Milano, 10 dicembre 2022. Di Fabrizio Brasili, esperto di Scenari e Mercati Finanziari.
Attesa per il rialzo dei tassi FED e BCE.
In effetti, potrebbero essere questi i due eventi scatenanti per uscire da questo lungo "laterale".
Più o meno scontati, ma "conditi", con dati provenienti soprattutto dagli USA, riguardanti il lavoro, disoccupazione ed inflazione.
Ma sempre con la solita distanza fra le due sponde dell' Atlantico, circa il ciclo economico, il PIL e la reale necessità di alzare ulteriormente i tassi, dell' intensità degli stessi e loro frequenza.
Indubbiamente negli USA, pare non esserci ancora la necessità per lo meno di rallentare la frequenza e l' intensità dei tassi.
Mentre in Europa ed in modo assoluto, ci pare, più prudente, non seguire gli USA e continuare ad alzare i tassi con la stessa frequenza ed intensità, già da noi il " cavallo non beve"....figuriamoci con un inasprimento ulteriore!
Pare invece che negli USA si stia verificando da parte della FED, lo stesso errore del 2021 e di inizio corrente anno, quando si riteneva momentanea l' inflazione, per poi correre in ritardo, ai ripari.
Oggi si sta, al contrario, eccedendo.
In Europa, purtroppo, non siamo in queste condizioni, anzi!
Di economia florida non se ne vede e percepisce ed anzi, siamo in piena recessione, cosa che avrà i suoi effetti ancora più pesanti nel prossimo anno.
E solo quanto impostato nei mesi precedenti dallEuropa, sta salvando gli Stati più deboli e non solo, e supportando le relative manovre dei bilanci 2023. Che altri stati hanno già congedato e che l' Italia farà , come al solito, sul filo di lana del 31 dicembre.
Quindi è abbastanza logico prevedere il prossimo anno e prima parte del successivo 2024, con mercati negativi, ed una stabilizzazione nel secondo trimestre 2024.
Soprattutto per Italia, con il ciclo spostato in avanti di 6/12 mesi rispetto agli USA, che useranno meglio la leva dei tassi e soprattutto del dollaro, per passare la crisi e riprendersi prima.
Indici che prima potranno ritornare anche sui 3550/3600 di SP500 e poi anche verso i 3250/3300.
Più controllato il Dow, che potrebbe fermarsi sui minimi d' annata posti a 28000/28500, Mentre il Nasdaq potrebbe anche perforare i minimi e supporti tecnici e psicologici di 10000/10200
FTSE MIB
Come avevamo anticipato, anche questa ultima settimana, nel suo svolgimento, anomala, è terminata con un ulteriore ritorno sui minimi del ridottissimo range posto fra 24200/300 e 24800/24900.
Ancora in laterale da ormai più di un mese!
Ora si dovrebbe uscire da questa situazione tipica dei momenti di accumulo e distribuzione controllata, pur potendo intravedere, più verosimilmente un uscita dalla parte bassa di detto range a breve in area 23800/900.
Con il giro anno, le nuvole nere del riaccendersi della pandemia e dei danni ulteriori di questo lungo conflitto, potrebbe infierire un duro colpo, alle economie di tutti paesi, nessuno escluso.
Ma quello del petrolio, scivolato ormai sui 70 dollari (quasi la metà dei massimi di 130 dollari degli ultimi 12 mesi), che potrebbe essere visto come un fatto molto positivo, in realtà vorrebbe significare, che i consumi non si sono affatto ripresi ma se mai il contrario, evidenziando una recessione globale, come accennato più sopra.
Unendo tutte queste variabili, il nostro listino a medio termine, potrebbe pervenire anche ai 18500/600 e per il medio lungo termine (ultimo trimestre 2023/primo trimestre 2024) anche sui minimi del 2021/2022 posti proprio sui 16000/16500, come più volte esposti oltre che su queste colonne anche con vari articoli e soprattutto con lettere quotidiane agli abbonati.
ENI&Tenaris
Dando per scontato, ma non lo è evidentemente, una temporanea discesa del petrolio WTI, anche verso i 65 dollari, impresa più volte descritta, come indecifrabile anche dagli stessi Stati produttori e relative più alte sfere, e con il dollaro anche oltre gli 1,060, il prezzo dei raffinatori più importanti ed il grande indotto, non dovrebbero soffrirne troppo. Certo che il continuo e sistematico progresso dai minimi di , Tenaris, ma soprattutto ENI, e poi le più speculative ed erratiche Saipem e Saras, potrebbero avere uno stop, ed anzi sfrondare l 'eccesso speculativo delle frange più deboli.
Consigliamo comunque di astenersi dall' operare su detti titoli, e con le dovute cautele, (Opzioni) solo con il sottostante WTI, e meglio ancora, con la consulenza di esperti professionisti delle commodities.
Portafoglio 2023 e non solo
Diventa ancora più complicato, alla luce di quanto scritto durante tutto quest'anno e non solo, suggerire dei titoli ed il relativo stock piking, ma con le dovute cautele, poiché spesso per alcuni titoli non esistono protezioni e soprattutto opzioni, ...ci proveremo!
Innanzitutto destineremmo alle Azioni solo fino ad un 20% della liquidità destinata all ' investimento.
Un 30% ai Treasury USA a 2/3 anni. Ma solo dopo aver acquistato il dollaro (per esempio su detti ed odierni livelli resistenziali posti fra 1,0560/1,0590.)
Il restante 50%, momentaneamente, per max 3/6 mesi, in liquidità eventualmente remunerata.
E veniamo ai Titoli azionari, da suddividere, per una parte, in vere e proprie" scommesse" come Telecom rnc (sempre più eterna scommessa) NEXI ( il più sottovalutato del settore), Saras (troppo influenzato dal già "vischioso" petrolio). Medie grandi realtà in odore di M&A e storicamente con bilanci che consentono una buona e ripetitiva remunerazione del capitale, come Moncler, Unipol Sai, BancoBpm, BPER, Banca Sondrio, Credem.
Ed infine "piccole stelle" di crescita a medio lungo termine come Elen in primis, Centrale Latte Italia, Valsoia e Tamburi. Nostre (e vostre) vecchie conoscenze, che seguiamo da anni.