Mercati, uno sguardo sul terzo trimestre 2012

Nell’ultimo trimestre la price action è stata turbolenta e c’è stata ulteriore dimostrazione di un deterioramento nelle condizioni dell’economia globale; in questo contesto, è difficile dare un senso ai movimenti del mercato.

Mercati, uno sguardo sul terzo trimestre 2012

Queste oscillazioni sono giustificate o si tratta di una risposta emotiva degli investitori? Molti commentatori hanno suggerito che i prezzi degli asset sono stati la conseguenza dei tentativi degli investitori di confrontarsi con gli sviluppi in Europa. Tuttavia, ci sono stati segni di attività economica in rallentamento in tutto il globo.

CALO DEI MERCATI AZIONARI

Nell’ultimo trimestre ci sono stati ingenti e rapidi cali nei principali mercati azionari. Questi sono stati attribuiti principalmente agli sviluppi in Europa e, in particolare, alle elezioni in Grecia. Tuttavia, ciò sembra incoerente con l’ulteriore caduta degli indici azionari di Cina e Brasile che poi si sono ripresi meno rispetto ad alcuni mercati europei (vedere grafico). Tutto sommato, è probabile che i deludenti dati economici di Cina, Stati Uniti e di altri Paesi abbiano avuto anch’essi un ruolo.

 

PERFORMANCE DEI MERCATI AZIONARI MONDIALI NEL SECONDO TRIMESTRE

Fonte: Bloomberg, 13 luglio 2012 (indici ripartiti da 100 al 30 aprile 2012)

 

L’EUROPA E LA CRESCITA GLOBALE

Continuiamo a credere che alcuni selezionati mercati azionari globali offrano valore in un’ottica di lungo termine. Tuttavia, abbiamo osservato un’intensificarsi della crisi in Europa che non solo potrebbe continuare ad agire come impedimento alla crescita, ma anche contribuire a inasprire tensioni sociali nella regione. La decisione di estendere i prestiti alle banche spagnole, come le operazioni di LTRO ancora prima, suggeriscono che i politici europei si sono attrezzati per agire quando c’è manifesta evidenza di uno stress sistemico finanziario. Tuttavia, non sembrano fare progressi per stimolare la crescita in quei Paesi periferici che necessitano di riforme strutturali. Il summit alla fine del secondo trimestre 2012 ha ancora una volta messo in luce il conflitto tra gli Stati indebitati dell’Eurozona e il “no” della Germania per una BCE che agisca da finanziatrice di ultima istanza. Non vogliamo cercare di prevedere come gli sviluppi in Europa avranno successo, ma crediamo che ci sia un superiore livello di rischio di credito, politico e di crescita, non del tutto riflesso nei rendimenti dei titoli di Stato o nello stesso valore dell’euro. Rimane ancora da vedersi quale sia la reale estensione dell’impatto della recessione europea sul resto del mondo. La natura composita dei dati economici americani nel loro insieme suggerisce che è rischioso concentrarsi su singoli dati. Piuttosto, i dati ad oggi sembrano coerenti con una ripresa lenta e incerta di tipo ’muddle through’*. Allo stesso modo, è pericoloso prendere la notizia di maggio di una debolezza della Cina come un indicatore dei trend globali, soprattutto in considerazione delle molte nazioni che si stanno muovendo per ammorbidire le politiche, e con i prezzi delle materie prime che stanno scendendo decisamente. Come sempre, cerchiamo di essere agnostici circa il futuro e proveremo a investire quando i prezzi degli asset sembreranno essere selvaggiamente in contrasto con i fatti.

IL RALLY DEI TITOLI DI STATO

Il mood generale di avversione al rischio del secondo trimestre era parzialmente riflesso nel rally dei titoli di Stato occidentali, in particolare di USA e Inghilterra, dove i rendimenti hanno raggiunto ribassi storici. In base alla nostra view, tali bassi livelli di rendimento fanno sì che si tratti di un investimento decisamente poco allettante; sembra difficile che questi bond abbiano un ulteriore rally. In più, oggi c’è un alto grado di volatilità su questi asset. Tutto ciò suggerisce che è molto poco probabile che essi potranno offrire sicurezza come avevano fatto negli anni passati. In un mondo in cui i titoli di Stato delle maggiori economie sviluppate offrono prospettive di guadagno così basse, le oscillazioni di prezzo nei governativi non ‘tradizionali’ sembrano riflettere un’ammissione da parte degli investitori: la sicurezza è difficile da trovare. Per questo, gli investitori sono stati attratti dalle obbligazioni di mercati meno battuti come Australia, Messico, Brasile e Corea del Sud, causando un drastico declino nei rendimenti nel periodo (vedi grafico). Questi bond sono oggi meno interessanti di quanto non fossero in precedenza, ma nella maggior parte dei casi, offrono rendimenti ragionevoli rispetto alla liquidità in occidente.

 

LA RICERCA DI SICUREZZA ALTERNATIVA NEL SECONDO TRIMESTRE

Fonte: Bloomberg, 13 luglio 2012

 

CONCLUSIONI

L’ultimo trimestre è stato un periodo sfidante durante il quale i problemi dell’Eurozona e la manifesta evidenza di indebolimento in altre parti del mondo ha stimolato interrogativi legittimi sui segnali di valutazione in questo periodo. Tuttavia, l’estensione di tali segnali, in particolare il divario estremo tra i rendimenti di selezionate azioni globali e i titoli di Stato occidentali suggerisce interessanti discrepanze, opportunità, in offerta per gli investitori che possono tollerare della volatilità nel lungo periodo. Rimane essenziale la prudenza, nel senso di continuare a essere attenti a sviluppi decisivi. Come investitori, è altrettanto importante essere disciplinati e ricordare che il futuro ha la capacità di sorprendere positivamente così come negativamente.

A cura di M&G