MELONI E DESCALZI ATTIVI IN LIBIA

MELONI E DESCALZI ATTIVI IN LIBIA

Redazione, 30 gennaio 2023.

L'Italia, da decenni, è partner commerciale di primo piano per la Libia.

Nell'industria degli idrocarburi, in particolare, con la significativa presenza del gruppo Eni.

La Libia è il  Paese dotato delle più abbondanti riserve petrolifere dell'Africa.

Sabato, Descalzi (alla presenza del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni) era sul posto per la  sottoscrizione di un nuovo accordo con la Libyan National Oil Company (NOC), un accordo "storico" per lo sfruttamento di due giacimenti di gas al largo della costa libica.

Descalzi, AD di Eni, prima della firma ufficiale, alla presenza di Giorgia Meloni e del suo omolgo libico, ha commentato: Siamo qui oggi per firmare l'accordo più importante degli ultimi 20 anni.

Ha aggiunto che si tratta del primo grande progetto sviluppato in Libia dal 2000.

Le nuove attività di ENI riguarderanno due giacimenti situati offshore, in grado di produrre, dal 2026, tra i 750 e gli 800 milioni di metri cubi di gas al giorno, ha affermato Eni in un comunicato.

Questa nuova partnership, definita "storica" ​​dall'ing. Descalzi, consentirà importanti investimenti nel settore energetico, la creazione di posti di lavoro in Libia e il rafforzamento della posizione di Eni.

ENI è già il primo operatore con l'80% della produzione di gas libico.

Potrà soddisfare la maggior parte del fabbisogno libico e un terzo della capacità sarà esportato in Italia.

L'operazione prevede  l'investimento di 8 miliardi (dollari) nell'arco di tre anni.

Il capo della NOC, Farhat Bengdara, ha rafforzato il valore dell'accordo sostenendo che si tratti  della partnership che il settore non conosce da 25 anni.

Un'impresa italiana alla ricerca della sostituzione delle forniture di gas russo.

Il Presidente del Consiglio Meloni aveva  visitato anche l' Algeria, allo scopo di rafforzare la partnership italiana con il Paese del Maghreb che è il principale esportatore di gas dell'Africa.

L'occasione è servita per mettere sul tavolo anche il problema dei flussi migratori dalla Libia verso l'Italia.

Grazie ai francesi, la caduta del regime di Muammar Gheddafi nel 2011, aveva aperto al caos con l'Italia a farne le spese.

Da allora, la Libia divenne una rotta privilegiata per decine di migliaia di migranti provenienti dall'Africa sub-sahariana, dai paesi arabi e dall'Asia meridionale, attratti dalle coste italiane per raggiungere l'Europa.

Solo nel 2022, secondo le stime del Ministero degli Esteri, 105.000 migranti irregolari hanno raggiunto l'Italia partendo dalle coste libiche.