente di Mestre.

Non sono ancora disponibili statistiche sulla frequenza degli incendi dei veicoli elettrici.

Abbiamo il resoconto dei Vigili del Fuoco di New York e dei pompieri di Londra che hanno lanciato l’allarme sull’impennata di incendi con e-bike e un bollettino pubblicato  dall’Agenzia svedese per le emergenze civili (MSB) che fa il bilancio degli incendi di veicoli elettrici nel 2022.

Secondo la narrazione ufficiale la probabilità di incendio e/o autocombustione dei veicoli elettrici sarebbe nettamente inferiore a quella dei veicoli tradizionali la cui produzione si intende cancellare dal 2035.

Ma, questo non è ciò che si sta dimostrando nei fatti.

Circa il costo di acquisto dell'auto elettrica, Consumerismo No Profit, alla luce delle recenti immatricolazioni in Italia,  aveva stimato che  il prezzo di acquisto di una e-car è in media più elevato di 10mila euro rispetto ad un'auto a motore termico.

In relazione allo sbandierato vantaggio ambientale dei motori elettrici, mentre è vero che i mezzi elettrici su strada abbiano un impatto inquinante nullo, la loro produzione, invece, ha un effetto inquinante molto alto.

Il funzionamento delle batterie dei mezzi elettrici utilizzano l'ossido di litio cobalto per estrarre gli ioni di litio che creano la carica. 

La produzione di queste batterie prevede l’estrazione del litio che esploderà nel momento in cui l'alimentazione elettrica dei motori dovesse essere dominante come imposto dal Regolamento UE, per esempio.

L'Istituto di Ricerca Underwriters Laboratories Inc. (UL) ha spiegato che la tecnica di estrazione a cielo aperto rilascia polvere che può contaminare l’aria e l’acqua danneggiando la salute di esseri umani e animali.

Che l'attività mineraria provoca l’erosione del suolo e la distruzione degli habitat circostanti.

Che le sostanze chimiche tossiche utilizzate per la lavorazione del litio, rappresentano un pericolo estremo per molti ecosistemi.

E, che  su piccola scala, questi problemi sembrano  insignificanti rispetto agli effetti dei combustibili fossili,  ma l'incremento dell'attività estrattiva che sarebbe conseguente  alla produzione di mezzi per soddisfare la popolazione umana, provocherebbe danni ambientali superiori rispetto ai vecchi combustibili.

Nonostante la costrizione istituzionale che premia i sistemi di alimentazione elettrici, pare che i mercati abbiano già percepito gli elementi di illogicità degli obblighi imposti e il mercato dei motori elettrici si sta sgonfiando.

Negli Stati Uniti, il mercato si è stabilizzato dopo due anni di  crescita. 

Ad agosto 2023, sono stati venduti circa 111.000 veicoli elettrici, pari all’8,3% del mercato totale.

Ma a settembre le vendite si sono raffreddate portandosi a circa 106.000 veicoli.

In Italiaa luglio 2023, la quota mercato delle BEV è rimasta ferma al 3,42%.

Alcuni scrivani sottolineano la nostra, come una cattiva performance confrontata alla quota mercato del 15,1% registrato, sempre a giugno, dagli altri Paesi europei definiti "più avanzati".

Certo, "avanzati", ma in quale direzione "avanzano"?

Perchè, piuttosto che avanzare verso il precipizio è meglio stare fermi e, pare, che non siamo i soli a coltivare freni all'acquisto delle auto elettriche....

E' notizia del 17 ottobre il rinvio  di  General Motors che ritarderà la produzione di pick-up elettrici in una fabbrica vicino a Detroit.

La decisione è stata assunta a fronte del rallentamento della domanda statunitense di veicoli elettrici.

Anche Ford sta posticipando la sua produzione di auto elettriche a causa della domanda stagnante o in calo.

A giugno, come avevamo riferito, la Volkswagen aveva già deciso la riduzione "temporanea" di auto elettriche.

La Cina, che negli ultimi anni è diventato il motore della spinta globale verso le auto elettriche, ha registrato un calo sequenziale dei ricavi automobilistici e Xpeng ha riportato una perdita nel secondo trimestre più ampia delle aspettative.

All'entusiasmo iniziale alimentato dalla narrazione ufficiale sul filo della protezione ambientale e del cambiamento climatico, pare stia seguendo un raffreddameno dell'interesse che influenza il mercato.

Per i produttori  di auto, in tutto il mondo, una condizione di grande stress, anche finanziario, alla presa d'atto di una prospettiva di business che sembrava certa, che hanno cavalcato con riconversione della produzione e che invece si è caricata di incognite.

Questa evidenza può far pensare che alcune società di produzione automobilistica potrebbero anche fallire sotto il peso degli investimenti sbagliati, fatti per sposare una causa che, nel tempo, potrebbe rivelarsi  persa.