Mercati e algoritmi

Troppe volte dimentichiamo che i mercati sono in mano agli essere umani. Gli algotrading infatti sono responsabili solo in parte e solo dei movimenti di breve periodo mentre le tendenze di più ampio respiro rimangono ancora nella piena disponibilità cognitiva dei singoli operatori  come conseguenza di quello che pensano e provano gli uomini durante il periodo di osservazione.

Dalle esperienze passate e recenti abbiamo imparato che l`approccio ai mercati può essere molto diverso a seconda che ci si metta nei panni di un osservatore europeo, americano o giapponese ad esempio. Basta guardare come si sono comportati i mercati nel mese di aprile di quest`anno : messi di fronte a notizie negative, ma non particolarmente sorprendenti, il risultato è stato: Eurostoxx50  -7% (con perdite anche del 15% rispetto ai massimi del mese di marzo, ndr), S&P500 invariato (con una correzione massima del 5%).

La differenza attitudinale degli investitori sulle due sponde atlantiche a mio parere non ha altre spiegazioni che non risiedano nel differente approccio psicologico ai problemi economici e , di conseguenza, ai comportamenti messi in essere: basti ricordare come gli americani siano intervenuti con il TARP quando la loro situazione interna è peggiorata e grazie alla loro unità politica siano riusciti a riemergere.Oggi invece, assistono preoccupati e pressochè inerti alle sorti del loro principale mercato d`esportazione, l`Europa, poichè la differente e frammentata mentalità del Vecchio Continente, tesa alla concertazione, non permette una risposta forte alla crisi del debito sovrano. La situazione attuale mi ricorda quanto avvenne sul mercato dopo il crash del 1987 che ha portato la recessione dei primi anni Novanta, il salvataggio delle casse di risparmio, la crisi italiana del 1992 e la conseguente sanatoria dei conti pubblici. Tutti episodi che mi fanno ben sperare in un futuro più roseo di quello che temiamo. Del resto,  non è che costi molto vedere il bicchiere mezzo pieno anzichè mezzo vuoto, il liquido è oggettivamente lo stesso ma il morale assai più alto. Il nostro consiglio operativo: cominciare a pensare e ad agire con l`approccio mentale dei grandi investitori, accumulando blue chip internazionali o ancora meglio, fondi azionari gestiti attivamente da fund managers che abbiano già dimostrato un livello di competenze e abilità di eccellenza, mettendo a segno performance superiori al mercato.

A cura di Michele de Michelis, Responsabile degli investimenti di Frame Asset Management

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