MAKE AMERICA TRUMP AGAIN

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Milano, 6 novembre 2024. A cura di Maxime Dupuis, Global Head of CIO offic. Hoddo Bhf

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Il risultato delle elezioni statunitensi sembra sulla via di una netta vittoria repubblicana (controllo della presidenza e di entrambe le camere del Congresso).

Questo scenario, se confermato, darebbe al governo il più ampio margine d’azione possibile per l'implementazione di tariffe più elevate e per la riduzione delle imposte sulle società. Analizziamo il potenziale impatto su diverse asset class e il nostro posizionamento. 

I risvolti principali di un’Onda Repubblicana

Ma quali saranno le conseguenze più importanti della vittoria repubblicana?

Si prevede una politica fiscale più espansiva, il che significa un'estensione dei tagli fiscali del 2017 e potenzialmente ulteriori tagli alle imposte sulle società (dal 21% al 15%) e sul reddito.

Tuttavia, l'attuale aliquota fiscale effettiva al 17% ridurrebbe l'impatto di una misura di questo tipo (prima dell’ultima manovra l’aliquota fiscale effettiva era al 22%).

Ci si aspetta poi una maggiore attenzione alle politiche commerciali protezionistiche. Donald Trump si è detto disposto a introdurre dazi all’importazione del 60% verso la Cina e del 10% verso il resto del mondo.

Si prevede inoltre una maggiore incertezza sulle relazioni internazionali, in particolare verso la Cina, l'Ucraina e il Medio Oriente. Infine,  Trump ha promesso di effettuare grandi operazioni di deportazione e di limitare l'immigrazione negli Stati Uniti. Ciò provocherebbe uno shock dell'offerta di lavoro.

Il nostro punto di vista

Le recenti dinamiche di mercato (rialzo coincidente delle azioni statunitensi, del dollaro e dei tassi, insieme a un rallentamento delle azioni del resto del mondo) suggeriscono che gli investitori avevano già considerato che la probabilità di un’onda repubblicana fosse molto alta.

Ciò significa che la maggior parte dell'impatto è già prezzato in molti asset.

Certamente nelle prossime ore si verificheranno alcuni aggiustamenti dei prezzi. Tuttavia, lo scenario attuale dovrebbe scongiurare enormi sorprese positive o negative nei prossimi giorni. L'impatto a lungo termine tuttavia è puramente teorico, poiché la tempistica e la sequenza dei cambiamenti politici saranno cruciali nel determinare la traiettoria delle asset class.

La nostra asset allocation

Abbiamo iniziato a ridurre la nostra esposizione ai mercati azionari europei. Stiamo invece valutando di incrementare la nostra esposizione alle small cap USA, poiché il segmento beneficerebbe maggiormente del taglio delle aliquote fiscali previsto da Trump. Inoltre, le small cap statunitensi sono una delle poche asset class che non ha ancora prezzato uno scenario di Onda Repubblicana. 

Rimaniamo costruttivi sugli asset rischiosi, ma non vogliamo aumentare l'esposizione in questo momento senza maggiore chiarezza. Per quanto riguarda la duration, stiamo raggiungendo livelli interessanti nello spazio europeo. Stiamo pianificando un aumento della duration con un orientamento al rialzo.

Impatto potenziale sui tassi e dollaro USA

Un deficit fiscale più consistente rispetto agli altri scenari e il potenziale di aumento dei dazi sono a favore di un modesto aumento dei rendimenti lungo la curva, anche se molto è già stato prezzato. Per quanto riguarda l'irripidimento, prevediamo pressioni al rialzo a breve termine, dovute alla continuazione del riprezzamento del premio a termine. L’appiattimento potrebbe verificarsi in uno scenario di stagflazione.

Il piano di Trump di limitare l'immigrazione e di imporre tariffe sulle merci straniere richiede che i tassi di interesse statunitensi restino più alti, più a lungo, a sostegno del dollaro. L'utilizzo dei proventi derivanti dai dazi per abbassare le tasse nazionali dovrebbe agire come stimolo fiscale. A lungo termine, ci aspettiamo che il dollaro statunitense si indebolisca con deficit e un rapporto debito/PIL più alti.

Impatto potenziale per le azioni

È opinione diffusa tra gli investitori che una vittoria repubblicana rafforzerebbe l’eccezionalismo degli Stati Uniti — di conseguenza, sarebbe vista come positiva per le azioni statunitensi e negativa per le azioni europee ed emergenti.

Le azioni statunitensi sono le grandi vincitrici di questo esito, grazie al supporto fornito dalla riduzione delle aliquote d'imposta sulle società e di altre politiche a favore della crescita. Anche alcuni settori ad alta intensità di regolamentazione, come i finanziari e l'energia (escluse le energie rinnovabili), dovrebbero sovraperformare. Prevediamo altresì una sovraperformance dei titoli con un’elevata esposizione ai ricavi nazionali e alla catena di approvvigionamento. Le utility potrebbero risentire di una parziale revoca dei finanziamenti per l’energia pulita.

Le azioni europee escono relativamente perdenti da queste elezioni rispetto a quelle degli Stati Uniti. Il rischio negativo per le azioni europee indica un premio per il rischio azionario più elevato e un EPS più debole.

Premi al rischio più ampi potrebbero sostenere la sovraperformance difensiva europea, in particolare per i settori con una bassa esposizione alle vendite negli Stati Uniti. In generale, i settori con un'elevata esposizione agli Stati Uniti sarebbero oggetto di attenzione a causa dei potenziali aumenti dei dazi (Edilizia e Beni strumentali tra i ciclici, Sanità tra i difensivi), con un potenziale onere aggiuntivo derivante dalla perdita di competitività rispetto ai concorrenti statunitensi — grazie alle aliquote fiscali societarie più basse degli Stati Uniti.

Rileviamo inoltre un rischio di ribasso per i titoli tecnologici europei orientati alla Cina, vista l’agenda da falco di Trump sulla Cina, e un rischio di rialzo per i titoli della Difesa europea, vista la possibilità di un’accelerazione della spesa per la Difesa europea. I titoli finanziari potrebbero beneficiare di una vittoria repubblicana, dato il potenziale di una significativa deregolamentazione.

I settori e le aree geografiche più a rischio sono, a nostro parere, Germania, Italia, Beni strumentali, Auto, Bevande, Tecnologia e Chimica. Anche il settore dei beni di consumo potrebbe essere maggiormente a rischio, a causa della maggiore esposizione ai ricavi esteri e del più elevato contributo alle importazioni.

Le azioni dei mercati emergenti sono esposte negativamente allo scenario di una netta vittoria repubblicana. Il potenziale di aumento dei dazi e delle tensioni commerciali lascia pochi vincitori tra gli asset dei Mercati Emergenti.

Le azioni di Asia settentrionale (Taiwan e Corea), Cina, Messico e, in misura minore, Brasile appaiono più esposte all’aumento dei dazi. Esistono però fattori di mitigazione, quali l'impatto positivo dello stimolo cinese, unito a valute dei Paesi EM più basse, che favoriscono le esportazioni.

Impatto potenziale per il credito

Le aliquote fiscali societarie più basse e un ambiente normativo più debole portano a uno spread marginalmente più stretto sia per l'Investment Grade statunitense sia per l’HighYield. A nostro avviso, l’impatto sul credito europeo sarà marginale.

Impatto potenziale per le materie prime

L’implementazione dei dazi potrebbe esercitare una pressione al ribasso sulla domanda globale di materie prime, anche se potrebbe favorire l’oro.