Mercati emergenti: non tanto un azzardo quanto una seria proposta di investimento

Le azioni dei mercati emergenti hanno registrato performance superiori a molte altre regioni quest`anno, con l`indice MSCI Emerging Markets Total Returns pari a oltre il 18% nei primi mesi del 2012. Ci sono buone ragioni per ritenere che questa performance possa continuare, a condizione che i principali drivers rimangano invariati e che i rischi siano controllati.

Investire nei mercati emergenti era spesso considerato quasi come un azzardo. Non c`è da stupirsi se poco meno di venti anni fa la regione affrontava una grave instabilità finanziaria, una crisi valutaria e un`iperinflazione. E poi di colpo arriviamo al presente, con i mercati emergenti che costituiscono una prospettiva d`investimento del tutto diversa. Questi Paesi sono tra le principali aree del commercio mondiale e sono diventati dei nuovi mercati molto importanti per prodotti e servizi. Sono in grado di resistere più facilmente alle instabilità dell`economia globale, grazie a forti politiche macroeconomiche e a una crescente domanda interna. Una sempre maggiore disponibilità di fondi pubblici, un debito estero inferiore, maggior credito a livello internazionale e tassi di cambio più flessibili, nonché una migliore regolamentazione in ambito finanziario sono stati altresì fattori determinanti. 
Sul piano politico è in atto un`evoluzione positiva. In Sud Africa, Joseph Malema, leader dell`African National Congress Youth League, ha sottolineato la necessità di confrontarsi con la povertà, la disoccupazione e le diseguaglianze. In Russia Vladimir Putin sarà di nuovo Presidente, ma in una Russia diversa. Si fanno infatti sempre più decise le istanze provenienti da una middle class sempre più influente, internazionale e lontana dal Cremlino. 
 
Crescita elevata ma basso debito
Nelle previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI), i paesi in via di sviluppo e le economie asiatiche a maggiore crescita continueranno a distanziare le economie avanzate nell`inesorabile spostamento dell`equilibrio del potere economico. Si calcola che i paesi emergenti e in via di sviluppo cresceranno nel 2012 del 5,4% contro l`1,2% delle economie avanzate. Mentre l`Occidente combatte con il fardello del debito, i livelli di indebitamento di molti mercati emergenti rimangono relativamente bassi. Per esempio, il Cile ha un solido bilancio fiscale: se la situazione globale peggiora, può comunque mettere in atto importanti stimoli per l`occupazione e condurre nuovi investimenti.
 
Le esportazioni dei mercati emergenti si stanno riprendendo 
Dalla crisi finanziaria del 2008, la domanda per i prodotti da esportazione dei paesi emergenti si è ripresa, nonostante un evidente rallentamento di quella proveniente dall`Europa. La Cina è il principale mercato per le esportazioni del Brasile, anche per prodotti ad alto valore aggiunto come infrastrutture di trasporto e aerei. Il Messico beneficia della tendenza sempre più decisa delle aziende USA a trasferirsi a sud del confine. Il Paese ha infatti un livello di produttività che è maggiore di quello di alcune nazioni europee. 
 
L`inflazione è ora sotto controllo
L`aumento dei prezzi, rovina di molte economie in rapida crescita, sembra in fase di attenuazione. Lo scorso anno, molti mercati emergenti hanno attuato politiche più restrittive per controllare l`inflazione. Da quando il Brasile ha cominciato a controllare l`inflazione nel 1999, essa è scesa dal 12% registrato nel 2002 fino al 6% dello scorso febbraio. In Cina, le autorità hanno proattivamente optato per un controllo attivo dell`inflazione, essendo tra le prime ad innalzare i tassi di interesse. Oltre il 6% l`anno scorso, in febbraio 2012 il tasso di inflazione dei prezzi al consumo è crollato fino a 3,2%. 
 
I Governi creano stabilità 
Alcuni Paesi hanno proattivamente aumentato i loro fondi pensionistici, per ridurre la dipendenza dal finanziamento proveniente dal mercato obbligazionario globale. Il sistema pensionistico del Cile è un modello per tutta la regione: conta su un fondo di 133 miliardi di dollari che può essere usato per investire in proprie obbligazioni governative, e ulteriori 13 miliardi di dollari in fondi sovrani - dando quindi ulteriore stabilità fiscale al governo. 
Le posizioni principali del Fondo Henderson Gartmore Emerging Markets sono in prodotti consumer di primo livello e in titoli di beni di lusso, che dovrebbero beneficiare delle crescenti disponibilità interne, così come titoli legati alle materie prime e al settore industriale. Il fondo ha una buona esposizione in Russia, dove una combinazione di elezioni appena concluse e valutazioni interessanti potrebbe far crescere il mercato. Continueremo inoltre a favorire il Brasile, finché continuerà a tagliare i tassi di interesse. Al contrario, stiamo diminuendo la nostra esposizione in Cina dove vediamo peggiorare le prospettive di crescita, anche se comunque stiamo aggiungendo titoli selezionati come Harbin Electric, un produttore di forniture per generatori elettrici che sta beneficiando della scarsità delle riserve energetiche cinesi. 
I mercati emergenti sono vulnerabili alla ricomparsa dell`avversione al rischio in caso di peggioramento dell`economia europea, di incertezze nella ripresa USA o di un rallentamento della crescita in Cina. Dovrebbero altresì evolversi nello sviluppo del capitale umano, ridurre la dipendenza dall`esportazione di materie prime e spingere la produttività e la competitività. Detto questo, gli investitori con una visione a lungo termine sono stati storicamente messi in guardia dall`investire nei mercati emergenti. Molte aziende nella regione sono attualmente scambiate a sconto verso gli Stati Uniti e verso altri mercati emergenti. 
In questo scenario niente è davvero certo, ma i mercati emergenti non sono più l`azzardo che erano una volta.
 
di Chris Palmer, gestore del fondo Henderson Gartmore Emerging Markets.
 
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