MANIFESTAZIONE DEL 30 AGOSTO A CAGLIARI. LE RAGIONI DI CHI NON PARTECIPA...

MANIFESTAZIONE DEL 30 AGOSTO A CAGLIARI. LE RAGIONI DI CHI NON PARTECIPA...

Giannina Puddu, 29 agosto 2024.

La Sardegna è in ebollizione.

In pentola, bolle di tutto. 

Un ricchissimo minestrone nel quale, qualcuno, ha spezzettato anche ingredienti tossici, velenosi e, addirittura, mortali.

E' un classico che si ripete nel momento in cui il dissenso popolare monta minaccioso, per una ragione o per l'altra.

Lo abbiamo visto accadere molte volte, così come adesso in Sardegna, nel vasto mondo del dissenso contrario alla speculazione energetica, si ha la netta sensazione di muoversi in un vero "campo minato" e si deve prestare la massima attenzione, nel muoversi.

La stragrande maggioranza dei sardi ha capito che l'habitat è a rischio e accetta varie sollecitazioni nella convinzione che siano tutte in buona fede e finalizzate alla difesa del territorio.

Ma, tra queste ormai infinite sollecitazioni ci sono "trappole"!

Trappole tese da chi, colluso e forte di strutture e risorse anche mediatiche, agisce al solo scopo di controllare questo dissenso per condurlo verso strade senza sbocco.

Il caso più eclatante e recente di questa specie lo abbiamo vissuto, in Italia,  con i 5Stelle.

In Sardegna, pari sequenza politica di illusione-delusione è stata generata dalla Lega, in tempi recenti..., tanto che la Lega ha pagato il conto alle ultime regionali.

Ogni sardo, che abbia a cuore la salvezza della sua Terra Sacra, è ancora esposto a questi rischi di mistificazione e manipolazione politica.

E, questo accade in un contesto che non concederà appello. 

Perchè se adesso non saremo capaci di scegliere e salire sul carro giusto, quello guidato per portarci all'obiettivo vero di salvare la nostra Terra dallo sfregio che è in programma, sarà la fine.

Non ci possiamo permettere leggerezza, non possiamo dare deleghe piene senza controllo. 

Non possiamo sottoscrivere documenti per legittimare contenuti che non abbiamo neanche letto, o capito.

Non possiamo scegliere chi seguire e servire, solo sulla base di quanto strilla o guaisce e di quante volte appare.

Chi appare spesso e si spertica per promettere ciò che vogliamo sentirgli dire, potrebbe essere un "falso". 

Chi gode di grande visibilità, non ne gode per caso. Ma, per una strategia politica retrostante volta a simulare il cambiamento che non verrà, nel vecchio e consumato stile gattopardesco.

Occhio!

Questa volta è assolutamente VIETATO SBAGLIARE!

Se sbagliassimo, ancora, la nostra Sacra Terra di Sardegna sarebbe stuprata, sfregiata, vilipesa e definitivamente ammazzata!

Occhio!

Se questo dovesse accadere, per pubblica e colpevole negligenza, teniamo presente, sin da subito, che non abbiamo il potere di "resuscitare"!

Se afffrotassimo questo percorso con comoda leggerezza, lasciandoci trasportare dal carro sbagliato, perchè molto bene agghindato,  sarebbe la rovina definitiva della nostra Terra Sacra.

Dobbiamo scegliere la via più scomoda, quella del controllo, della verifica oltre le dichiarazioni d'intenti per evitare che siano causa della nostra futura, perenne e drammatica delusione.

Per salvare la propria madre dal rischio di grave offesa o di morte, i figli non si risparmiano nel difenderla.

LA DIFENDONO A QUALUQUE COSTO, sapendo che se morisse non potrebbero farla resuscitare e che LA PERDEREBBERO PER SEMPRE!!!

Seguendo quest'ottica, il giorno 25 agosto in Cagliari si sono riuniti alcuni comitati tra i quali il Comitato Referendario per il No, il Comitato Terra Mia, il comitato Ajò! Stop Devastazione, il Comitato Nazionale per la Difesa della Sardegna, il Movimento Siamo, con l'associazione di fatto SaDefenza.

Hanno preferito scegliere una posizione scomoda e ci hanno trasmesso il seguente Comunicato:

Siamo Associazioni, movimenti e gruppi spontanei che stanno animando la lotta per la difesa del territorio e del mare sardo dalla installazione di migliaia di torri eoliche e pannelli fotovoltaici.
I partecipanti alla riunione del 25 agosto, considerato che oramai sono note a tutti le capacità inquinanti ed i danni, alla salute, umana, animale e vegetale,  alle attività produttive causati da queste installazioni industriali, hanno  discusso sulla necessità della così detta transizione energetica e si sono domandati se gli obiettivi di questa transizione possano giustificare il sacrificio di un’intera isola e della identità del suo popolo.
 
Il decreto legislativo n.199 del 8 novembre 2021 a firma Draghi, che è presupposto legislativo di ciò che sta accadendo in Sardegna, pone disposizioni in materia di energia da fonti rinnovabili in coerenza con gli obiettivi europei di decarbonizzazione del sistema energetico al 2030 e di completa decarbonizzazione al 2050.

Il decreto attua le misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza conformemente al Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima, con la finalita' di attuare la direttiva Europea 2018/2001 individuando  misure e strumenti per raggiungere l’obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 percento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030.

In questi ultimi vent’anni l’Unione Europea ci ha raccontato che l’inquinamento prodotto dalla presenza umana nel pianeta sarebbe la causa del cambiamento climatico determinato dall’eccesso di CO2 prodotta prevalentemente dall’utilizzo di combustibili fossili che, stante l’emergenza climatica, dovrebbero essere drasticamente ridotti con la transizione energetica alle fonti rinnovabili come l’eolico ed il fotovoltaico.
 
Orbene, a ben vedere codesta narrazione non è supportata da evidenze scientifiche ed è smentita da numerosi scienziati tra i quali alcuni insigniti di prestigiosi premi Nobel i quali invece chiariscono che la CO2 non è nociva, non è causa dell’effetto serra oggi praticamente inesistente, ma anzi è necessaria alla sopravvivenza del mondo vegetale che è parte indispensabile del ciclo della vita sulla terra.

Non occorre allontanarsi dalla nostra isola per vedere che codesto finto ambientalismo europeo è invece la foglia di fico utilizzata per coprire gli enormi interessi economici che ruotano intorno alle energie rinnovabili.
 
I comitati che il 30 agosto manifesteranno contro la speculazione energetica presso il consiglio regionale sostengono invece le politiche ambientali europee, condividono l’emergenza climatica e ritengono ineluttabile la transizione energetica.

In sostanza, questi comitati dichiarano di combattere la speculazione energetica, ma nel contempo condividono i presupposti politici che hanno dato origine alla devastazione del territorio sardo con l’installazione degli impianti eolici e fotovoltaici.
 
Dinanzi a questa evidente insanabile contraddizione, per coerenza e senso di responsabilità nei confronti del popolo sardo, noi suddetti Comitati, Movimenti e Gruppi, disertiamo la manifestazione di protesta indetta per il 30 agosto e preannunciamo invece una prossima manifestazione capace di unire tutti i sardi nell’affrontare pubblicamente il cuore del problema delle politiche europee sul clima e sulla transizione energetica, senza limitarci solamente alla sterile lamentazione per i devastanti effetti sul territorio dell’isola.