Mercati finanziari, il punto della settimana (part II)
Mercati finanziari, il punto della settimana (part II)
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Mercati azionari
Analisi tecnica
L’S&P 500 mantiene la trendline fortemente inclinata al rialzo ottenuta unendo i minimi dei principali swing a partire da quelli archiviati a quota 1074.77 (ottobre 2011).
Nelle ultime sedute l’indice americano ha registrato nuovi massimi assoluti superando la soglia 1420, e rimane proiettato in direzione dei massimi di maggio 2008, area 1450, che costituiscono il primo potenziale target/resistenza.
Sulla debolezza l’eventuale violazione della trendline rialzista (che passa in area 1400) individua la successiva fascia di supporto a quota 1350-1340.
Nell’ultima ottava la perdita dell’importante supporto posto in area 16000 ha generato un chiaro peggioramento dello scenario tecnico di breve per il Ftsemib. La positività del trend di fondo resta vincolato alla tenuta della trendline rialzista tracciata da fine settembre 2011: la perdita di quest’ultima riaprirebbe spazi di discesa verso la soglia 15000 prima, e l’area 14200 poi.
Sulla forza l’eventuale ritorno delle quotazioni sopra area 16000 riproporrebbe il trading range 17050 – 16000.
Mercati obbligazionari
Commento
Nonostante la decisione assunta dall’Eurogruppo di aumentare la disponibilità complessiva dei fondi salva-stati ESM/EFSF a 700 miliardi(cifra che comprende i 200 miliardi già assegnati dall’EFSF), sul fine trimestre i mercati tornano nell’incertezza, focalizzandosi sugli sviluppi e sui tempi del fiscal compact europeo che mal si coniuga ad un contesto economico difficile a tutto il 2012.
Aumentano i timori sulla Spagna dopo che il governo iberico ha comunicato che nei primi due mesi dell’anno vi è stato un calo delle entrate statali dell’1.3% (a/a) e un deficit pari a 20.7 miliardi di euro. Inoltre la Banca Centrale spagnola prevede un dato negativo per il PIL del primo trimestre, eventualità che farebbe entrare il paese in recessione.
I dati macro e l’esito delle aste governative tornano a regolare il movimento degli spread dei paesi meno virtuosi. Spread del decennale italiano contro il governativo tedesco nuovamente risalito in area 330 bp; gli operatori si
attendono una risposta forte in merito a liberalizzazioni e riforma del mercato del lavoro.
Analisi tecnica
Il future sul bund ha proseguito il suo rialzo fino a portarsi nelle ultime sedute a ridosso dell’importante resistenza costituita dall’area 139. Qui la presenza delle medie mobili lievemente inclinate al ribasso rafforza l’ostacolo rialzista per le quotazioni del future che, in caso di ulteriori allunghi, punterebbe ai massimi assoluti di quota 140.52.
Sulla debolezza segnaliamo il primo supporto a quota 136.70, al di sotto del quale si ripropone il significativo minimo registrato a quota 135.27 (media mobile a 200 giorni).
Commodities
Commento
Andamento negativo per le quotazioni petrolifere penalizzate dalla possibilità di un’azione coordinata dei paesi occidentali per il rilascio di parte delle proprie riserve strategiche. Secondo quanto riportato dal Financial Times, il Ministro francese dell’energia ha dichiarato che il governo USA starebbe lavorando ad un intervento congiunto da parte di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. A penalizzare ulteriormente le quotazioni ha contribuito l’aumento della
produzione dei paesi OPEC che a marzo si è attestata sui massimi da ottobre 2008, poiché la diminuzione delle esportazioni iraniane è stata più che compensata dall’aumento della produzione in Libia e Iraq. Inoltre negli Stati Uniti
il report settimanale del Doe ha evidenziato una crescita delle scorte di 7.1 milioni di barili rispetto a un’attesa di +2,7 mln di barili. Negativo anche il gas naturale che continua ad essere penalizzato dagli alti livelli delle scorte.
Positivo l’andamento dei metalli di base. Il rame, dopo aver toccato i 378$ sui timori di un rallentamento della domanda cinese, è rimbalzato sopra i 392$, favorito dai buoni dati sul PMI manifatturiero provenienti dagli Stati Uniti e dalla
Cina. In calo le quotazioni dell’oro, penalizzate dal rallentamento della domanda per uso industriale a seguito dello sciopero del settore orafo in India (primo importatore mondiale) e dai realizzi di fine trimestre legati alla chiusura dei
bilanci di molte società di investimento.
Positivo il comparto agricolo. La soia ha segnato i nuovi massimi degli ultimi sei mesi in seguito alla pubblicazione dell’ultimo report USDA che ha evidenziato un calo delle coltivazioni
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